Per capire alcune essenziali peculiarità di questa istituzione scolastica, in particolare nella Scuola Media, occorre risalire molto indietro nel tempo, alla storia dell’aristocrazia piemontese
appartenente all’antico ducato sabaudo e poi al Regno di Sardegna. Bisogna altresì ricordare che Torino è stata la capitale di un Regno che aveva un territorio al di qua e al di là delle Alpi, in quella Savoia che è stata legata alla storia della Francia quando il Piemonte concluse l’unificazione dell’Italia nel 1861. Questo significa pure che i legami di questa aristocrazia sabauda con la Francia erano strettissimi, e costituiscono la lontana origine dell’Istituto Sant’Anna.
Carlo Tancredi di Barolo, che fu legato a figure come quella di Don Bosco e di Antonio Rosmini, promosse ogni forma d’intervento, dal finanziamento di scuole, all’organizzazione delle discipline e dei programmi di insegnamento, alla stesura di libri di testo, ecc.
Carlo Tancredi fonda nel 1834 la "Congregazione femminile le suore di Sant’Anna". Dall’avvio dato da Carlo Tancredi, la nuova Congregazione procedette concretamente soprattutto quando, con l’unificazione italiana e la “Legge Casati” che dette inizio alla scuola italiana di Stato, entrò a far parte del nuovo piano d’istruzione nazionale. A dare l’impulso all’opera delle Suore fu un’altra figura carismatica, suor Enrichetta Dominici, destinata a diventare Superiora Generale dell’Ordine.
Se percorriamo i decenni, vediamo la città attiva e preindustriale, ormai non molto dissimile da quella moderna, quando nel 1877 venne costruito l’odierno Istituto Sant’Anna nel quartiere San Secondo, oggi centralissimo, allora di estrema periferia.
Nel 1877, il Borgo San Secondo era ben modesto e popolare, contadini immigrati e operai, commercianti, impiegati. È significativa la scelta allora compiuta di far sorgere la nuova costruzione in una zona della città povera, similmente alla Casa Madre che si trovava però al lato opposto della città. L’edificio scolastico doveva avere anche una chiesa. Oggi è rimasto come allora e si distingue perciò per la sua architettura ottocentesca a due piani, dotata di larghi spazi per le aule, lunghi corridoi, e di ben due vasti cortili per la ricreazione.
Giulia Colbert, nel proseguire l’opera educativa del marito aveva definito la funzione della Congregazione di Sant’Anna nell’educazione delle ragazze di famiglie di modesta condizione sociale. In questa prospettiva e nell’ambito dell’istituzione nazionale, nel 1878 si aprivano un convitto femminile, l’asilo e le scuole elementari.
Più tardi anche una Scuola Complementare, come si chiamava allora l’indirizzo che dopo la Riforma scolastica voluta da Giovanni Gentile nel 1923, venne trasformata in Scuola di Avviamento professionale di tipo commerciale, corrispondente a livello di età all’attuale Scuola media.
Negli anni Trenta venne avviato un Magistrale “inferiore”, poi divenuto “Scuola media” nel 1940, e un Magistrale “superiore”.
Fu così che un Decreto Regio del 1934 attribuì all’Istituto di Sant’Anna il titolo di “ente morale” nell’ambito dell’istituzione dell’Educazione nazionale e nel 1939 un nuovo Decreto lo rese “parificato” in tutti i suoi gradi scolastici e “sede d’esami”.
I primi esami interni di Stato si ebbero dunque nel 1951.
Nel 1962-63 la Riforma scolastica rese “unica” la scuola media, abolendo l’indirizzo professionalizzante, che si chiamava “avviamento al lavoro”. Anche il Sant’Anna, unifica i due “canali” nella nuova scuola media inferiore dell’obbligo.
Da allora l’Istituto delle Suore di Sant’Anna, che nel frattempo aveva aperto un Tecnico superiore (oggi invece al posto del Magistrale e del Tecnico esiste un unico Liceo scientifico), alimenta la sua vocazione mantenendo, attraverso i cambiamenti storici e quelli delle numerose riforme scolastiche sopravvenute, la sua specificità tradizionale di scuola operante in seno all’istituzione di Stato come realtà non statale, che concepisce nell’ispirazione cristiana il valore della formazione umana attraverso l’istruzione disciplinare. Dal 1996 anche il Preside della scuola è un laico, La Congregazione continua a operare anche se l’ambiente è mutato per la presenza degli insegnanti laici. Si attua così un incontro tra passato e presente molto vivace e dialogico.
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