Conferenze stampa 2001
I RITI FUNEBRI

 


I RITI FUNEBRI EBRAICI
I riti funebri della religione ebraica sono orientati alla dimostrazione di rispetto nei confronti del defunto e per confortarne i parenti ed amici. La morte non deve essere vista come una tragedia ma come un processo naturale.
Quando muore un ebreo i suoi occhi vengono chiusi e il corpo viene disteso sul pavimento e coperto. Il defunto viene sempre vegliato sino al seppellimento. Chi veglia il corpo non può bere né mangiare. Alcune comunità hanno delle organizzazioni di volontari per la veglia. In preparazione della sepoltura il corpo viene lavato ed avvolto in un semplice lenzuolo di lino. Sia il lenzuolo che la bara devono essere semplici in modo che i poveri possano ricevere gli stessi onori dei ricchi.
Il corpo viene inumato. La bara non è necessaria ma se viene usata deve avere delle fessure affinché il corpo entri in contatto con la terra. La legge ebraica non consente di esporre il corpo di un morto e così sono vietate le cerimonie a feretro aperto.
Sulla fossa viene poi sistemata una pietra tombale cosi che il morto non venga dimenticato. Alcune comunità depositano piccole pietre sulla tomba quando la visitano. Questa usanza non è universale e ci sono dubbi sulla sua origine. Per alcuni il significato è di comunicare al defunto che il visitatore è stato sulla sua tomba.
Il periodo di lutto dura un anno ma è diviso in varie fasi di intensità decrescente in modo da consentire ai dolenti di ritornare col tempo alla vita di ogni giorno. Molto sentita durante il periodo del lutto è la recita della preghiera del qaddìsh, in onore e suffragio dei defunti ma anche per riaffermare la fede in Dio nonostante la perdita di una persona cara.

I RITI FUNEBRI MUSULMANI

Con circa ottocento milioni di fedeli, la religione islamica è seconda, come diffusione, solo al cristianesimo. Sorta nel VII secolo d.C. in Arabia essa è fondata sul Corano, il testo rivelato da Allah al profeta Maometto. Il Corano contiene i comandamenti di Dio al credente (muslim).

Quando una persona sta per mancare un presente deve recitare dei versetti del Corano e far mormorare al credente la dichiarazione di fede (shahada): "Non vi è Dio oltre Dio, Maometto è il profeta di Dio". Il musulmano, appena morto, è deposto su una barella con la testa in direzione della Mecca, la città sacra. Il cadavere viene poi lavato a fini di purificazione e successivamente avvolto nei sudari (kafan). Nella casa del defunto o in moschea si prega in gruppo per il defunto con la "preghiera dei morti". Le donne sono ammesse alla preghiera, ma è proibito manifestare pubblicamente il proprio dolore con pianti o urla.
Successivamente la bara viene portata al luogo del seppellimento a spalla. Il corpo deve essere inumato con il capo rivolto verso la Mecca mentre i presenti gettano tre manciate di terreno sopra di esso.
Il giorno della sepoltura è raccomandato un banchetto funebre (walima). Durante il banchetto si recitano passi del Corano. Si usa solitamente fare un banchetto funebre tra il settimo e il quarantesimo giorno, ma mai durante la consolazione funebre (aza) quando all'interno della moschea oppure a casa del defunto o in strada sotto un tendone i familiari ricevono le condoglianze e ascoltano la lettura del Corano.i campi israelitici e acattollici

i campi israelitici e acattollici

Nei secoli scorsi gli israeliti erano in tutta Europa "tollerati" e, come tali, soggetti a pesanti restrizioni quali l'esclusione da numerose attività, l'obbligo di risiedere in gruppi di abitazioni ad essi riservati (ghetti), l'assoggettamento al coprifuoco. Isolati in vita, lo erano anche in morte e non erano ammessi negli usuali luoghi di sepoltura.
Il ghetto in Torino fu dapprima nella via delle Rosine e, successivamente e sino al 1848, quando le restrizioni furono in parte abolite, nell'isolato compreso tra le vie Principe Amedeo, San Francesco da Paola, Maria Vittoria e Bogino.
Il primo cimitero riservato agli ebrei sorse nel 1551 nell'area nel quale fu poi eretto l'Arsenale Militare. Distrutto nel 1706 perché l'area doveva servire per le attrezzature militari nella città assediata, fu portato nel ghetto in via delle Rosine e di qui, nel 1772, in un terreno del Borgo Vanchiglia dove rimase sino al 1867, anno in cui fu istituito presso il cimitero Monumentale il primo dei reparti israelitici sul viale della Consolata.
Da un'analoga concezione punitiva sorse, nella seconda metà dell'ottocento, il reparto denominato "acattolico". Infatti i cimiteri di un tempo, che per tale ragione erano denominati camposanti, venivano benedetti e quindi considerati terra consacrata. I non cattolici erano sepolti al di fuori delle chiese e dei recinti consacrati a queste attigui: nell'ambito di tale principio, fu loro riservato un settore del nuovo cimitero a cui si accede dal viale della Consolata.
Oggi il cimitero è ovviamente aperto a tutti, ma i reparti cosiddetti speciali vengono conservati nel rispetto di una tradizione secolare.

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