Lunedì 9 gennaio sono iniziati i lavori di riqualificazione di corso Umbria finanziati con fondi REACT EU PON METRO. Nelle prossime settimane partirà anche il cantiere di corso Belgio, secondo e ultimo intervento dell’appalto che è stato presentato in più occasioni sia in Commissione Consiliare che nelle Circoscrizioni 4 e 7.
Il progetto ha l’obiettivo di riqualificare i due viali alberati non solo dal punto di vista ecologico e ambientale, ma anche a livello di sicurezza e di nuova funzionalità degli spazi.
Su corso Umbria l’intervento di rifacimento dell’alberata riguarderà entrambi i lati nella tratta tra via Fagnano e via Capua. La sosta veicolare sarà portata in linea su strada, così da migliorare e proteggere lo spazio verde nel quale saranno messi a dimora i nuovi alberi, con una significativa riduzione delle superfici impermeabili e una migliore gestione delle acque da pioggia. Contemporaneamente verranno riqualificati e riorganizzati gli spazi, e creati nuovi attraversamenti pedonali e ciclabili.
Con la riorganizzazione delle banchine sarà realizzata sul lato sud-ovest una pista ciclabile monodirezionale, prevista dal progetto “Quartieri resilienti – Basso San Donato”, con la predisposizione per realizzarla anche in direzione nord-est.
La riqualificazione del verde prevede la completa sostituzione degli alberi attualmente presenti (acero americano, Acer negundo) con una specie più adatta al contesto e alla situazione climatica attuale (peri ornamentali, Pyrus calleryana chanticleer), già sperimentata con successo da diversi anni in città. L’acero americano è tra l’altro una specie invasiva, inserita nella black list della Regione Piemonte.
La tutela del patrimonio arboreo torinese, in casi come questo, può passare infatti anche attraverso il rinnovo delle alberate con scelte più idonee anche a livello degli spazi dedicati.
A tal proposito, gli uffici del Verde pubblico della Città sottolineano come gli aceri attualmente presenti su corso Umbria siano giunti a fine ciclo e in condizioni di grande criticità, e di come l’ordinaria potatura e la manutenzione delle piante non siano più sufficienti a scongiurare il rischio di cadute di rami e cedimenti, con possibili danni materiali per le persone e le cose. Negli anni non è stato possibile operare sostituzioni graduali con la stessa specie dei numerosi esemplari rimossi (circa un centinaio), perché instabili o gravemente danneggiati da eventi meteo, e da tempo era necessario un ripensamento complessivo dell’alberata e degli spazi.