Negli ultimi giorni di agosto molti grandi prati dei parchi più periferici ed estesi della città apparivano coperti da fieno. Perché?
Perché tra le varie modalità di manutenzione dei grandi parchi la Città di Torino, a fianco all’esperimento del pascolo delle pecore, ha da tempo adottato anche la manutenzione differenziata, una tipologia manutentiva che consiste in soli quattro sfalci annui dell’erba, con il recupero del prodotto di sfalcio come fieno o frazione verde per usi agricoli.
Questo metodo è chiaramente applicabile solo ad alcune aree verdi dei parchi più grandi, adatte per dimensioni, fruizione e collocazione territoriale, in quanto prevede che l’erba venga lasciata crescere un po’ di più prima di essere tagliata, perché possa essere poi utilizzata come foraggio fresco o trasformata in fieno. Normalmente l’erba viene sfalciata a maggio, luglio, agosto e ottobre, ma il calendario può variare in base all’andamento meteorologico.
Si tratta d’interventi manutentivi ad elevata valenza bio-ecologica per due aspetti differenti. Da un lato, infatti, i prodotti di risulta del taglio non sono più considerati rifiuti, ma materie prime per l’azienda agricola; dall’altro, il mantenimento dell’erba fino alla sua fioritura, quindi con un’altezza maggiore rispetto a quella degli altri parchi, favorisce le popolazioni d’insetti, che costituiscono anche cibo per molti uccelli, e di conseguenza la sopravvivenza dell’avifauna, messe in crisi dal crescente inquinamento e dalla sempre maggiore urbanizzazione dei loro habitat naturali.
Le imprese (aziende agricole) che si occupano per conto dell’Amministrazione della manutenzione di queste aree, sono proprietarie dell’erba sfalciata ed hanno l’obbligo di utilizzarla interamente ad uso agricolo, principalmente come foraggio ma anche come lettiera per il bestiame, letame, compost, ecc. Esse sono poi tenute ad effettuare, entro 5 gg. dallo sfalcio, le altre operazioni necessarie alla manutenzione del verde del parco su cui sono intervenute, come il taglio di eventuali rovi e altre piante infestanti, la rifilatura della vegetazione lungo i canali di scolo, le scarpate ed i fossi, la spollonatura di tutti gli esemplari arborei ad esclusione delle piante di platano.
I lavori non possono essere realizzati quando il terreno è eccessivamente intriso d’acqua, e ciò ha comportato, in un’annata con piovosità decisamente superiore alla media come questa, qualche problema in più, oltre ad una maggiore crescita dell’erba. I risultati sono comunque stati del tutto positivi, come appare dalle foto allegate, a dimostrazione di come si possa ottenere una corretta gestione del verde pubblico con interventi di notevole valore ecologico e con un occhio di riguardo alla migliore gestione possibile di un budget finanziario spesso limitato.