In una fotografia pubblicata nell’ottobre 2011 da cittAgorà, Giovanni Porcellana è raffigurato in Sala Rossa insieme a tanti suoi successori, per festeggiare gli ottant’anni di uno di loro, Diego Novelli. Una foto triste, vista con gli occhi di oggi, perché alcune delle persone raffigurate sono scomparse: nei mesi scorsi, Giovanna Cattaneo Incisa e Maria Magnani Noya. E ora, lo stesso Porcellana, deceduto a 83 anni, al termine di una vita spesa in gran parte al servizio di una città che amava e della quale, a partire dal 1960 è stato consigliere, assessore e anche sindaco (dal 1970 al 1973).
Una Sala Rossa adibita a camera ardente e gremita di autorità e pubblico, venerdì 21 settembre, ha ospitato la cerimonia di commiato per l’ex sindaco. Pochi, brevi e intensi i discorsi in aula, a tratti segnati dalla commozione.
Primo ad intervenire, il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris che, nel ricordare Porcellana, ne ha tracciato una breve biografia.
“Attualmente presidente della Fondazione Carlo Donat Cattin, Porcellana aderisce in gioventù alla Democrazia Cristiana e dopo la Prima Repubblica, milita prima nel Partito popolare e poi nella Margherita. Eletto più volte alla Camera dei deputati, la sua carriera politica è indissolubilmente legata al Comune di Torino: entra la prima volta come Consigliere nel 1960 e vi rimane fino al 2001, ricoprendo più volte la carica di assessore, vicesindaco e capogruppo in Sala Rossa. Tra il luglio del 1970 e l’aprile del 1973, ricopre la carica di Sindaco. Ha sempre preferito il pacato ragionamento alla polemica ed è sempre stato animato dalla volontà di confrontarsi con i problemi dei suoi concittadini, riuscendo a migliorare la qualità della vita di migliaia di persone nei quartieri periferici e a ridurre le tensioni sociali, ha ricordato ancora Ferraris. “Ricordo con particolare ammirazione il suo impegno per l’edilizia popolare e l’estensione dei servizi alle fasce meno agiate della popolazione: scuole, reti idriche, gestione dei rifiuti e trasporti sono solo alcuni degli aspetti di cui Porcellana si è occupato per dare vita alle periferie e non rendere Torino divisa tra cittadini di serie A e di serie B. Chi lo ha conosciuto personalmente - ha concluso il presidente del Consiglio comunale - ne ricorda il rigore, l’onestà e la sobrietà con cui ha affrontato la sua vita privata e politica, la sua profonda fede cristiana e l’attenzione al movimento cattolico e alla sua presenza nella società italiana ed europea. I suoi valori rappresentano un’eredità indelebile e resteranno un esempio per tutti noi”.
Marco Borgione, ex consigliere ed assessore comunale, ha portato una testimonianza legata all’amicizia ed all’esperienza politica con Porcellana.
Lo ha definito “una guida solida, affidabile e competente, un uomo di azione e operativo, amato e anche odiato ma capace di attirare su di sé, quando prendeva la parola, il silenzio e il rispetto anche degli avversari che gli riconoscevano, in ogni caso, onestà intellettuale”.
Ha quindi ricordato l’invito rivolto dall’ex sindaco a lui, giovane consigliere, a mantenere i piedi per terra, a non farsi distrarre dai privilegi, considerati da Porcellana “legati al ruolo e non alla faccia”. E la raccomandazione a non abbandonare il lavoro per la politica, condizione essenziale per sentirsi liberi.
A concludere la cerimonia è intervenuto il sindaco Piero Fassino: “La città intera si è stretta intorno alla famiglia, a cominciare dai tanti che hanno conosciuto Giovanni Porcellana nella sua lunga esperienza politica e amministrativa. I giornali ne hanno giustamente ricordato la personalità forte e autorevole. E’ stato un amministratore e un sindaco stimato, ricordato, conosciuto, nella scia dei grandi sindaci che questa città ha avuto la fortuna di avere, in particolare nella scia dei primi cittadini di area democristiana, come Peyron, Guglielminetti, Grosso. Tutti lo ricordano come un uomo che amava Torino, alla quale dedicava ogni momento della sua passione politica e del suo impegno civico.
Più volte consigliere ed assessore, Giovanni Porcellana ha rivestito la carica di sindaco in una fase nella quale Torino faceva i conti con il boom demografico provocato dall’immigrazione, dovendo dotarsi di servizi e infrastrutture adeguati e fare fronte al tema complesso dell’integrazione e della costruzione di una nuova identità comune. In quel momento seppe guidare la città in modo autorevole, con il pragmatismo di un uomo cosciente che la politica consiste nel saldare le idealità con il governo reale dei processi che caratterizzano la vita di una comunità. Il suo essere ingegnere lo aiutava in questo.
La sua passione politica – ha quindi ricordato Fassino - lo portò a essere uno degli esponenti di punta di quella corrente di Forze Nuove, guidata da torinesi come Carlo Donat Cattin, Guido Bodrato, lo stesso Porcellana, che tanta importanza ebbe nella Democrazia Cristiana , traendo la sua legittimazione da un forte rapporto con la società e con il mondo del lavoro.
Giovanni Porcellana – ha proseguito il primo cittadino - ha vissuto con generosità il suo rapporto con la città, essendo un punto di riferimento e una guida per coloro che ne condividevano le idee, per gli avversari un interlocutore prezioso, essenziale: una discussione con Porcellana lasciava sempre qualcosa, arricchiva il proprio modo di vedere le cose.
Per questo è rimasto nella memoria di questa città anche negli ultimi anni, quando era meno visibile, non era tra i protagonisti della politica attiva, pur continuando a essere una presenza politica importante.
In queste ore abbiamo visto la sua
scomparsa essere accolta da un cordoglio autentico, nel ricordo della forza con cui ha assolto la sua funzione di sindaco.
Giovanni Porcellana resterà nella nostra memoria come un uomo probo, sobrio e sincero, che credeva nelle cose che faceva e faceva le cose nelle quali credeva. E per questo serbiamo una grande gratitudine nei suoi confronti”, ha concluso il sindaco.
Nelle foto, dall'alto: Una veduta parziale della Sala Rossa gremita di pubblico; Gli onorevoli Giorgio Merlo, Gianfranco Morgando, Guido Bodrato e Marco Calgaro in picchetto d’onore presso il feretro dello scomparso ex sindaco; Una delle ultime fotografie di Giovanni Porcellana in Sala Rossa