a cura di Luca Dal Pozzolo
Il tavolo ha approfondito in un primo giro di interventi i molteplici vincoli e ostacoli che si frappongono nel rapporto tra scuola e musei, nonostante l’impegno costante dei docenti maggiormente motivati a superare tutte le barriere.
Gli ostacoli sono ben conosciuti anche in merito all’efficacia della loro azione e una lista non esaustiva potrebbe comprendere:
A queste difficoltà “maggiori” che richiederebbero interventi di carattere generale a livello urbano per essere superate, si aggiungono innumerevoli problematiche di scala “più fine” al livello dell’organizzazione scolastica che aggiungono attriti alla decisione di aderire alle iniziative: dalle difficoltà di concordare gli orari con i colleghi, al relativo isolamento, in alcune condizioni, di chi intenderebbe promuovere esperienze di rapporto con musei e istituzioni culturali.
Ciò nonostante le esperienze positive non mancano, caparbiamente ricercate e volute attraverso l’impegno diretto dei docenti, nell’immaginare e rendere possibili occasioni diverse di sperimentazione.
Particolarmente interessanti tutte le iniziative che comportano una partecipazione attiva degli utenti e, di conseguenza, una disponibilità delle istituzioni culturali a co-progettare con le scuole le iniziative, a mettere a disposizione le proprie competenze per interagire in modo creativo: dai laboratori di story telling, alla costruzione di atlanti dedicati a mappare e restituire informazioni sui beni culturali, all’uso creativo delle opportunità messe a disposizione dell’alternanza scuola e lavoro.
Nonostante la positività di tutte queste esperienze, l’assenza di sistematicità e di un’organizzazione strutturata implica un gran dispendio di risorse e la grande difficoltà a rendere comunicabili e replicabili le esperienze.
Fermo restando la necessità di una leadership forte degli insegnanti nel volere e guidare questi rapporti di scambio tra il mondo scolastico e il mondo della cultura, esiste una domanda pressante, rivolta alla Città in primo luogo, per accedere a servizi e opportunità che servano a consentire, da un parte, una gestione routinaria, non emergenziale, non “eroica” delle attività extra moenia, che possa coinvolgere un numero maggiore di docenti e contribuire ad allargare il panorama dell’offerta alla maggioranze delle classi; dall’altra, una messa in campo di condizioni per poter co-progettare iniziative con le istituzioni culturali, possibili soltanto in una logica di replicabilità e consuetudine delle esperienze, fondata su di una prassi consolidata, che non debba fare continuamente i conti con situazioni di difficile accessibilità, per le famiglie, per i docenti, per la città nel suo insieme.