La partecipazione popolare
In che modo si può rendere effettiva la partecipazione dei cittadini all'attività amministrativa? Lo Statuto della Città prevede gli istituti:
- dell'istanza, presentata al Sindaco da un cittadino, volta a chiedere informazioni o segnalare specifici problemi;
- della petizione, strumento con il quale un numero minimo di cittadini fissato dallo Statuto (300 titolari dei diritti di partecipazione che abbiano compiuto il
sedicesimo anno di età) può evidenziare problemi esistenti, o proporre al Consiglio Comunale misure da attuare per risolvere specifiche questioni di competenza comunale;
- della deliberazione di iniziativa popolare, con il quale 1500 cittadini (5000 se si intende modificare lo Statuto) possono proporre al Consiglio Comunale una deliberazione che il Consiglio stesso sarà obbligato a discutere e a votare
- del referendum consultivo, deliberato a maggioranza assoluta dal Consiglio Comunale, con il quale i cittadini sono chiamati ad esprimersi su materie che non siano tributi locali, tariffe o provvedimenti esecutivi vincolati dalla legge
- del referendum abrogativo, con il quale almeno 20000 cittadini aventi diritto al voto possono chiedere l'abrogazione parziale o totale di deliberazioni approvate dal Consiglio Comunale, in base alle modalità più sotto indicate
- del referendum propositivo, che permette di esprimere una proposta in merito a temi, iniziative, programmi e progetti di competenza del Consiglio Comunale o della Giunta.
Le modalità per presentare una petizione o una proposta di deliberazione sono previste nello Statuto e nell'apposito Regolamento e, sinteticamente si possono così descrivere:
- Il cittadino può recarsi all'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP): tutte le informazioni sugli orari e i recapiti dell'ufficio sono disponibili sulle pagine dell'URP
- Dopo un colloquio con gli operatori, per spiegazioni e chiarimenti, si ritirano i moduli prestampati, disponibili anche in rete sul sito dell'URP.
- La petizione deve essere presentata da tre firmatari, maggiorenni, residenti in Torino ed iscritti dal almeno sei mesi nelle liste elettorali, muniti di documento di identità con foto non scaduto (preferibilmente carta d'identità, patente, passaporto) per l'autentica delle firme da parte dell'URP.
- La proposta di deliberazione deve invece essere presentata da dieci presentatori. L'Ufficio Relazioni con il Pubblico trasmette successivamente tale proposta al Presidente del Consiglio Comunale che la sottopone al Segretario Generale per la verifica della legittimità ed entro 30 giorni ne comunica l'esito e gli eventuali rilievi al primo dei dieci presentatori.
- L'originale del modulo autenticato viene restituito ai primi firmatari. È previsto il pagamento dei diritti di segreteria pari a euro 2,58 per le petizioni e 5,16 per le deliberazioni.
- A questo punto si può procedere con la raccolta delle firme, su fotocopie del modulo autenticato, che debbono essere almeno
- 300 per le petizioni
- 1500 per le proposte di deliberazione
- 5000 se riguardano proposte di modifica dello Statuto
- Una volta raggiunto il numero di firme sufficienti, i moduli vanno riconsegnati all'URP che procederà a verificare la validità delle firme e ad effettuare controlli a campione sulla veridicità dei dati inseriti
- A questo punto il Presidente del Consiglio Comunale, mediante l'Ufficio Stampa, organizza presso i locali comunali il diritto di tribuna, cioè una conferenza stampa, invitando i rappresentanti di tutti i giornali torinesi, durante la quale i cittadini possono spiegare, e quindi rendere di dominio pubblico, le ragioni che li hanno portati a rivolgersi all'Amministrazione comunale.
- Successivamente, entro i termini previsti dallo Statuto, le petizioni e le proposte di deliberazione sono discusse nella Commissione Consiliare competente, alla presenza dei primi presentatori che possono così illustrare le loro ragioni agli amministratori cittadini.
- Infine, per quanto riguarda le proposte di deliberazione, esse debbono essere votate dal Consiglio Comunale, che le può approvare (anche modificandole) o respingerle.
Al referendum abrogativo non può farsi ricorso in materia di bilanci, tributi, tariffe o materie vincolate dalla legge.
L'ammissibilità del referendum abrogativo viene giudicata da una apposita Commissione presieduta dal Presidente del Consiglio Comunale.
La presentazione dell'iniziativa referendaria deve essere corredata almeno da duemila firme; successivamente, ove la proposta di referendum abrogativo venga dichiarata ammissibile dalla Commissione, i promotori hanno novanta giorni di tempo per raccogliere le firme rimanenti.
In ogni caso, l'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) è disponibile a fornire ogni chiarimento eventualmente richiesto.