Parco Dora

Parco Dora

Cenni storici, architettonici, paesaggistici, naturalistici

Il Parco Dora di Torino è un parco post-industriale di circa 35 ettari, ricavato sui siti dismessi dei grandi stabilimenti produttivi della Fiat e della Michelin, attivi fino agli anni ’90 in prossimità del fiume Dora Riparia e della vicina ferrovia.

Il parco sorge su un’ex area industriale storica della città di Torino, conosciuta oggi come Spina Tre, in cui s’insediarono dalla fine dell’Ottocento fabbriche legate al settore automobilistico attive per quasi un secolo. 

Il parco della Dora rappresenta uno dei più vasti polmoni verdi della città ed è costituito da grandi comparti che prendono il nome dalle stesse fabbriche: Vitali, Ingest, Valdocco (corrispondenti ai tre lotti delle Ferriere Fiat), Michelin e Mortara. Ogni comparto integra ambienti naturalistici e preesistenze derivanti dal passato industriale della zona, conservate o rifunzionalizzate. Il confronto con la storia del luogo e il suo carattere industriale è la componente dominante della trasformazione dell’area, che si riflette nell’impianto, nei materiali e nell’uso della vegetazione. L’altro elemento fondamentale per il parco è la presenza dell’acqua, attraverso il fiume Dora, che viene valorizzato mediante la riqualificazione delle sponde e, per un tratto della riva sud, reso accessibile, e la creazione di fontane, canali e giochi d’acqua all’interno del parco. 

L’idea di trasformare e riconvertire le aree industriali lungo la Dora nasce all’interno delle previsioni del PRG del 1995 di Torino, redatto da Vittorio Gregotti, in cui si prevedeva la bonifica e la sostituzione delle fabbriche con nuove aree residenziali, servizi, aree verdi. 

Nel 2000 la città indice un primo concorso per la stesura di un master plan, per la progettazione urbana e il coordinamento degli interventi che vengono affidati all’architetto Jean Pierre Buffi insieme al paesaggista Andreas Kipar.

Nel 2004 viene indetto un secondo concorso internazionale per l’affidamento della progettazione del parco. Vincitore del concorso è il team interdisciplinare italo-tedesco formato dal paesaggista Peter Latz (già autore del Landschaftspark nel parco post-industriale nel Bacino della Ruhr), dalla società di Ingegneria STS s.p.a., dallo Studio Carlo Pession, dall’ing. Vittorio Cappato, dal ligth designer Gerd Pfarrè e dall’artista Ugo Marano.

Le aree e le funzioni del parco

Il parco è suddiviso in cinque comparti – Vitali, Ingest, Valdocco, Michelin e Mortara – realizzati a partire dal 2011 per stralci attuativi progressivi e tuttora in corso. Parte delle opere previste sulle aree Michelin e Valdocco e la Dora non sono ancora ultimate.

L’area Valdocco si estende per circa 7 ettari sull’area occupata fino agli anni Novanta dallo stabilimento Valdocco delle Ferriere Fiat. È il settore più a est del parco ed è caratterizzato da un grande spazio alberato che costeggia il fiume. Lungo la Dora si estendono larghe passeggiate pedonali delimitate da muretti di pietre ingabbiate, interrotti da scale e rampe per permettere l’accesso alle aree verdi, elevate di circa un metro rispetto al livello del percorso lungo il fiume. Le aree verdi, che alternano spazi a prato e zone attrezzate per il gioco e il relax, sono protette da alberi distribuiti con scansione regolare. Nell’area Valdocco un tratto del fiume Dora è coperto da una soletta di calcestruzzo ricavata per realizzare un piazzale per il deposito dei rottami metallici da destinare alla fusione per la produzione delle acciaierie.

Nel disegno del Parco Dora si prevede lo smantellamento della tombatura per riportare alla luce il corso del fiume, pur mantenendo i setti di sostegno in calcestruzzo.  Sempre all’interno dell’area Valdocco si trova una grande tettoia metallica, un tempo magazzino e reparto di lavorazione delle Ferriere, il cui scheletro è stato mantenuto e integrato nel disegno del Parco.

L’area Mortara si estende per circa 6 ettari ed è la parte più centrale del parco. Grazie allo spostamento del traffico e alla pedonalizzazione delle vie di questa zona, l’area è trasformato in una larga promenade verde costeggiata da alberature e che si affaccia al fiume mediante scale e rampe, con pergolati e strutture artificiali che tra industria e natura. In questa area c’è anche uno spaio per sgambamento cani.

L’area Vitali è la più ampia del parco, si estende per quasi 9 ettari ed è caratterizzata dalla forte presenza delle preesistenze industriali. Prende il nome dall’omonimo stabilimento delle Ferriere Fiat che sorgeva sull’area ed anch’essa è nella parte centrale del parco.  Domina l’area l’imponente struttura del capannone dello strippaggio, di cui sono stati conservati gli alti pilastri in acciaio dipinti di rosso ed una parte della copertura.

Sotto la grande tettoia trova posto uno spazio multifunzionale attrezzato con campetti da gioco (calcetto, basket, tennis, pallavolo, rampa per skate) e progettato per ospitare manifestazioni e attività sportive; accanto ad essa si sviluppa un vasto giardino, che si articola attorno ai pilastri della smantellata acciaieria alternando aiuole, aree gioco e una passerella sopraelevata in acciaio zincato. Degli stabilimenti industriali sono state conservate inoltre tre vasche di decantazione cilindriche trasformate in giardini acquatici, e l’edificio per il trattamento delle acque caratterizzato dalle quattro torri di evaporazione.

L’area Ingest ha un’estensione di quasi 5 ettari e rappresenta il lotto più piccolo del Parco Dora. Quest’area è caratterizzata da una successione di zone differenti, sistemate a prato, con alberi e per il gioco con aiuole e un giardino acquatico con profonde vasche e canali d’acqua in movimento. Quest’ultimo è realizzato utilizzando i grandi plinti e le strutture di fondazione in calcestruzzo dei laminatoi Fiat che occupavano l’area prima della trasformazione.

L’area Michelin si estende per 9 ettari, è il lotto più a sud del parco, ed è stato aperto al pubblico solo nel 2016. La presenza del fiume rappresenta il carattere più significativo dell’area, qui la morfologia del terreno è stata modellata per creare un vasto prato verde che, a partire dalla collina alberata realizzata nella fascia sud, digrada dolcemente verso la Dora fino a consentire il raggiungimento della sponda, creando una sorta di ‘spiaggia urbana’. La piccola valle affacciata sul fiume consente inoltre di accogliere l’acqua in caso di esondazione. Il grande prato è punteggiato da zone alberate ed è attraversato da percorsi ciclopedonali: questi proseguono in corrispondenza del fiume mediante passerelle sopraelevate, che permettono di costeggiare la sponda da ovest a est senza scendere. Nell’area Michelin si trova anche la torre evaporativa del complesso industriale che è diventata l’immagine e il logo del parco

Committente: Città di Torino

Progettisti: Master Plan: Jean Pierre Buffi architetto, Andreas Kipar paesaggista

Progettazione e direzione lavori: Latz + Partner (lead partner, paesaggio); STS S.p.A., Bologna (coordinamento); CMC Studio Ingegneri Associato (strutture); Studio Pession Associato (architettura); U. Marano; Cetara (interventi artistici); Pfarré (luci e design).

Cronologia
2000 Master Plan
2004 Concorso di progettazione
2004-2007 Progettazione
Dal 2007 al 2016 Cantieri
Dal 2011 l 2016 Inaugurazione per stralci funzionali