Torino, se non fosse così poco conosciuta, potrebbe aspirare ad entrare nel circuito delle città d'arte, ricca com'è di storia, cultura e monumenti. La Villa Tesoriera ed il Parco annesso rappresentano una bellezza esemplare, ancorché situati in posizione semiperiferica: un significativo esempio di villa suburbana settecentesca.

La collocazione sull'asse di Corso Francia, appena oltre la piazza Rivoli in direzione ovest, fu scelta dal Duca Amedeo di savoia II nel `700. Tale progetto si concretizzò, allorquando Ayme Ferrero di Borgaro e Signore di Cocconato, tesoriere generale dei redditi del Duca, nel 1713 fece edificare una cascina ed acquistò il terreno circostante. Per deduzione si può, quindi, comprendere la connessione esistente tra il ministero del suo fondatore e la denominazione di "Tesoriera".

Purtroppo, gli avvenimenti storici seguenti segnarono il lento decadimento artistico della Villa che, solo nel 1844, sotto la guida del Marchese Ferdinando di Breme e di Sartirana subì sostanziali mutamenti e conobbe, per un breve periodo, fasto e splendore.

Oggi, più che Tesoriera dovrebbe più propriamnete chiamarsi Villa Sartirana. Jacopo Maggi, architetto con licenza di creare opere d'arte, realizò questa opera d'arte ispirandosi al Guarini.

La Villa Tesoriera rispetta fedelmente le linee strutturali dei più noti palazzi barocchi torinesi, anzi per le sue peculiarità e particolarità è un esempio di barocco settecentesco rispetto ad altri edifici coevi: a partire dalla costruzione, realizzata ex novo e non su fondamenta preesistenti; dalla copertura del primo piano con volte in muratura, e non in legno. Le due scale, collocate ai lati del salone principale, in funzione di collegamento tra il piano terra e il primo piano, furono soppresse nel 1935 dallìng. Gianni Ricci su commissione del Duca d'Aosta. A loro posto fu realizzato un salone nel corpo di fabbrica del lato est.

Le volte del salone e delle quattro sale laterali sono stupende e fantasiose, progettate e ralizzate in modo da conferire un luminoso effetto ottico ed ariosità all'ambiente mediante l'impiego di cupolette e lunettari che prendono luce provienente dalle finestrelle situate in alto

A mezzogiorno v'è una galleria di notevoli proporzioni con funzione di sostenere la spinta obliqua della grande volta nel salone stesso, inserita nella struttura sopraelevata con finestre poggianti sui cornicioni della sala.

Ai due lati si trovano quattro sale con volte dalle linee architettoniche poco dissimili dalle altre del piano terra, ma più ampie e più ricche di motivi decorativi. Il salone è ricoperto da un fascione centrale a botte contro il quale insistono quattro costoni (due per lato), sui quali si impostano le lunette angolari e quelle sovrastanti i lati più corti.

Le volte delle sale laterai sono fra di esse simili a due a due; quelle poste a mezzogiorno hanno 8 costoloni collegati al centro da un ampio ottagono su cui insiste un cupolino. Otto grandi lesene sorregono il cornicione in stucco, dal quale partono i costoloni delle volte.

In un' anticamera, al lato del salone, la volta è dominata da massiccie strutture architettoniche che volgono verso il centro a forma circolare. Al piano terra, un maestoso porticato di facciata costituito da tre ampie arcate: lungo 15 metri e largo 3 metri in modo da conferire alla stessa un'aspetto architettonico maestoso ed un ampio respiro volumetrico all'anticamera adiacente. Il porticato ha la volta decorata con stucchi e decorazioni costituite da figure allegoriche.