Se il male ha mille volti, quello di Auschwitz è forse il più spaventoso. Anche oggi, a forni crematori inoperosi da più di sessant’anni, è difficile guardare quella metodica ed efficiente fabbrica di morte senza provare una forte emozione. In questo lager, allestito dai nazisti dopo l’invasione della Polonia, è stata massacrata con il gas Zyklon B e distrutta nei forni crematori gran parte della comunità ebraica europea. Uomini e donne, vecchi e bambini, artisti e commercianti, rabbini e artigiani. Rastrellati negli shtetl di Polonia e Russia o nelle metropoli dell’Europa occidentale, ma tutti untermenschen, subumani secondo la dottrina del nazismo. Finiti anche in altri lager: Gusen, Dora, Mauthausen, Dachau e tanti altri. Ma è Auschwitz-Birkenau II, col suo milione di morti, accumulatisi in base a piani dettagliati e rigorosamente rispettati, ad essere assurto a simbolo di un male assoluto che non sarà mai abbastanza lontano nel tempo.
Anche quest’anno, in occasione del Giorno della Memoria, una delegazione del Consiglio comunale torinese (Luca Cassano, Luca Cassiani e Giuseppe Sbriglio) ha preso parte alla manifestazione commemorativa presso il campo di sterminio, non lontano da Cracovia. Sotto la neve, che ad Auschwitz, come ricorda l’omonima, bellissima e dolente canzone dei Nomadi, non manca mai, quasi a voler inutilmente cercare di stemperare, con il suo candore, l’orrore incancellabile dello sterminio di massa.
Nelle foto: In alto, Il terminale ferroviario del lager di Auschwitz. Gran parte dei deportati ebrei passavano direttamente dai carri bestiame alle camere a gas, dopo essere stati spogliati di bagagli e abiti. Sotto, Luca Cassano, Giuseppe Sbriglio e Luca Cassiani hanno rappresentato il Consiglio comunale di Torino alle celebrazioni per il Giorno della Memoria presso il campo di sterminio, non lontano da Cracovia.