Anno: Torino, 1905
Donatore: Emilia Lingua
Descrizione e approfondimento: Nel 1864 il Comune apre quello che diventerà il futuro Istituto Professionale Maria Laetitia e che dal 1878 prende il nome di Istituto Industriale professionale femminile. Esso raccoglie al suo interno tutti i corsi superiori femminili precedentemente suddivisi tra scuole di disegno, scuole festive di commercio e di lingua francese. Alcuni anni dopo, nel 1895, il Municipio decide di accorpare le due principali scuole superiori femminili, il Margherita di Savoia e il Maria Laetitia, sotto l'unica denominazione di Istituto Superiore di Studi femminili.
La continua perdita di alunne della sezione letteraria (Margherita di Savoia) porta nel 1902 ad un nuovo smembramento delle due scuole creando l'Istituto Letterario Margherita di Savoia e l'Istituto Professionale Maria Laetitia. Quest'ultimo disponeva di tre sezioni: commerciale, lavori femminili e disegno industriale. A latere dei corsi principali vengono poi creati altri corsi speciali con lezioni di stenografia. A sottolineare il successo dell'istituto Maria Laetitia il Comune fa appositamente erigere l'edificio liberty sull'allora piazza Venezia, oggi corso Galileo Ferraris, angolo via Bertolotti.
Le pagelle si riferiscono appunto a quando la scuola si trovava già nella nuova sede. La scuola festiva aveva durata di 4 anni, negli ultimi due dei quali era obbligatorio l'uso della sola lingua francese all'interno della struttura scolastica.
Vi si accedeva dopo il conseguimento della licenza elementare e dietro il pagamento di tasse per:
-esame di ammissione: lire 3
-iscrizione senza esame: lire 3
-frequenza annua: lire 5
-diritto di attestato: lira 1
-diritto di diploma finale: lire 2
Sia le lezioni che gli esami avvenivano esclusivamente in giorni festivi (per consentire alle ragazze di lavorare durante la settimana), da novembre a maggio, e il giudizio veniva espresso su composizione in lingua francese, dettato e esposizione o lettura, cui si affiancava il voto in condotta.
(le foto sono tratte dal sito www.indire.it )