Editoriale
Nicola Campogrande
L
a musica è fatta di dettagli.
I compositori, stesa la prima idea, passano un tempo
interminabile a definirne i dettagli. Gli interpreti si
qualificano per la loro attenzione alla resa impeccabile
dei dettagli. Gli ascoltatori affinano con il tempo la loro
capacità di cogliere i dettagli.
Non è un caso: nella musica, come nelle altre arti,
noi cerchiamo un’immagine della perfezione. Inseguiamo
la palpabilità, almeno acustica, di un mondo nel quale,
a differenza di quanto accade nella vita reale, tutto funziona
a meraviglia, anche nel più minuto dei suoi dettagli.
Ciò che è straordinario, però, è che quando qualcosa non
va, quando il compositore ha sbagliato i propri conti,
quando l’interprete ha steccato in modo evidente, quando
insomma uno dei dettagli si trova palesemente fuori posto,
l’edificio musicale non crolla. Mentre un dipinto dal quale
si stacca un rettangolo di colore ne viene compromesso,
un pezzo di musica con qualche dettaglio sbagliato continua
a vivere e a respirare tra le mani dei propri interpreti. E alla
fine può persino accadere che quel ritmo impreciso, quella
nota fuori posto, quell’intonazione calante si fissino nella
nostra memoria come qualcosa di naturale, di plausibile.
Come mai?
Credo che accada perché da qualche parte, dentro di noi,
la vita reale reclama il proprio diritto all’esistenza, anche
mentre stiamo ascoltando musica. E, se anche ci piace
l’idea di una perfezione realizzata, se adoriamo pensare
che quello della musica sia un universo protetto nel
quale rifugiarci, in realtà sappiamo che quel luogo non ci
attirerebbe poi tanto, se non vi palpitasse la vita. Così ci
troviamo ad essere inclini ad accettare il piccolo errore,
ad assorbire la svista, la caduta, in nome di una fragilità
che ci riporta al nostro quotidiano.
Sia chiaro: la perfezione rimane là, sullo sfondo, magari
sulla partitura stampata; e in molti casi la sentiamo
risuonare, e ne godiamo. Se però qualche volta questo non
accade – fateci caso – non ne faremo un dramma,
e probabilmente torneremo a casa ugualmente contenti.
La vita e i dettagli