Aracne ed., Roma 2006
Trae in inganno il titolo di questo libro se si pensa che contenga indicazioni per fare didattica in museo o affronti le basi epistemologiche del fare didattica in museo o con il museo.
Infatti si tratta di un libro di intersezione nel quale la didattica museale si trova all'incrocio delle diverse problematiche che i saggi in esso contenuti affrontano.
Il libro nasce d'altronde all'interno del Laboratorio di Antichità e Comunicazione dell'Università di Ferrara e già questa origine tradisce lo sfondo di ricerca riguardante i temi e i problemi della comunicazione del bene patrimoniale prevalentemente antico ma non solo.
Il pregio del libro è certamente quello di rendere evidenti i problemi che si pongono assumendo diversi punti di vista.
Anna Maria Travagli Visser ("Le professioni della didattica museale e la gestione del servizio educativo") si domanda quale è la situazione e quali sono le condizioni per poter fare una buona didattica nel museo; sintetizza inoltre il dibattito aperto soprattutto a livello dei musei locali, anche con documentazione normativa inerente il tema delle professioni museali.
Due sono gli "incroci" della didattica museale con la scuola.
Da un lato, Aurora di Mauro ("Il museo dalla parte dell'insegnante: diritti e doveri di un'utenza speciale") pone un problema cruciale al quale risponde con il racconto di esperienze; considerato che la scuola è fruitore privilegiato del museo, l'insegnante è partner o utente: un interrogativo essenziale per fondare il dialogo.
Sviluppa ulteriormente il tema Mario Calidoni ("Pedagogia del patrimonio e scuola"), che amplia il discorso sul passaggio dalla didattica dei beni culturali nella loro singolarità alla proposta appunto della pedagogia del patrimonio del quale il "museo istituzione" è parte essenziale ma non esaustiva.
Se poi questa domanda si incrocia con il momento di innovazione che la scuola sta affrontando, allora il tema si coniuga in rapporto alle riforme scolastiche all'ordine del giorno nel dibattito culturale di questi anni.
Gli ultimi due saggi sono rispettivamente dedicati a problemi specifici, ma non per questo meno importanti, riguardanti la fruizione delle mostre temporanee e la didattica dell'arte contemporanea nei musei specifici.
"Didattica del museo, didattica delle mostre, per un uso didattico e formativo delle mostre temporanee" pone il problema del rapporto scuola/eventi culturali sul territorio ed è il titolo del saggio di Mirella Cisotto Nalon. L'autrice presenta numerosi esempi di iniziative realizzate e in via di realizzazione a Padova e ciò che emerge con maggiore evidenza è che la didattica è di qualità se la mostra sa piegarsi al territorio e viceversa perché la scuola vive nel territorio e vi scopre le specificità culturali di oggi e di ieri che la mostra analizza.
Elena Ciresola ("La didattica dell'arte contemporanea") infine sposta l'attenzione sulla contemporaneità, e si pone l'interrogativo sul ruolo della didattica museale per imparare a leggere, a "guardare" l'opera d'arte che poi è sul territorio per concludere: "più che di una didattica dell'arte, oggi, si può parlare di tante didattiche dell'arte pensate per protagonisti diversi".
Se la funzione didattica dei musei è uno degli scopi essenziali del museo stesso, se è vero che il patrimonio è parte più o meno consapevole della cultura di un luogo e dei suoi abitanti, come far incontrare queste due esigenze secondo standard e percorsi formativi di qualità?
Il libro fornisce gli elementi per aprire il dibattito e, crediamo, non sia poco.
Mario Calidoni