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Il museo come luogo dell'incontro. La didattica museale delle identità e delle differenze

AA.VV.,
Il volume presenta gli interventi della Settima Giornata di Studio sulla Didattica museale, ideata nel 1997 dalla Giunta Regionale del Veneto con lo scopo di dare in evidenza ai progetti didattici realizzati nei musei. L'edizione del 2004 ha analizzato l'ambito dell'incontro tra culture e bisogni sociali, laddove il museo emerge come strumento educativo privilegiato per accogliere e capire le differenze e, insieme, per rafforzare le identità. La pubblicazione è uno strumento di approfondimento utile e complesso allo stesso tempo, in grado di fornire esempi metodologici e suggerimenti sia per chi opera nell'ambito dell'intercultura e della mediazione culturale, sia per chi lavora nella sfera della didattica in accezione più ampia. I contributi sono molteplici e diversificati. Maria Elisa Avagnina, dei Musei Civici di Vicenza, è intervenuta sul tema dell'identità del museo, in relazione ai musei civici soprattutto dell'area veneta e vicentina, ripercorrendone dal punto di vista storico la nascita. Ulderico Bernardi ha incentrato il suo intervento sulle radici della memoria nei musei veneti, mettendo in luce l'importanza che acquisisce oggi la problematica della "mondializzazione", nella quale si pone l'urgenza dell'identità, tra esigenze di persistenza culturale e di mutamento. Nell'analisi di Silvia Mascheroni si evidenzia come l'appropriazione delle conoscenze relative ad una cultura specifica, segni il primo passo verso una società in cui convivano identità e differenze, in cui il patrimonio culturale si attesti essere uno strumento per l'educazione interculturale. Emerge la necessità di far uscire dall'eccezionalità gli interventi educativi dedicati al rapporto tra patrimonio culturale e pubblici svantaggiati. Mascheroni mette in evidenza alcune esperienze significative, modelli di progettualità condivisa finalizzata a programmi specifici e basati su stabili rapporti interistituzionali. Sul cosiddetto "non-pubblico", ovvero il pubblico che per ragioni diverse e differenziate non è solito visitare il museo, concentra la sua attenzione Patrizia De Socio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, mentre Ivo Mattozzi (Università di Bologna) fa un'analisi a partire dal concetto di "storia" e di "storie", utile ad indirizzare le politiche di conservazione e di promozione dei beni culturali, oltre che a valorizzare un'informazione del patrimonio e della coscienza culturale. L'intervento di Vito Lattanzi, del Museo Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini", chiama in causa la competenza antropologica, laddove essa incentra la sua azione sul problema del "Tempo", del museo come "contenitore di oggetti e di testimonianze" che trasforma la memoria delle cose in memoria culturale. La didattica museale deve dunque caratterizzarsi come "didattica delle differenze", con una prospettiva di valorizzazione dei patrimoni in un'ottica interculturale e di critica del nostro etnocentrismo. Angela Ruta Serafini (Museo Nazionale Atesino) analizza invece la situazione veneta del I millennio a.C., come esempio di avvicendamento stratificato e complesso di culture presso il popolo dei Venèti. A partire dalla sua esperienza presso il Museo del Risorgimento e della Resistenza, Mauro Passarin incentra il suo intervento sul concetto di memoria, come strumento imprescindibile per una cultura della tolleranza e della diversità, se supportata da metodiche della conservazione e della didattica specifiche e innovative. Infine Cristina Alloggio (SSIS Veneto) sottolinea l'importanza del ruolo della scuola nei percorsi di valorizzazione e di didattica del patrimonio culturale, in un'ottica di superamento dei pregiudizi culturali. Le proposte di Alloggio si concretizzano in progetti dedicati in primo luogo agli insegnanti che hanno frequentato il Laboratorio dei metodi di progettazione dei percorsi museali: un esempio scaturito da questi incontri è raccontato dalla professoressa Annaluigia Boeretto, promotrice del progetto "A nostra tera. Alla scoperta delle origini".

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