Strada comunale Santa Margherita, 79
10123 Torino
tel. 011 8195035
e-mail: drm-pie.villadellaregina@cultura.gov.it
sito web: www.polomusealepiemonte.beniculturali.it
Il complesso di vigna e giardini fu costruito sulla collina torinese sul modello delle ville romane dal principe cardinale Maurizio di Savoia, figlio del duca Carlo Emanuele I ad inizio Seicento (documentazione al 1615, 1618-1619). Nel 1657 la moglie Lodovica ne amplia fabbricati e giardini, aggiornando decorazioni e arredi. Nel 1692 la Vigna passa ad Anna d'Orleans, moglie di Vittorio Amedeo II, che dispone, in quella che, dopo l’assunzione del titolo regio, sarà chiamata Villa della Regina , importanti interventi. Con la guida di Filippo Juvarra, e poi di Giovanni Pietro Baroni di Tavigliano, si ridefiniscono spazi e rapporti con il giardino, l'arredo e le decorazioni seicentesche (D. Seyter e équipe di P. Somasso) con il coinvolgimento dei grandi artisti all'opera nei cantieri regi della capitale del regno (G.B. Crosato e C. Giaquinto, G. Dallamano).
L'unitarietà d’impianto, mantenuta sin dal progetto iniziale, di "Vigna" con la villa al centro di giardini all'italiana con padiglioni aulici, grotte, giochi d'acqua e completata da orti, bosco e vigneto, fu conservata anche con la perdita di funzione di villeggiatura reale e con il passaggio nel 1868, per dono di Vittorio Emanuele II, all'Istituto Nazionale per le Figlie dei Militari (ente soppresso nel 1975). Nel corso del Novecento la mancata manutenzione del delicato equilibrio tra le architetture e i giardini, parziali demolizioni, danni di guerra e interventi impropri compromisero lo straordinario complesso. Al momento della consegna alla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte nel 1994 i restauri realizzati con fondi statali, di enti e privati, hanno ristabilito la situazione conservativa e la stretta connessione del Compendio di Villa della Regina con la Città, di cui, dall'inizio del Seicento, costituisce il fondale scenografico oltre il Po. Dal 1997 è inserita nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO in qualità di Residenza Sabauda e dall’agosto 2006, è aperta al pubblico.
I Sevizi educativi della Residenza, che in questi anni hanno sviluppato progetti didattici con le scuole del territorio, predispongono percorsi di visita per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.