CittAgorà
Periodico del Consiglio Comunale di Torino



Vittorio Foa, un secolo di pensiero libero

01-12-2009

Ginzburg Foa Bobbio Il Consiglio comunale ha ricordato Vittorio Foa, a poco più di un anno della sua scomparsa, avvenuta a Formia il 20 ottobre 2008.
Nato a Torino nel 1910, prigioniero politico durante il fascismo, Foa è stato consigliere in Sala Rossa per un breve periodo, nel dopoguerra, divenendo poi deputato all’Assemblea Costituente e successivamente senatore. Per molti anni è stato impegnato nel movimento operaio e sindacale, ricoprendo anche l’incarico di segretario nazionale della CGIL. Nel 1998 era stato nominato cittadino onorario torinese dal Consiglio comunale.
A ricordare il senatore Foa sono stati il sindaco Sergio Chiamparino, il senatore Pietro Marcenaro e il presidente del Consiglio comunale, Beppe Castronovo, che ha rievocato la figura di “un buon maestro, impegnato a difendere con forza i valori in cui credeva, un grande torinese di immensa cultura e di esemplare passione politica”.
Pietro Marcenaro ha voluto sottolineare come “Torino abbia segnato tutta l’esistenza di Vittorio Foa, nella sua infanzia sino agli anni dell’impegno politico e sindacale: per lui, la città era un punto di riferimento, con le sue fabbriche e il suo movimento operaio organizzato”.
Marcenaro ha rievocato un uomo “capace di guardare al di là degli stereotipi, convinto che di fronte ai problemi non ci fosse mai un’unica soluzione possibile e che una mente libera dovesse evitare gli schemi misurandosi con la realtà”.
Marcenaro Foa è sempre stato uno strenuo assertore dell’unità sindacale, ha ricordato il senatore, ritenendo che non fosse un principio astratto ma che nascesse dalle esigenze dei lavoratori. “Non era un ottimista ma aveva fiducia nelle persone. La politica cerca di cogliere e indirizzare i movimenti della società costruendo progetti per essa, ma senza fiducia nelle persone - ha poi concluso Marcenaro - è difficile pensare alla democrazia. Torino, per Foa, è sempre stata il simbolo dell’irrisolta questione di fondo: come si possa elaborare un progetto di libertà e di emancipazione che abbia tra i lavoratori il suo radicamento sociale”.
A chiudere la cerimonia è stato l’intervento del sindaco Sergio Chiamparino, che ha ricordato in Foa “uno dei principali esponenti di quella tradizione culturale dell’antifascismo torinese che fu l’azionismo. Una tradizione caratterizzata anche dai comportamenti, improntati ad una sobrietà e serietà che oggi sono troppo spesso messi da parte dalla politica”.
Azionismo, ha poi sottolineato Chiamparino, significava anche valori forti e attuali, come “il rispetto delle regole e della legalità, fondamentale per la politica come per tutta la società”. O come la laicità, “intesa non come negazione del valore della religiosità di ognuno ma come affermazione della necessità di una sintesi che rispetti tutti, senza che una religiosità si imponga sulle altre”.
Ed anche, “il propugnare la giustizia sociale coniugata con la libertà delle persone”, ha concluso il primo cittadino, rievocando “l’irriducibile propensione alla libertà di pensiero” che ha caratterizzato tutto l’itinerario di Foa.

Nelle foto: Vittorio Foa (al centro) con Norberto Bobbio e Natalia Ginzburg. La foto è tratta dal sito del Centro de Estudos Norberto Bobbio, istituto brasiliano che collabora con il Centro Studi Piero Gobetti di Torino e - in basso - il senatore Pietro Marcenaro, che con sindaco e presidente del Consiglio comunale ha commemorato Vittorio Foa in Sala Rossa

C.R.

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