A Torino, vivono di università e nell’università più di centomila persone. Intorno ai due atenei torinesi viene generata un’attività economica che direttamente o indirettamente muove 2 miliardi di euro: è la terza o quarta filiera economica cittadina. Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla ricerca e innovazione Andrea Bairati, incontrando venerdì 10 luglio la Commissione Cultura di Palazzo Civico. Università degli Studi e Politecnico, negli ultimi 4 o 5 anni, hanno destinato agli investimenti il 30% del loro bilancio, anche con il supporto della Regione Piemonte. Ma prossimamente, ha spiegato Bairati, è da temere una riduzione dei fondi statali che potranno soltanto in parte essere compensati a livello locale. Sono quindi forti le incognite giuridico-istituzionali ed anche finanziarie. La Regione ha avviato una trattativa – attualmente in sospeso – con il governo nazionale per avere piene competenze sul sistema universitario. Finora la Regione è andata molto al di là delle sue strette competenze, ha evidenziato l’assessore, parlando di un “federalismo per abbandono” che vede l’ente locale sostituirsi alle inadempienze del governo centrale.
Nonostante i problemi, il polo universitario torinese, considerato il migliore in Italia per i servizi offerti agli studenti, è in crescita. Gli iscritti aumentano costantemente e gli studenti stranieri sono passati in pochi anni dal 2 al 15% del totale, cosa che deve indurre a porsi il problema della ricettività per i fuori sede. Oggi le residenze universitarie del capoluogo piemontese, incrementate anche grazie all’evento olimpico del 2006, offrono 3.250 posti letto: Lione, città delle dimensioni di Torino, ne ha più di ottomila.
Tanti gli spunti e le domande contenuti negli interventi dei consiglieri comunali, Cassiani, Rattazzi, Levi-Montalcini, Silvestrini e il presidente della VI Circoscrizione, Malaroda. La sfida è quella della qualità e dell’innovazione, ha insistito Bairati: attrarre investimenti dall’estero (come il centro studi sui motori diesel della General Motors), aprire le porte degli atenei alla popolazione adulta, in un’ottica di riqualificazione delle risorse umane, creare relazioni col territorio e competere globalmente. Gli investimenti continuano, per il prossimo periodo le priorità sono il completamento del centro per il Design a Mirafiori, del centro ricerche General Motors, del Suism Manifattura Tabacchi, del polo di medicina a Grugliasco. 8 milioni di euro sono stati investitio dalla regione per migliorare Palazzo Nuovo sul pianoenergetico
E intanto, l’assessore ha illustrato a grandi linee le 3 “alte scuole” che stanno per essere varate (i bandi nei prossimi giorni), in collaborazione con la LUISS ed alcuni atenei americani e cinesi. 3 ordinamenti, ognuno per 20 studenti e studentesse, selezionati in base al merito (con borse di studio disponibili): governo del sistema pubblicop, energia e ambiente (green economy), sistemi complessi ( alla luce delle crescenti connessioni tra ingegneria, economia e giurisprudenza). Un carico di studio aggiuntivo rispetto al normale ordinamento universitario, con crediti supplementari e concrete possibilità di accesso privilegiato al lavoro in enti pubblici, banche e aziende. Torino deve diventare un polo di eccellenza nell’alta formazione, un’offerta accademica indifferenziata tra i vari atenei non ha senso. Il sistema universitario, ha concluso, può e deve diventare un volano di sviluppo per la città e la sua area metropolitana.
Nelle foto: La residenza universitaria "Paolo Borsellino", nella via intitolata al giudice siciliano ucciso dalla mafia. Sedi universitarie, residenze per studenti, poli di alta formazione: il sistema universitario torinese contrassegna a macchie di leopardo tutta la città e gli immediati dintorni