Candidato: Maria Elisabetta Pisaturo
Relatore: dott.ssa Antonella Traverso; Correlatore: dott.ssa Laura E. Parodi
Facoltà: Facoltà di Lettere e Filosofia
La tesi cerca di delineare un quadro abbastanza completo delle relazioni che la realtà museale genovese intrattiene con la comunità Nordafricana della città e l'accoglienza che le strutture culturali del territorio ligure riservano a questo tipo di pubblico.
Tale riflessione si è sviluppata alla luce di diverse considerazioni, prima fra tutte il superamento dello stereotipo dei musei come istituzioni "fuori dal tempo e insensibili ad ogni tipo di cambiamento" . Ormai, infatti risulta evidente che i musei si debbono presentare come istituzioni recettive all'ambito in cui operano. L'entourage dei musei di una città multietnica, come sempre di più sta diventando Genova, si rivela multiculturale. Il numero degli immigrati extracomunitari residenti nella città di Genova aumenta, in effetti, anno dopo anno e di conseguenza l'esigenza di integrazione, anche a livello culturale, si rivela una questione di primaria importanza.
Tale necessità si impone ancora di più ora che la maggioranza della popolazione immigrata del Nord Africa si compone di un importante numero di giovani, istruiti e provenienti da contesti cittadini.
La tesi non cerca di negare che un'importante porzione degli stranieri approdati a Genova conduca spesso esistenze difficile e al limite della precarietà, ma vuole mettere in evidenza come, in generale, gli operatori culturali genovesi non considerino, se non in maniera del tutto sommaria, la parte di stranieri intergrati da anni in città.
Nel corso della stesura è stata svolta un'analisi dei musei genovesi e delle iniziative di queste istituzione volte ad un avvicinamento al pubblico immigrato, in particolare verso quello nordafricano. Si è dunque costata una totale assenza di politiche permanenti e organizzate ed è emerso come l'azione di accostamento verso tale pubblico defavorizzato si riducesse a un insieme disomogeneo di azioni sporadiche rivolte a un pubblico "immigrato" in generale. Si è, tuttavia, notato che fra tali iniziative quelle che hanno riscosso maggiore successo fra la popolazione extracomunitaria di Genova, sono state quelle che hanno saputo parlare linguaggi familiari o che presentassero degli allestimenti più accessibili dal punto di vista museologico ma anche pratico.
E' stata, poi, presa in esame la situazione generale della comunità nordafricana genovese e le sue associazioni, cercando di mettere in luce come queste si rapportino rispetto alle istituzioni e al patrimonio culturale della città. A tale scopo è stato elaborato un questionario proposto al 10% della popolazione genovese originaria dall'Egitto e dal Maghreb.
A seguito dei risultati del questionario e dall'osservazione dell'esperienze dei musei genovesi, ci si è resi conto che per un'utile azione di sensibilizzazione del pubblico nordafricano al patrimonio culturale europeo, sia imprescindibile un'attenta conoscenza delle differenze culturali e uno studio approfondito della semiotica delle arti maghrebine e egiziane, totalmente inesistente al momento della stesura.
Per un'accessibilità maggiore e durevole ai musei genovesi da parte dei cittadini di origine nordafricana è stato individuato come punto di partenza il termine "mathaf", museo in arabo maghrebino. Tale parola, in effetti assume una serie di valori più vasti e dinamici rispetto alla definizione italiana. Per affrontare, quindi, le relazioni complesse fra un'istituzione a forte impronta occidentale, come il museo in Italia, e un concetto più fluido e multiforme, tipico della popolazione nordafricana, sarebbe utile trasformare la nozione di pubblico da entità passiva a agente attivo.
In seguito alle analisi fatte nel corso della stesura, la tesi individua, quindi, come importante strada da percorrerete per un reale avvicinamento da parte del pubblico di origine nordafricana ai musei genovesi quello di un'azione comune fra i responsabili dei musei e i rappresentanti delle comunità, in modo tale da identificare le specifiche esigenze e gli interessi di questa parte di cittadini comunemente distante dalle istituzioni culturali.
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