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il catalogo della mostra
(n. 1 della collana Quaderni dell'Ecomuseo
4)
in formato PDF (4,5 MB)
L’Ecomuseo
siamo noi!
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QUI la schedina di adesione
e partecipazione all'Ecomuseo
4
Un’emozione
di vita e di memoria: tutti
sono invitati a partecipare
portando fotografie, scritti,
manifesti, stampe, diari,
manoscritti, lettere, interviste,
filmati... sulla storia della
Circoscrizione e del suo territorio.
I materiali consegnati verranno
acquisiti in copia e restituiti
al proprietario.
Inoltre, chi lo desidera,
potrà essere intervistato
per raccontare particolari
momenti storici o aspetti
peculiari delle diverse realtà
che riguardano la Circoscrizione.
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Il Territorio
Storico
San
Donato Campidoglio Parella
un racconto per immagini
e testimonianze
mostra - a cura di Mauro S. Ainardi
e Alessandro Depaoli
Ecomuseo Urbano
Circoscrizione 4
via Medici 28 - Torino
La mostra
analizza l'evoluzione del territorio corrispondente
ai "quartieri" che costituiscono
l’attuale 4ª Circoscrizione,
a partire dal 1500 e fino al XX secolo.
L'analisi è condotta grazie all'esame
dei documenti d'archivio, in particolare
cartografici (disegni e mappe), ampiamente
riprodotti nella mostra.
In questi documenti si può leggere
l'evoluzione del territorio dalla campagna
alla città, e scoprire nei nomi delle
vecchie cascine agricole l'origine di molti
toponimi ancora oggi in uso.
È possibile gettare uno sguardo sullo
sviluppo degli edifici industriali e sulla
graduale espansione del tessuto urbano.
La mostra è accompagnata da una proiezione
a ciclo continuo degli elementi cartografici
più significativi.
Distesa sul pavimento, una grande foto aerea
di tutta San Donato, Campidoglio e Parella
permette di riconoscere dal vivo e a volo
d’uccello tutti i dettagli più
interessanti.
Presso l’Ecomuseo è disponibile
in distribuzione gratuita il catalogo della
mostra.
Progetto,
ricerca scientifica e testi di Mauro Silvio
AINARDI e Alessandro DEPAOLI
Progetto grafico di Alessandro DEPAOLI
Si ringraziano per la gentile autorizzazione
alla riproduzione della cartografia storica
e dei documenti:
- Archivio Storico della Città di Torino
(ASCT);
-Archivio di Stato di Torino (ASTO, aut. prot.
7915/282800 del 24.11.2008);
- Archivio Fotografico della Fondazione Torino
Musei.
Il © di ogni immagine è citato
in didascalia; per tutte divieto di riproduzione
o duplicazione, anche parziale e con qualsiasi
mezzo, compresi quelli digitali.
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Mostra Il Territorio
Storico, anteprima web, i primi e gli ultimi
pannelli
Un racconto per immagini
e testimonianze (dall'introduzione
del catalogo e della mostra, testo di M. S. Ainardi
e A. Depaoli)
L’analisi di un territorio
storico ha l’obiettivo di cogliere e mettere
in luce il rapporto tra le vicende politiche,
economiche e sociali, l’ambiente e l’architettura
di un determinato ambito spaziale, definendo le
fasi temporali attraverso cui si sviluppano queste
dinamiche.
Tale analisi muove necessariamente dallo studio
della cartografia prodotta per quell’area
nel corso dei secoli. Mappe, catasti ed altri
strumenti cartografici offrono, infatti, la rappresentazione
immediata di un territorio, riferibile ad una
data precisa od almeno ad un periodo circoscritto.
Permettono, inoltre, un più agevole confronto
allo scopo di evidenziare le eventuali modificazioni
avvenute.
Occorre, tuttavia, tenere presente che solo a
partire dal Settecento le cartografie diventano
uno strumento scientifico di rappresentazione
e non più il frutto di una interpretazione
soggettiva. In ogni caso, costituiscono oggetti
di ottima fattura e particolare pregio e sovente
raggiungono livelli espressivi e pittorici di
grande rilievo.
Il percorso espositivo della mostra Il territorio
storico. San Donato - Campidoglio - Parella, un
racconto per immagini e testimonianze presenta
una selezione della cartografia storica conservata
relativa al territorio compreso negli attuali
limiti amministrativi della 4ª Circoscrizione.
Ognuna delle carte riprodotte è emblematica
di una fase di sviluppo di questa porzione di
città. L’orizzonte temporale2 spazia
dalla prima rappresentazione disponibile dell’area,
datata al 1579, sino agli anni ‘30 del Novecento,
seguendo una scansione ritmica di alcuni decenni
che pone in chiara evidenza le trasformazioni
del paesaggio e le fasi attraverso cui si realizzano.
Il racconto che emerge dalle carte viene integrato
ed approfondito mediante stralci di progetti edilizi,
fotografie storiche, documenti d’archivio
e brani di libri che aggiungono ulteriori informazioni
di carattere sociale, economico e storico ai dati
urbanistici ed ambientali. In particolare, le
parole di chi vive e lavora nell’area diventano
preziose testimonianze sulla vita sociale ed economica
del territorio e sulle modificazioni fisiche ed
ambientali che vi si registrano.
