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Promuovere il coinvolgimento della comunità significa aprire spazi alla partecipazione dei cittadini, dove possano essere sperimentate forme di cittadinanza attiva che superando le classiche logiche della rivendicazione e della lamentela, siano in grado di sviluppare senso di responsabilità e creare intese e relazioni fiduciarie fra gli attori sociali in gioco.
Fare Sviluppo di Comunità significa orientare l’azione a migliorare le relazioni fra le componenti locali di un “sottosistema socioterritoriale a confini definiti”, affrontare i conflitti e rimuovere i blocchi che ostacolano l’espressione delle risorse e delle potenzialità latenti, per promuovere la costruzione di un “noi plurale” e la ridefinizione in positivo di un’identità collettiva condivisa che permetta lo sviluppo di nuove modalità di vivere individuale e collettivo.
Accanto alle varie forme cittadinanza attiva già autorganizzate esistono, spesso, interessi, culture e bisogni non rappresentati che è necessario mobilitare per promuovere la nascita di nuove soggettività collettive che possano favorire il formarsi di nuovi legami, nuovi riconoscimenti e quindi inclusione sociale, presupposto indispensabile al costruirsi di comunità di vita e di lavoro capaci d’individuare obiettivi comuni perché in grado di assegnare un valore positivo al reciproco riconoscimento delle diversità.
È possibile sintetizzare gli elementi cruciali di questa modalità d’intervento sociale attraverso questi concetti:
La strategia che si persegue è quella della cittadinanza attiva: si tratta cioè di favorire l’aumento da parte dei cittadini del senso di proprietà dei propri problemi, mettendo le persone nella condizione di “farsi carico” delle problematiche che le riguardano, al fine di attivare percorsi risolutivi.
Il concetto di cittadinanza attiva fa infatti riferimento alla possibilità per le persone di assumersi la responsabilità delle proprie condizioni di esistenza e appare come un modo per combattere sul piano personale il senso di impotenza che produce disimpegno, rassegnazione, rabbia, per la promozione invece di un cittadino protagonista, consapevole dei propri diritti ma anche della complessità nella quale si muove e capace di negoziare i propri bisogni e punti di vista.
Il concetto di cittadinanza attiva, il cui nucleo sostanziale è rappresentato dal senso di responsabilità sociale, non può prescindere dal radicamento e dal senso di appartenenza alla comunità e trova nella comunità locale l’ambito privilegiato per la sua applicazione concreta. In questo contesto le associazioni, i gruppi e le reti informali sono risorse preziose e insostituibili per la tutela sociale e per ridare fiducia ai cittadini la cui qualità della vita è sempre più determinata da fattori macrosociali rispetto ai quali i singoli individui e anche le singole comunità si sentono privi di potere.
Porta Palazzo presenta numerose forme di cittadinanza attiva che compongono un quadro eterogeneo di comitati e associazioni dalle finalità talvolta divergenti: la mobilitazione per la sicurezza e l’ordine Pubblico, la promozione d’interessi economici, la promozione culturale del quartiere.
Il ruolo di tali attori sociali deve essere valorizzato e sostenuto poiché, nonostante i limiti e le criticità che presentano, sono soggetti collettivi che stanno sperimentando nuove forme di mobilitazione civica e chiedono attivamente di esprimersi e partecipare.
Il modello di analisi e d’intervento può essere ricondotto a quello della Ricerca-Azione Partecipata che facilita i processi partecipativi nella comunità e potenzia il «tessuto» della comunità attraverso la presa di coscienza e la legittimazione dei problemi sentiti e la definizione collettiva delle modalità di scelta e di soluzione dei problemi.
Assumere la Ricerca-Azione come modalità d’intervento significa entrare nei processi, nelle dinamiche sociali e culturali che agiscono in una specifica comunità e sviluppare il percorso operativo e le tecniche adeguate a quel particolare micro contesto d’azione; è utilizzata per promuovere azioni e processi di animazione sociale volti a sostenere l’emersione di bisogni inespressi e l’attivazione di nuovi gruppi e leader positivi.
La Ricerca-Azione presuppone capacità di ascolto attivo e osservazione partecipata della realtà, propedeutiche all’individuazione e predisposizione di percorsi che permettano la produzione di significati da parte di tutti gli attori, per ricostruire insieme senso e responsabilità e riconfigurare il “campo sociale” in cui agire le interazioni ed i legami.
Questo può anche significare promuovere “azioni di rottura”, intese come perturbazione di equilibri esistenti ma anche come riapertura di canali di comunicazione, che possano facilitare necessari riconoscimenti reciproci e sviluppare nuovi pensieri e relazioni.
Il modello d’intervento chiamato “Organizzazione e Sviluppo di Comunità” utilizza il lavoro di rete come strumento strategico nei diversi contesti.
Gli interventi si svolgono a livello di rete secondaria formale, le Istituzioni ed i Servizi, e a quello di rete secondaria informale, le associazioni, organizzazioni, gruppi, comitati.
Lo scopo del lavoro di rete è promuovere prassi nelle quali introdurre il concetto di relazione come elemento fondante della struttura sociale, ed il concetto di circolarità tra la sfera formale ed informale come elemento dell’azione e delle politiche sociali.
Nel Lavoro di Comunità le strategie di connessione e le caratteristiche strutturali delle reti sono elementi variabili, definiti sulla base del contesto e degli obiettivi delle specifiche azioni
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