Il Museo d'Arte Orientale ha sede nello storico Palazzo Mazzonis, nel cuore della Città, in via San Domenico 11, ospita una notevole e pregiata collezione d'arte proveniente da diverse aree geografiche: Asia Meridionale Sud est asiatico, Cina, Giappone, Regione Himalayana, Paesi islamici dell’Asia. Il MAO è stato aperto al pubblico il 5 dicembre del 2008 e in occasione dei suoi primi 10 anni la redazione di museicuol@ ha incontrato Eva Morando e Mia Landi che sono state le “animatrici/allevatrici” dei Servizi Educativi del museo.
Il MAO Museo d'Arte Orientale ha spento le sue prime 10 candeline, i servizi educativi del museo quando sono nati e come si sono sviluppati?
I Servizi Educativi esistono dal 2008, anno di apertura del museo.
Per le scuole, per l’anno scolastico 2008-9 erano previste visite guidate generali e tematiche con proiezione di immagini per studenti a partire dai 5 anni e attività con laboratori multimediali a partire da 8 anni.
Le attività per famiglie, pensate fin da subito come parte integrante delle proposte del museo, sono state programmate a partire dall’estate del 2009.
Sono inoltre state attivate fin dai primi giorni le visite guidate per i gruppi di adulti, poco dopo l’apertura, visite guidate generali e tematiche anche per visitatori singoli.
La progettazione di tutte le attività e visite era interna, mentre la conduzione veniva affidata a un fornitore esterno.
-Dal 2013 al 2105 il servizio è stato completamente esternalizzato: progettazione, prenotazione e conduzione delle attività per scuole e famiglie e di tutte le visite per adulti erano a cura di un concessionario esterno.
- Dal 2015 la riorganizzazione della Fondazione Torino Musei ha portato ad una rivalutazione dei Servizi Educativi: è stata riportata internamente la progettazione e la conduzione delle attività con laboratorio per le scuole di ogni ordine e grado per le famiglie e per gruppi con disabilità, mentre si è mantenuta l’esternalizzazione del servizio di visite guidate per scuole, per adulti e in lingua.
Nel corso degli anni si sono ampliate le proposte per la fascia di età 3-5 anni e per le famiglie. Si è curata e sviluppata la parte laboratoriale delle attività, con l’introduzione di proposte che prevedono l’uso di diverse tecniche e materiali.
Quali sono i progetti educativi che ritenete più riusciti in questi anni?
Nel corso dei 10 anni, numerosi sono stati i progetti speciali sviluppati con vari interlocutori, dal fronte dell’intercultura a quello dell’accessibilità,
ci piace ricordare tra i tanti il progetto di "Post scuola al Museo"attivato per tre anni dal 2009 al 2011 completamente gratuito per i bambini della scuola primaria Sclopis e Ricardi di Netro e "Il MAO in reparto" progetto realizzato fuori sede, grazie ad una collaborazione attiva dal 2015 con ITER presso Bibliomause e in reparti dell’Ospedale Infantile Regina Margherita in piazza Polonia.
Qual'è per voi la funzione dei servizi educativi nel Museo?
La funzione principale dei Servizi Educativi all’interno di un museo così specifico come il Museo d'Arte Orientale è senza dubbio quella di mediazione, di facilitazione all’accesso a opere che raccontano contesti culturali e religiosi altri e che si prestano a una sfaccettata lettura multidisciplinare.
La progettazione di percorsi di visita alle collezioni permanenti e alle mostre temporanee per il pubblico delle scuole dai 3 ai 18 anni, per i centri estivi nel periodo giugno-settembre, per le famiglie e per le persone con disabilità segue questa vocazione, adattando i linguaggi alle fasce d’età e unendo una parte pratica alla visita. Si è deciso di scegliere come ispirazione l’idea di educazione di Gandhi basata sulle 3H: Head, Heart, Hand, per sottolineare la funzione educativa del museo come luogo di crescita sia da un punto di vista culturale sia fisico. La possibilità di esprimersi attraverso un’attività pratica usando materiali come l’argilla, la carta e le spezie, rivivendo e rielaborando in modo personale la visita in museo, arricchisce l’individuo nel suo processo di apprendimento, soprattutto nella società contemporanea talvolta troppo virtuale.
Si aggiungono l’impegno con l’alternanza scuola lavoro e i progetti speciali con i CPIA e con altri interlocutori come il Centro Interculturale e le associazioni o comunità di stranieri sul territorio.
Qual'è il vostro desiderio nel cassetto?
Mia: spazi più grandi per le attività didattiche, più attività dedicate alle persone con disabilità, maggiori possibilità di confronto con altre realtà museali (corsi di formazione), maggiori gratificazioni professionali dopo tanti anni di impegno e attività.
Eva: progettare in modo più sistematico e a lungo raggio attività e azioni per favorire l’accessibilità per tutti i pubblici.
Definite il vostro lavoro in tre parole.
Mia: Testa, cuore e mani "Head Heart Hand" secondo l’idea di educazione di Gandhi
Eva. Stare in mezzo, tra il pubblico (i pubblici) e il patrimonio
Fatevi una domanda...
Eva: Perché venire al MAO? Perché è un’occasione preziosa per affacciarsi sugli altri.
Mia: Quale importanza può avere un museo come il MAO? Avvicinare mondi e culture lontane per comprendere il valore della condivisione e dello scambio e arricchirsi.
...e per finire presentatevi ai nostri lettori
Mia: sono dipendente a tempo indeterminato della Fondazione Torino Musei dal 2007, inserita in staff al MAO nei Servizi Educativi a partire dall’aprile 2009.
Laureata in lettere moderne indirizzo storico ho lavorato presso l’Assessorato alla Cultura di Torino-Settore Musei dal 2002 al 2004 e successivamente inserita nello staff del Museo Diffuso della Resistenza di Torino. Mi occupo di didattica museale da circa 15 anni.
Eva: su incarico della Fondazione Torino Musei, a partire dal 2008 ho lavorato alla costituzione e gestione dei Servizi Educativi del MAO Museo d’Arte Orientale, aperto nel dicembre dello stesso anno. Sono laureata in Filosofia Estetica. Ho iniziato a dedicarmi alla didattica museale nel 2002 a Palazzo Bricherasio e in seguito ho conosciuto diverse realtà culturali della città e lavorato a progetti di fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale cittadino.