Candidato: Elena Di Federico
Relatore: prof. Alessandro Bollo
Facoltà: Politecnico di Torino, II Facoltà di Architettura - Corso di Laurea Specialistica in Architettura per il Restauro e la Valorizzazione dei Beni Architettonici e Ambientali
La tesi propone una riflessione sul rapporto tra il sistema museale della città e la popolazione di origine straniera residente a Torino.
Gli interrogativi alla base della ricerca riguardano la percezione dell'offerta culturale della città da parte della popolazione migrante, i fattori che inibiscono il consumo culturale e museale e le differenze rispetto alla popolazione autoctona, la possibilità di considerare la popolazione straniera come un segmento particolare di pubblico (o di non - pubblico) e di poter quindi mirare strategie di marketing specifiche atte a coinvolgere i migranti nella fruizione museale.
Il lavoro si apre con un approfondimento dei due grandi temi di riferimento: il marketing museale da una parte e il fenomeno migratorio dall'altra. Delineate poi le caratteristiche della domanda e dell'offerta museali a livello torinese, si passa alla ricerca vera e propria, condotta attraverso un duplice approccio: in primo luogo è stata svolta un'indagine qualitativa, realizzata attraverso interviste a "testimoni privilegiati" del fenomeno migratorio e a soggetti coinvolti nella programmazione culturale della città; definiti più nettamente i contorni del problema, si è passati alla fase di indagine quantitativa, dove sono stati trattati con metodi statistici i dati raccolti attraverso un questionario mirato. Il campione di indagine è stato selezionato in modo da essere rappresentativo della reale composizione della popolazione straniera, in termini di provenienza geografica e di composizione per età. Sono state considerate le sei aree geografico - culturali da cui proviene la maggioranza della popolazione migrante: Romania, Maghreb, Albania, Perù, Cina, Africa subsahariana.
Dall'analisi dei risultati delle due indagini, si è potuto concludere che la popolazione migrante non costituisce di per sé un segmento omogeneo e indifferenziato, né è possibile spiegare le differenze di approccio alla cultura attraverso un criterio puramente geografico. è invece interessante suddividere la popolazione sulla base della predisposizione al consumo culturale, predisposizione che è influenzata sia dal background culturale dei soggetti (percorsi di studio, abitudini acquisite nel Paese d'origine, interesse del singolo per l'arte e la cultura), sia, soprattutto, dalle condizioni reali di vita e dal grado di "stabilizzazione" sul territorio (attività lavorativa, abitazione, situazione familiare).
Dalla ricerca emerge come le persone di origine straniera siano effettivamente sottorappresentate all'interno del pubblico dei musei torinesi, ma questo deriva soprattutto dal fatto che esse hanno altre priorità da affrontare, prime fra tutte quelle legate all'inserimento nella società di arrivo e alla soddisfazione dei bisogni primari. La comprensione dei motivi concreti che stanno alla base del non - consumo museale suggerisce ipotesi di nuove strategie che consentano di trasformare i musei da luoghi esclusivi in non - luoghi inclusivi, ipotizzando, ad esempio, l'utilizzo del patrimonio museale come strumento didattico per l'apprendimento della lingua italiana, nonché l'ampliamento dell'offerta museale cittadina attraverso il coinvolgimento degli artisti migranti attivi a Torino.
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