Questo nuovo volume degli "Atti consiliari. Serie storica", il quattordicesimo della collana promossa dalla Presidenza del Consiglio comunale, è dedicato a Giovanni Angelo Reycend, figura di spicco nel panorama culturale piemontese tra Otto e Novecento.
Nasce a Torino nel 1843 da Luigia Fornasero e Ferdinando Reycend, discendente da una famiglia di librai e mercanti d’arte originari di Monestier-de-Briançon nel Delfinato. Ingegnere laureato nel 1865, fin dai primi anni dopo la laurea insegna presso noti istituti professionali e dal 1877 al 1919 è docente di Architettura tecnica e Composizione architettonica alla Regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri in Torino, poi Regio Politecnico di Torino, assumendo l’incarico precedentemente ricoperto da Carlo Promis, suo maestro.
Eletto consigliere comunale di Torino nel 1888, amministratore della città per quasi diciotto anni, riceve la nomina di assessore all’Istruzione, ai Lavori pubblici, al Catasto e Imposte e alla Polizia dal 1891 al 1897.
Al suo primo incarico istituzionale, segue con interesse il dibattito municipale partecipando assiduamente alle sedute consiliari. I suoi interventi, trascritti nelle pagine degli Atti del Municipio, appaiono lucidi e precisi, espressione di una profonda cultura e di una grande professionalità. Dalle sue relazioni, conservate nel patrimonio documentario dell’Archivio Storico della Città di Torino, si evince un importante impegno nei confronti dei cittadini e della Municipalità.
Correlando le cariche assunte a Palazzo di Città con la sua esperienza professionale, Reycend si occupa delle principali questioni di pianificazione urbanistica e progettazione architettonica e promuove importanti iniziative per la formazione degli operai.
Professionista incaricato da una committenza borghese, alto-borghese e aristocratica, l’ingegnere progetta case da pigione, palazzine e fabbricati per l’istruzione edificati nelle zone di espansione della città e negli antichi quartieri centrali.
I disegni reycendiani sono un’importante testimonianza dell’evoluzione della cultura architettonica di fine secolo, appoggiata su un sistema costruttivo tradizionale e attenta alle innovazioni tecniche diffuse con l’uso del cemento armato.
Tra le realizzazioni torinesi spiccano il progetto per l’Istituto Nazionale per le Figlie dei Militari, costruito nei pressi della barriera di Casale, e il Santuario di Nostra Signora della Salute in borgata Vittoria. Commentando la sua opera architettonica emergono scelte progettuali che lo accostano al fenomeno dell’Eclettismo.
Profondo conoscitore della storia dell’architettura, pubblica numerosi scritti nelle pagine delle principali riviste tecniche date alle stampe tra Otto e Novecento e negli atti di note società artistiche italiane.
Negli ultimi decenni del XIX secolo un articolato dibattito culturale si svolge tra le associazioni professionali e le sedi istituzionali.
In Sala Rossa l’ingegnere si interessa del risanamento del centro cittadino, privilegiando l’innesto della Diagonale Pietro Micca in piazza Castello.
Assessore ai Lavori pubblici dal 1890 al 1894, si dedica all’attuazione dei piani d’ampliamento presentati da Promis curando, all’interno della cinta daziaria, l’ingrandimento verso Porta Susa, in regione di Valdocco, in Borgo Dora e nella regione di Vanchiglia e, fuori cinta, il prolungamento di via Bologna e la regolarizzazione della Strada di San Paolo.
Relatore della commissione esaminatrice dei disegni presentati al concorso per la scuola Pacchiotti, Reycend studia la realizzazione di un nuovo ponte sul Po in sostituzione del ponte Maria Teresa e il progetto di un Palazzo Poste e Telegrafi.
Dai suoi interventi traspare una puntale conoscenza della normativa, discussa dall’assemblea consiliare tra il 1899 e il 1900 per definire alcune modifiche al testo del "Regolamento per l’ornato e la polizia edilizia" approvato nel 1862.
Membro della Commissione d’ornato dal 1890 al 1905, discute la collocazione del monumento a Quintino Sella nel cortile del Castello del Valentino e analizza diversi progetti edilizi.
Particolare attenzione è rivolta alla sede della Scuola d’arti e mestieri, un nuovo istituto promosso dall’amministrazione comunale per l’istruzione professionale. All’inizio del Novecento, già assessore all’istruzione, promuove la costituzione di un Istituto Professionale Operaio riunendo in un unico edificio e sotto una sola direzione, la Scuola d’arti e mestieri, la Scuola di chimica Cavour e le Scuole serali di disegno. Reycend si spegne a Torino nel 1925.
Alla fine è doveroso rivolgere un profondo e sentito ringraziamento ad Elena Gianasso, la cui attenta, puntuale ed appassionata opera ha permesso di evidenziare al meglio le doti umane e professionali di Giovanni Reycend, un grande torinese che, con profondo senso delle istituzioni, ha messo al servizio della Città la propria competenza professionale con risultati tanto preziosi da renderlo ancora oggi un esempio per amministratori e cittadini.
Mauro Marino
Presidente del Consiglio Comunale di Torino
Torino, ottobre 2002