Iniziamo sfatando un luogo
comune: i documentari, se ben realizzati, non sono noiosi,
anzi. Un esempio ce lo stanno mirabilmente dando a Porta
Palazzo due giovani associazioni torinesi,
«DocuMè»
e
«KinoEtika», che hanno
organizzato «Documè», la prima rassegna
del documentario etico e sociale (
www.docume.org).
L’angolo di piazza della Repubblica, sotto la
Tettoia dei contadini, si è trasformato in un
cinema all’aperto dove il documentario la fa da
padrone e dove ieri c’è stata la prima
serata con la proiezione di «Latina Littoria:
una città» di Gianfranco Pannone, uno dei
migliori docu degli ultimi anni. «E’ una
manifestazione gratuita e senza scopi di lucro»
spiega Nicolò Bruna creatore di «KinoEtika»
con Marcello Varaldi e programmatore della rassegna.
Diciassette documentari, due per sera, dalle 21,30,
per nove appuntamenti fino al 31 luglio con almeno un
lavoro italiano ogni sera, in alcuni casi affiancato
da uno straniero, sottotitolato in inglese o francese.
«Documè - spiega l’ideatore Giuliano
Girelli - vuole presentare un linguaggio alternativo
e rendere visibili i documentari, di solito fenomeno
di nicchia. Questo è solo il primo appuntamento
che porterà a un circuito in tutta Italia nel
quale distribuire questo genere di lavori. L’attenzione
è già tanta e sono stati in molti a darci
una mano». «Abbiamo un centinaio di sedie
fornite dal Comune - aggiunge Bruna - ma se avremo 40,
50 spettatori per sera potremo già dirci soddisfatti».
Ecco il programma: questa sera «Scarcerarci
Football Club» che racconta le gesta calcistiche
di un gruppo di detenuti di Cecina, seguito dallo spagnolo
«En Costrucion» dove il Barrio Chino, quartiere
di Barcellona, diventa lo scenario ideale per mostrare
il ritratto di un contesto sociale in trasformazione;
giovedì 17 «Negri de Roma»,
storia di un gruppo di rapper di origine africana che
da molti anni vivono a Roma, e «Chiusura»
ambientato a nell’inverno dei sobborghi padovani,
con una parrucchiera come protagonista;
martedì
22 «Pomodori», viaggio tragicomico
lungo l’Italia, seguendo le fasi della lavorazione
del pomodoro e, a seguire, «Prove di stato»
con i tentativi del sindaco di Ercolano di portare la
legalità in una città dove lo Stato è
assente;
mercoledì 23 il romeno
«Asta e (così è la vita)»
si interroga sulla situazione in una città della
Romania dieci anni dopo la caduta del regime comunista,
mentre «Tontine femminili a Dakar» racconta
la creazione di un'associazione di credito al femminile
in Senegal;
giovedì 24 «Tv
Slum» progetto italiano che ha affidato una videocamera
a otto ragazzi kenioti per realizzare un insolito reportage
nella periferia di Nairobi, a seguire l’algerino
«Une femme taxi à Sidi Bel-Abbè»
sull’unica taxista donna in una città dell’Algeria;
martedì 29 «Senegal Surplace»
che racconta il tour del Senegal, gara ciclistica che
si inoltra per 1250 km nel cuore del paese, mentre «Scusi
dov’è il nord-est?» presenta cinque
personaggi che hanno costruito la loro fortuna nell’industria
alimentare;
mercoledì 30 «Ritratto
di Altinè nella stagione secca» racconta
della fatica di una donna del Sahel che ogni giorno
impiega tre ore per raggiungere il pozzo, poi raccoglie
la legna, prepara il cibo per l’intera famiglia
e e accudisce i bambini, mentre è dedicato allo
stermino degli zingari nei lager nazisti «Romani
Rat» del torinese Maurizio Orlandi; si chiude
giovedì 31 con le speranze delle
giovani donne ucraine che lasciano il loro paese per
cercare fortuna in occidente nel film «Chi non
rischia non beve champagne» che sarà affiancato
da un documentario ancora da decidere. Sotto la Tettoia
è possibile anche visitare la mostra fotografica
di Alessandra Tinozzi, Marco Borghetti e Roberto Gaia,
accanto all’anteprima dei testi e delle fotografie
tratte dal documentario di prossima realizzazione «Porta
Palazzo. Quattro canti del Mercato».