Archivio storico della Città di Torino



Mostre

L’immagine guida della mostra, una busta con due timbri postali, reca il seguente mittente: «Gemma Servadio. Campo di concentramento di Fossoli. Carpi (Modena)».

Gemma e la sua anziana madre Nina vengono arrestate a Torino il 23 maggio 1944. Sono poi tradotte a Fossoli, ove restano poco più di un mese. In quel periodo Gemma invia otto missive a conoscenti e amici torinesi, lettere che sono oggi conservate al Museo Nazionale dell’Olocausto di Washington, riprodotte ed esposte presso l’Archivio Storico della Città di Torino. Gemma scrive otto lettere che sono altrettante invocazioni di aiuto indirizzate a amici e parenti, tra cui Lucia, la primogenita, e Sandra Aloardi, la nuora. Nina, Gemma, Lucia e Sandra risultano schedate nelle Rubriche di appartenenza alla razza ebraica di Torino.

Tutto ebbe inizio nel 1938 con l’emanazione delle leggi sulla razza in seguito alle quali il Comune era tenuto a presentare ogni mese alla Prefettura un resoconto dettagliato sul «movimento naturale e migratorio degli ebrei e dei misti non ebrei».

Lucia Servadio, la maggiore dei cinque figli di Gemma, dopo la laurea in Medicina, abbandona l’Italia nel 1940 per trasferirsi a Tangeri, ove rimarrà per 40 anni; Lucia, medico, donna, ebrea in un paese musulmano, ha una missione: garantire la vita aiutando chiunque ne abbia bisogno.

Sandra, torinese e cattolica, ha una grande ‘colpa’: quella di aver sposato un ebreo. L’articolo, apparso sulla rivista «La difesa della razza» del 20 dicembre 1938, esemplifica il clima politico con cui deve confrontarsi:

A tutti i provvedimenti adottati dal Regime per la difesa della razza viene oggi ad aggiungersi quello che vieta i matrimoni tra ariani e non ariani… Questo provvedimento viene a tutelare le future generazioni prima ancora che siano concepite. In sostanza è stato istituito una specie di certificato di purezza razziale per coloro che d’ora innanzi vorranno unirsi in matrimonio… Sotto questo aspetto il razzismo si diversifica profondamente dai vecchi movimenti a carattere puramente antisemita, in quanto non solo verso il ceppo ebraico è rivolto, ma verso tutte le razze non ariane, indipendentemente dai loro valori razziali.

Torino - Fossoli - Auschwitz
Donne e luoghi della memoria

Archivio Storico della Città di Torino

Via Barbaroux 32

24 gennaio – 14 febbraio 2020

Orari:

da lunedì a venerdì 8,30-16,30


Chiuso sabato e festivi

INGRESSO LIBERO

Aperture straordinarie:

Domenica 26 gennaio ore 14,00 - 19,00

Lunedì 27 gennaio ore 17,30 - 19,00

Lundì 27 gennaio ore 17,30

Conferenza. Storia di una famiglia. Lettere dal campo di concentramento.

Intervengono Mirella Bedarida Shapiro e Lucio Servadio.

A seguire visita guidata della mostra

Mirella Bedarida Shapiro, figlia di Lucia Servadio, quando furono redatte le «Rubriche di appartenenza alla razza ebraica» era poco più che bambina: anche il suo nome compare negli elenchi della vergogna.

Giorgio Servadio, figlio del partigiano Lucio e di Sandra Aloardi, è oggi un affermato medico di Milano.

 

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