Brevi note sulla cartografia storica
Come si è detto, solo dal Settecento la
cartografia diventa strumento scientifico di rappresentazione
e non più soltanto il prodotto di una interpretazione
soggettiva. Le cartografie realizzate in Piemonte
con metodologie scientifiche a partire da tale
epoca, siano esse cartografie territoriali o catastali,
fanno seguito alla volontà dei sovrani
sabaudi di razionalizzare e rafforzare lo Stato,
approfondendo la conoscenza del suo territorio
e limitando i privilegi e le immunità nobiliari
ed ecclesiastiche.
Gli strumenti utilizzati per fini fiscali, come
i catasti, adottano sistematicamente una metodologia
scientifica di misura e di rappresentazione. Le
regole per la redazione dei nuovi catasti sono
fissate nel Regio Biglietto del 5 Marzo 1739.
Principale novità è l’introduzione
della misura parcellare: viene assunto come elemento
base della misura del territorio la particella
o “parcella”, ovvero la porzione di
terreno che ha lo stesso tipo di coltivazione
e lo stesso proprietario. Un prato e un campo
appartenenti alla stessa persona, ad esempio,
costituiscono due particelle diverse; due porzioni
di uno stesso campo appartenenti a due proprietari
costituiscono, a loro volta, due particelle diverse.L’altra
grande novità del catasto settecentesco
è la mappa, ossia la rappresentazione grafica
del territorio misurato, laddove i precedenti
catasti erano esclusivamente descrittivi.
I dati raccolti con le complesse operazioni di
misura condotte sul campo portano a produrre vari
tipi di documenti, che oggi diventano strumenti
utilissimi per una indagine sul territorio storico:
il “libro delle stazioni”, diario
delle attività giornaliere di rilievo;
il “sommarione”, volume che riporta
l’indice delle particelle nell’ordine
numerico in cui si susseguono sul terreno, affiancate
dai nomi dei possessori, dall’indicazione
della tipologia del bene e le particelle confinanti;
il catasto, volume su cui compaiono in ordine
alfabetico i nomi dei possessori, ad ognuno dei
quali si accompagna la descrizione di tutti i
beni posseduti (localizzazione, proprietà
confinanti, superficie, stima) con i relativi
numeri di particella; la mappa, che raffigura
in modo geometrico complessivo il territorio della
comunità, suddiviso in particelle numerate;
il “libro figurato o campagnolo”,
volume che riporta il rilievo percettivo di porzioni
di territorio, accompagnato dalle relative annotazioni
di misura; i “libri delle mutazioni e dei
trasporti”, che documentano i cambiamenti
di proprietà successivi al momento della
rilevazione e della stesura della mappa.
Nel 1802, nelle fasi della prima occupazione francese
del Piemonte, fu dato avvio alla realizzazione
di un catasto “per masse di coltura”,
detto “Napoleonico” o “Francese”,
con lo scopo di valutare approssimativamente quantità
e qualità dei beni immobili di ogni comune.
La valutazione consentiva di fissare la quota
di contribuzione spettante a ciascuno dei comuni,
lasciando a questi l’onere di ripartire
la quota tra i propri abitanti.
L’operazione prevedeva la misura (“l’arpentage”)
del territorio, con la stesura di una mappa geometrica
sulla quale erano individuate porzioni di coltura
e qualità omogenee (“massa”)
anche se appartenenti a proprietari diversi, contraddistinte
da un numero progressivo. Si procedeva quindi
alla stima (“expertise”) del reddito
dei terreni misurati.
Questa procedura, oltre alla mappa, porta a compilare
vari documenti: l’”État de
section”, volume corrispondente al “sommarione”,
recante l’elenco delle “particelle”
con indicazione del proprietario, della superficie,
della qualità e della rendita; la “matrice”,
volume corrispondente al catasto, dove compaiono
in ordine alfabetico i nomi dei proprietari con
le particelle possedute; il “libro delle
mutazioni”, ossia dei cambiamenti di proprietà.
I catasti successivi (Catasto Gatti, Catasto Rabbini,
ecc.) reintrodurranno l’uso del particellare
per definire la proprietà e l’uso
dei beni immobili.
M.
S. Ainardi e A. Depaoli
Il
pubblico della mostra ha scritto:
- 11 Dicembre
2008
“Finalmente una cosa valida…continuate
così” (Ettore)
- 16 Dicembre
2008
“ Un lavoro che permette di approfondire
in modo concreto la conoscenza di un quartiere
e della città in cui si vive. Complimenti”
(Ilaria)
- 14 gennaio
2009
“ Un tuffo nel passato: 36 anni fa. Molto
bello!!”
- 21 gennaio
2009
“ Descritta con molta chiarezza la mappa
dei canali dei quali si trovano ancora tracce
in Corso Appio Claudio e in via San Donato (tombini)
Complimenti per il buon lavoro di documentazione
svolto!”
- 4 febbraio
2009
“Complimenti per l’ottima mostra,
era un’esigenza conoscere la storia dei
quartieri per me che ci sono nato. Con la speranza
di un ampliamento ( anche fotografico) vi rinnovo
i miei complimenti”
(Claudio)
- 11 febbraio
2009
“Molto interessante. La conoscenza del
passato ci stimola ad agire più consapevolmente
per l’ambiente in cui viviamo. BRAVI!”
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