PORTA PALAZZO: LA STORIA
Il quartiere oggi conosciuto
come Porta Palazzo prende il suo nome dalla porta che
segnava l’ingresso, attraverso le mura, alla città fortificata
romana di Augusta Taurinorum.
La Porta Principalis Sinistra, difatti, era detta anche
"Palatina" perché vicina al Palazzo
sede dell’allora Senato. Il quartiere tardò, in realtà,
a svilupparsi in quanto "extra moenia",
fuori porta. Bisogna aspettare difatti Vittorio Amedeo
II, al principio del 1700, il quale, valutando l‘importanza
assunta dall’area detta "Contrada di Porta Palazzo"
in quanto luogo di transito in entrata ed in un uscita
dalla città, e seguendo l’intenzione di valorizzare
questa porta con una piazza d’armi che accogliesse degnamente
i visitatori, affidò all’architetto siciliano Filippo
Juvarra, la progettazione dell’ampliamento della contrada.
Così nacque l’embrionale piazza della Repubblica (all’epoca
piazza Vittoria). Con la costruzione della piazza avvenne
di fatto la saldatura fra la città e il Borgo Dora.
L’area detta attualmente "Balon", era in origine una
zona campestre abitata, in epoca romana, da agricoltori.
Nel medioevo la zona diventò territorio amministrativo
della città, popolandosi di cascinali, mulini ed orti,
dapprima, e di alcuni primordiali nuclei industriali,
attorno al 1500. I numerosi canali tratti dalla Dora
divennero fonte di preziosa energia per piccoli opifici
e per una Polveriera. All’inizio del XXIX secolo Borgo
Dora si presentava, quindi, come un’area viva e florida
della città. E’ con l’arrivo di Napoleone, nel 1800,
che fa smantellare le mura difensive di Torino (e di
altre cittadine del Piemonte), che Porta Palazzo entra
a far parte a tutti gli effetti della città. Con progetti
diversi e fasi sovrapposte, si completò piazza della
Repubblica (1837), che prese il nome di piazza Emanuele
Filiberto. Con i suoi 51.300 mq è la più grande di Torino.
A seguire venne completato anche corso Giulio Cesare
e, per dare sbocco a questa grossa direttrice, il ponte
sulla Dora detto ponte Mosca, dall’ingegnere che lo
progettò. Da allora non si sono più visti mutamenti
urbanistici di tale portata: diversi interventi su edifici
privati, lo sventramento dell’ospedale Mauriziano per
far posto alla Galleria Umberto I, i bombardamenti della
II Guerra Mondiale, il definitivo appellativo di piazza
della Repubblica nel 1946, hanno segnato lo svilupparsi
del quartiere fino ad oggi. L’ampliarsi del mercato
della piazza fino a diventare il mercato all’aperto
più vasto d’Europa, la perdita di Borgo Dora del primato
pre-industriale (con l’arrivo dell’energia elettrica
e lo spostamento delle fabbriche) per trasformarsi nel
quartiere degli artigiani, degli antiquari e del mercato
delle pulci del sabato (detto il Balôn, il pallone,
dall’antica presenza di uno sferisterio), hanno fortemente
connotato il quartiere. La realtà commerciale e popolare
ha attirato, nell’ultimo secolo, le ondate migratorie
della Torino industriale. Dal sud Italia negli anni
’60, e dal resto del mondo, negli ultimi decenni, fino
a raggiungere, nei rilievi statistici del 2000, una
percentuale di immigrati stranieri sul quartiere (ufficiali)
del 20%. Centomila visitatori ai mercati del sabato,
più di diecimila abitanti, centinaia di commerci fissi
e ambulanti, la più alta concentrazione straniera della
città, tutti questi elementi rendono Porta Palazzo,
sede peraltro di una buona parte del patrimonio storico,
urbanistico ed architettonico di Torino, un quartiere
vivace ed affascinante, fonte di risorse preziose ma
anche di problematiche complesse, un laboratorio urbano
che ben rispecchia lo sviluppo della città nella direzione
di una metropoli europea.
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