I RITI FUNEBRI EBRAICI
I riti funebri della religione ebraica sono orientati alla dimostrazione
di rispetto nei confronti del defunto e per confortarne i parenti
ed amici. La morte non deve essere vista come una tragedia ma
come un processo naturale.
Quando muore un ebreo i suoi occhi vengono chiusi e il corpo
viene disteso sul pavimento e coperto. Il defunto viene sempre
vegliato sino al seppellimento. Chi veglia il corpo non può
bere né mangiare. Alcune comunità hanno delle organizzazioni
di volontari per la veglia. In preparazione della sepoltura il
corpo viene lavato ed avvolto in un semplice lenzuolo di lino.
Sia il lenzuolo che la bara devono essere semplici in modo che
i poveri possano ricevere gli stessi onori dei ricchi.
Il corpo viene inumato. La bara non è necessaria ma se
viene usata deve avere delle fessure affinché il corpo
entri in contatto con la terra. La legge ebraica non consente
di esporre il corpo di un morto e così sono vietate le
cerimonie a feretro aperto.
Sulla fossa viene poi sistemata una pietra tombale cosi che il
morto non venga dimenticato. Alcune comunità depositano
piccole pietre sulla tomba quando la visitano. Questa usanza
non è universale e ci sono dubbi sulla sua origine. Per
alcuni il significato è di comunicare al defunto che il
visitatore è stato sulla sua tomba.
Il periodo di lutto dura un anno ma è diviso in varie
fasi di intensità decrescente in modo da consentire ai
dolenti di ritornare col tempo alla vita di ogni giorno. Molto
sentita durante il periodo del lutto è la recita della
preghiera del qaddìsh, in onore e suffragio dei defunti
ma anche per riaffermare la fede in Dio nonostante la perdita
di una persona cara.
I RITI FUNEBRI MUSULMANI
Con circa ottocento milioni di fedeli, la religione islamica
è seconda, come diffusione, solo al cristianesimo. Sorta
nel VII secolo d.C. in Arabia essa è fondata sul Corano,
il testo rivelato da Allah al profeta Maometto. Il Corano contiene
i comandamenti di Dio al credente (muslim).
Quando una persona sta per mancare un presente deve recitare
dei versetti del Corano e far mormorare al credente la dichiarazione
di fede (shahada): "Non vi è Dio oltre Dio, Maometto
è il profeta di Dio". Il musulmano, appena morto,
è deposto su una barella con la testa in direzione della
Mecca, la città sacra. Il cadavere viene poi lavato a
fini di purificazione e successivamente avvolto nei sudari (kafan).
Nella casa del defunto o in moschea si prega in gruppo per il
defunto con la "preghiera dei morti". Le donne sono
ammesse alla preghiera, ma è proibito manifestare pubblicamente
il proprio dolore con pianti o urla.
Successivamente la bara viene portata al luogo del seppellimento
a spalla. Il corpo deve essere inumato con il capo rivolto verso
la Mecca mentre i presenti gettano tre manciate di terreno sopra
di esso.
Il giorno della sepoltura è raccomandato un banchetto
funebre (walima). Durante il banchetto si recitano passi del
Corano. Si usa solitamente fare un banchetto funebre tra il settimo
e il quarantesimo giorno, ma mai durante la consolazione funebre
(aza) quando all'interno della moschea oppure a casa del defunto
o in strada sotto un tendone i familiari ricevono le condoglianze
e ascoltano la lettura del Corano.i
campi israelitici e acattollici
i campi israelitici e acattollici
Nei secoli scorsi gli israeliti
erano in tutta Europa "tollerati" e, come tali, soggetti
a pesanti restrizioni quali l'esclusione da numerose attività,
l'obbligo di risiedere in gruppi di abitazioni ad essi riservati
(ghetti), l'assoggettamento al coprifuoco. Isolati in vita, lo
erano anche in morte e non erano ammessi negli usuali luoghi
di sepoltura.
Il ghetto in Torino fu dapprima nella via delle Rosine e, successivamente
e sino al 1848, quando le restrizioni furono in parte abolite,
nell'isolato compreso tra le vie Principe Amedeo, San Francesco
da Paola, Maria Vittoria e Bogino.
Il primo cimitero riservato agli ebrei sorse nel 1551 nell'area
nel quale fu poi eretto l'Arsenale Militare. Distrutto nel 1706
perché l'area doveva servire per le attrezzature militari
nella città assediata, fu portato nel ghetto in via delle
Rosine e di qui, nel 1772, in un terreno del Borgo Vanchiglia
dove rimase sino al 1867, anno in cui fu istituito presso il
cimitero Monumentale il primo dei reparti israelitici sul viale
della Consolata.
Da un'analoga concezione punitiva sorse, nella seconda metà
dell'ottocento, il reparto denominato "acattolico".
Infatti i cimiteri di un tempo, che per tale ragione erano denominati
camposanti, venivano benedetti e quindi considerati terra consacrata.
I non cattolici erano sepolti al di fuori delle chiese e dei
recinti consacrati a queste attigui: nell'ambito di tale principio,
fu loro riservato un settore del nuovo cimitero a cui si accede
dal viale della Consolata.
Oggi il cimitero è ovviamente aperto a tutti, ma i reparti
cosiddetti speciali vengono conservati nel rispetto di una tradizione
secolare. |