di Laura Urbani
"Altro giro, altra corsa!"... Una bambina dal cappotto rosso, dopo un pomeriggio di compere alla Standa di Corso Giulio Cesare con la mamma e la nonna, si avvicinava alla giostra dei giardinetti di via Sempione. Già pregustava il volo a bordo del suo robottone giapponese preferito, Goldrake!
"Altro giro, altra corsa!"... Su quella giostra, alcuni anni prima, ci erano già saliti i suoi cugini più grandi.
"Altro giro, altra corsa!"... Una adolescente, seduta su una panchina in attesa che la sorellina finisse di galoppare sul suo cavallo bianco, raccontava i suoi primi batticuori alla sua migliore amica.
"Altro giro, altra corsa!"... Con il sottofondo della voce del giostraio, una ragazza passeggiava stringendo la mano del suo primo grande amore.
"Altro giro, altra corsa!"... La cantilena accompagnava il cadere delle lacrime di una trentenne che, nell'ospedale di fronte ai giardini, aveva appena perso la sua nonnina.
"Altro giro, altra corsa!"... Ora su quella giostra ci sono i figli dei cugini più grandi. Giovanni, Giulia e Martina giocano e ridono con Muhammad, Farah, Samir, Lin. Intorno ci sono mille colori e si sentono i profumi di paesi lontani.
Oggi i giardini di via Sempione sono dedicati a Peppino Impastato, l'ospedale ha cambiato nome, la Standa non c'è più, Goldrake non difende più l'umanità dal nemico alieno, la sorellina è diventata grande, i cugini sono genitori, la nonna è volata in cielo... Non esistono più neanche quella bambina e il suo cappotto rosso, quell'adolescente sognante, quella ragazza felice e quella trentenne triste: sono tutte me e contemporaneamente tutto il contrario di me, ma "altro giro, altra corsa!"... La giostra di quell'angolo di Barriera di Milano continua a girare come a rappresentare il cerchio della vita.
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