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ART&SOUND NIGHT
 

a cura di Olga Gambari

ALESSANDRO FABBRIS

Torino 1977
Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino
alfabbris@libero.it

PERSONALI
2007. Anatomia di un processo narrativo, Galleria Arte Giovane, Palazzo
del Collegio, Asti
2004. L’imperio della luce, Pieve di San Pietro, Settimo Torinese (TO)
COLLETTIVE
2007. Vernice Art Fair, Confini, Forlì
2007. Gemine Muse, Forlì
2006. Frammenti, Galleria Wunderkammer, Torino
2004. Premio Morlotti-Imbersago, Imbersago (LC)
2004. Wunderkammer, Galleria Wunderkammer, Torino
2002. Artisti a Torino, Spazio Under 30, Torino Esposizioni, Torino
2001. Premio Giovani Artisti Fondazione Gaetano Morgese, Terlizzi (BA)
2001. Patchwork3, Accademia Albertina delle Belle Arti, Torino
alfabbris@libero.it

Fare pittura nell’arte contemporanea può essere la scelta più difficile, più pericolosa. L’arte per secoli “è stata” la pittura, e ancora adesso per molti, quando si dice “artista”, immediatamente l’abbinamento naturale è con la figura del pittore. Alessandro Fabbris parte da una conoscenza profonda della storia della pittura, da un lato i maestri che hanno codificato alfabeti, svolte, codici etici ed estetici, dall’altro le opere che ancora adesso dominano l’immaginario collettivo. Per Fabbris c’è stata prima di tutto una lunga riflessione concettuale su quello che significa oggi “pittura”, sul senso che può avere; una complessa rielaborazione di cui le sue opere diventano poi visualizzazione. Luce, colore e forma sono i tre punti su cui ha sviluppato i suoi ragionamenti artistici. La dimensione pittorica è spaccata e osservata da diversi punti di vista, frammentata in sezioni che vengono poi ricomposte con armonico e produttivo “disordine”. Una sorta di analisi stratigrafica con cui l’artista si immerge nella superficie pittorica, proiettandola in solidi tridimensionali
scomposti, dove il segno e la materia prendono volume e diventano narrazione.Anatomie di processi narrativi. Fabbris dipinge per strati, su materiali diversi che in seguito sovrappone, con impalpabile ma efficace rilievo. Accumuli e assemblaggi di fogli d’acetato, carte e veline, stampe digitali, lucidi, su cui interviene con olii, pigmenti, pastelli, cera, gomma arabica, acrilico. Segni liquidi, altri spessi, ombre e aloni, macchie e calligrafie, esplosioni e velature. Una sorta di scrittura che racconta storie, ogni opera una diversa, fatta di pagine, capitoli. La percezione visiva è dodecafonica, in una frammentazione della composizione che apre e dà libertà, non chiudendo nessun confine e non riconducendo a nessuna iconografia data e familiare. Sintassi aperte.

ALESSANDRO FABBRIS


Sintassi aperta #3
, 2007 - Pigmenti su acetati, pastelli su lucidi, 140x150 cm


Anatomia di un processo narrativo #20,
2007 - Pigmenti su acetati, olio e pastelli su cera, pastelli su lucidi, 115x110 cm


Sintassi aperta #4
, 2007 - Pigmenti su acetati, pastelli su lucidi, 140x150 cm


Viatico #1
, 2007 - Pigmenti su acetati, pastelli su lucidi e olio su cera, 150x210 cm


Sintassi aperta #2
, 2007 - Pigmenti su acetati, 50x70 cm (particolare)


Sintassi aperta #4, 2007 - Pastelli su lucidi, 35x50 cm (particolare)