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OGGETTO
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Cimitero
S. Pietro in Vincoli
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AUTORE
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Architetto
Dellala
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LOCALIZZAZIONE
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Via S. Pietro
in Vincoli, 28
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CRONOLOGIA
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Edificazione
del complesso: 1777
Restauro:
1988
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NOTIZIE
STORICO-CRITICHE
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Il
cimitero fu il primo ad essere costruito fuori dalle mura della città
per volontà di Vittorio Amedeo III.
La
costruzione è di tipo tardo settecentesco, di forma rettangolare
contornata da portici su tre lati, e al cui ingresso compariva una piccola
cappella.
Lo
spazio centrale era adibito ad ossario, circondato da 44 pozzi dove trovavano
posto le salme dei poveri. Sotto i portici vi erano, invece, 72 tombe
private, distribuite tra lapidi e busti, dove venivano seppelliti i nobili.
Nella cappella funeraria all’ingresso era stata collocata una statura
rappresentante una donna velata
(vedi scheda), in ricordo di Barbara Beloselski, morta prematuramente.
Sulla facciata compaiono 2 ordini di lesene: una con capitelli con ghirlande
e l’altra con teschi alati; sul timpano del pronao è raffigurato
l’Angelo della Morte.
Nel
luogo circostante il cimitero vennero riservate altre due aree, una per
i non battezzati e i morti suicidi e l’altra per gli impiccati e gli esecutori
di giustizia.
Dal
1772 i cadaveri qui seppelliti venivano utilizzati dagli studenti per
le lezioni d’anatomia.
Le
condizioni generali d’incuria e la scarsa capienza del cimitero portarono
alla denuncia dell’ispettore al cenotafio Ignazio Edoardo Calvo, poi nel
1852 lo scoppio della Polveriera del vicino Arsenale
Militare (vedi scheda) il cimitero
subì dei danni ulteriori e dal 1854 fu abolito il cimitero dei
giustiziati. Dal 1955 il camposanto cadde in uno stato di abbandono e
profanazioni, e il Comune fu costretto a chiuderlo. Nella metà
degli anni ’80 è stato oggetto di un restauro, che ha portato alla
collocazione provvisoria della "Biblioteca del Museo del Cinema Mario
Gromo", che ha trovato sistemazione definitiva nel 2008 presso la
sede di Via Matilde Serao 8/a.
L’intero
complesso è oggi dato in assegnazione alle compagnie teatrali cittadine.
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CURIOSITA’
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Il
camposanto era chiamato anche "S.Pè dij Coj", forse per
corruzione fonetica del nome, o perché era situato in prossimità
di orti in cui si coltivavano cavoli e verze.
Altro
nome con cui era identificato il cimitero era il "Camposant dij impicà",
poiché fino al 1854 qui venivano seppelliti gli impiccati.
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COMPILAZIONE
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EUT 7 - Claudia
Grieco - 22/ì aprile 2009
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BIBLIOGRAFIA
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C.
Bianchi, Porta Palazzo e il Balon, ed. Il Punto, Torino, 1991;
A. Bocco, San Pietro in Vincoli, in Il territorio della Confluenza,
Città di Torino, 2004;
www.comune.torino.it;
www.turineisa.blogspot.com
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ANNOTAZIONI
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Lo
spazio scoperto e delimitato dai portici del cimitero è stato il
luogo per manifestazioni ricreative e culturali, tra cui Campo Sonoro.
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