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Con 31 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto, il Consiglio Comunale di Torino ha approvato la deliberazione di iniziativa consiliare proposta da Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici - DemoS), Vincenzo Camarda (PD) e Lorenza Patriarca (PD) che modifica lo Statuto Comunale, introducendo il comma 6 all’articolo 7: “La Città di Torino conferisce la Cittadinanza Civica ai minori nati all'estero e residenti a Torino, non in possesso della Cittadinanza Italiana, che abbiano completato in Italia una delle due articolazioni del primo ciclo di istruzione (scuola primaria, scuola secondaria di primo grado) o il secondo ciclo di istruzione”.
La deliberazione è stata approvata con alcuni emendamenti proposti da Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici - DemoS) e Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani). Respinto un emendamento presentato da Domenico Garcea (Forza Italia).
È un atto simbolico, di pace e di civiltà amministrativa – ha spiegato la prima proponente Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici - DemoS) – e anche se purtroppo negli ultimi trent’anni non è stato possibile modificare la legge italiana, vogliamo introdurre un gesto - ahimè solo simbolico - per conferire la cittadinanza civica, in assenza di una legge che impedisce a chi nasce e studia nel nostro territorio di essere considerato un cittadino a tutti gli effetti. Ci auguriamo – ha concluso – che la modifica contamini altre città per mettere in moto un’istanza dal basso che vuole riconoscere dignità e cittadinanza a chi ne ha pieno diritto.
Apollonio ha quindi ringraziato i presidenti di Commissione Camarda e Patriarca, la presidenza del Consiglio Comunale e le Circoscrizioni per il supporto.
Nel dibattito in Commissione, Lorenza Patriarca (PD) ha sottolineato che l’atto è stato firmato da tre presidenti di Commissione (Apollonio, Camarda e Patriarca). Ha un valore squisitamente simbolico – ha ribadito – ma riguarda questioni valoriali fondamentali, che coinvolgono le scuole.
L’atto non serve a nulla: è demagogico e ingenera solo false aspettative. Il percorso per ottenere la cittadinanza italiana c’è già – ha dichiarato Giuseppe Catizone (Lega). Non serve la ‘cittadinanza facile’ – ha concluso, ma l’integrazione, soprattutto a scuola, con classi equilibrate tra italiani e straniere, evitando di creare ‘ghetti’.
I bambini non hanno colore, sono il nostro presente e il nostro futuro e possono aiutarci nel processo di integrazione – ha affermato Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima), annunciando il voto favorevole del gruppo Torino Bellissima.
Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia) ha criticato la mancata compattezza del centro-destra e il fatto che ora si voglia aggiungere una cittadinanza civica, fittizia, che nella pratica non significa nulla, non ha alcuna utilità, ma è solo una provocazione e confonde le persone.
Con il presidente Conte ci siamo espressi più volte a favore non dello ius soli, ma dello ius culturae – ha dichiarato Andrea Russi (M5S), anche perché l’Italia è un Paese di transito. Non ci possono essere minori di serie A e di serie B a scuola – ha concluso, annunciando il voto favorevole del gruppo Cinque Stelle al testo emendato da Elena Apollonio.
Ogni gesto per l’inclusione è utile – ha detto Alice Ravinale (Sinistra Ecologista), annunciando il voto favorevole sul provvedimento e criticando gli attuali criteri per ottenere la cittadinanza italiana e la lentezza della burocrazia.
Il nostro Paese – ha ribadito Simone Fissolo (Moderati) – è indietro anni luce sulla cittadinanza. Riconoscerla in base a un percorso obbligato di studi è il modo migliore per concederla, perché si può dimostrare di avere studiato e di conoscere la lingua.
L’integrazione – ha dichiarato Ferrante de Benedictis (Fratelli d’Italia) – non è un pezzo di carta, ma dobbiamo trasmettere i nostri valori. Non possiamo spogliarci della nostra identità – ha spiegato – ma dobbiamo instaurare un percorso comune.
La Città non riesce a fornire servizi semplici come il taglio dell’erba, ma vuole approvare atti simbolici nei confronti di molte persone che non si vogliono affatto integrare e che non si integreranno con un gesto simbolico – ha denunciato Enzo Liardo (Fratelli d’Italia).
Il percorso era necessario secondo Vincenzo Camarda (PD): questo è un atto di civiltà – ha chiarito – frutto di un percorso avviato nelle Circoscrizioni, anche se le due Circoscrizioni con maggiore presenza di migranti hanno espresso parere contrario.
Concedere la cittadinanza civica è una presa di posizione importante, a maggiore ragione con il continuo calo di abitanti di Torino – ha aggiunto Ivana Garione (Moderati), annunciando il suo voto favorevole.
La solidarietà e l’uguaglianza sono il collante del nostro Paese, per Tiziana Ciampolini (Torino Domani), che ha anche rimarcato il grande desiderio di integrazione di bambine e bambini.
L’atto è simbolico, ma si rifà a questioni nazionali ancora irrisolte – ha spiegato Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani), dichiarando di essere favorevole sia allo Ius Soli che allo Ius Scholae e compiacendosi per il voto favorevole dei Moderati sullo Ius Scholae.
Non si possono fare discriminazioni, secondo Luca Pidello (PD), ma bisogna lavorare per una coesistenza pacifica, basata sulla democrazia, sulla capacità di fare sintesi, in modo che tutti possano cercare la propria felicità.
Per Pierino Crema (PD) bisogna provare a guardare avanti, anche con atti politici come questo, che sollecitano la soluzione di problemi esistenti.
Torino ha sempre anticipato i tempi ed è stato un modello per altre città e può continuare a esserlo – ha detto Abdullahi Ahmed (PD), annunciando il proprio voto favorevole, invitando il centro-destra e fare altrettanto.
Se il ciclo scolastico obbligatorio venisse esteso a dieci anni, Forza Italia sarebbe favorevole al provvedimento – ha dichiarato Domenico Garcea (Forza Italia), annunciando un emendamento al riguardo. Se però non verrà approvato, il voto del Gruppo sarà di astensione – ha annunciato.
(M.Q.) - Ufficio Stampa Consiglio Comunale