Le scelte di alcuni insegnanti che protestano per i tagli alla scuola è di escludere le visite e le gite delle loro classi. Un Museo curioso: A come Ambiente ha 52.000 presenze all’anno di cui circa 35.000 provenienti delle scuole di ogni ordine e grado, aperto solo per loro dal lunedì al venerdì. E’ considerato una grande aula – laboratorio sul territorio per conoscere, esplorare, informarsi su temi di grande attualità, presenti nei programmi scolastici, come l’energia, la mobilità, i rifiuti, l’acqua. Sono temi interdisciplinari per eccellenza, che confinano con i tanti comportamenti quotidiani delle famiglie, oggi determinanti per trasformare la nostra società in una economia più sostenibile. L’uscita dalle classi, realizzata all’interno di percorsi didattici, al Museo Ambiente come ad altri musei, arricchisce di contenuti la scuola, la collega all’attualità, propone metodi di divulgazione scientifica e umanistica, che non è facile sviluppare in altre forme.
Alcune scuole, in consiglio d’istituto, hanno votato di non uscire dalla classe e di eliminare qualsiasi gita. Ci troviamo di fronte ad atteggiamenti diversi. Perfino a genitori che non condividono le scelte degli insegnanti e ci chiedono di portare in visita al museo l’intera classe del loro figlio al sabato pomeriggio. “Se quest’anno gli insegnanti non portano la classe, ci pensiamo noi. Alcuni insegnanti vorrebbero venire ma non trovano colleghi disponibili perché contrari a qualsiasi uscita; altri docenti a seguito della protesta contro il Ministero evitano le uscite, ma chiedono al museo di andare presso la scuola a tenere laboratori in classe sui temi ambientali. Infine (meno male!) ci sono tantissimi insegnanti entusiasti, che anche quest’anno hanno trovato il modo di non rinunciare ai musei come strumento formidabile didattico e quindi prenotano, come sempre, scegliendo tra i tanti percorsi proposti. Credono che la migliore polemica non sia chiudersi in classe, ma sia uscire dalla scuola il più possibile, con obiettivi chiari. Viene spontaneo, senza polemiche, fare alcune domande ai prof che protestano.
E’ possibile distinguere le gite che richiedono alcuni giorni, dalle brevi uscite didattiche (mezza giornata) finalizzate ad argomenti specifici? Siamo sicuri che la mancanza di fondi per gli straordinari di alcune ore, non possa essere risolta in altro modo? Non si possono privilegiare alcune attività, con mete mirate, collegate ai programmi? La protesta che può avere motivi fondati, deve essere rivolta anche contro i ragazzi e le loro famiglie? Siamo sicuri che le alleanze realizzate in questi anni dalle classi con le sezioni didattiche dei musei, che hanno messo a disposizione persone, mezzi, percorsi, contenuti, siano la prima cosa da buttare via? Le esperienze migliori della didattica scolastica non sono forse rappresentati proprio da percorsi di insegnamento che, selezionando uscite e temi, si incontra con la realtà esterna, con i temi di attualità, con strutture capaci di mescolare, in modo efficace, conoscenze e azioni, informazioni e comportamenti? I musei sono tra i luoghi che spesso fanno scattare in tutti gli studenti la voglia di saperne di più, di toccare, vedere, scoprire, emozionarsi, vivere un’esperienza, studiare con modalità stimolanti, con qualcosa di molto diverso dalle lezioni frontali e dai libri di testo? Il progetto educativo raccolto da genitori volenterosi che si sostituiscono ai docenti è una bella e straordinaria esperienza, ma di sicuro diversa da quella di un educatore scolastico che inserisce la visita nei propri percorsi didattici? La rinuncia ad uscite finalizzate e culturali non finisce con il demoralizzare ancora di più la dignità professionale dei docenti? I musei sono e saranno a disposizione della scuola ad ogni grado come una grande risorsa. Parliamone.
Carlo Degiacomi
Direttore del Museo A come Ambiente di Torino