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Approvato in Sala Rossa un ordine del giorno (prima firmataria, Ludovica Cioria) che impegna l’amministrazione comunale a farsi portavoce nei confronti della Regione Piemonte e del Governo dell’esigenza di promuovere un modello di "Unità operativa aperta", che preveda un ampliamento degli orari di presenza per familiari e caregiver nei reparti di ostetricia, individuando regole comuni a tutti gli Ospedali per garantire alle neomamme adeguata vicinanza da parte dei propri affetti durante il periodo della degenza ospedaliera post partum.
Inoltre, il documento chiede di aumentare il personale sanitario all'interno dei reparti di ostetricia e all'interno dei nidi ospedalieri al fine di garantire adeguata assistenza alle neomamme che necessitano di riposo oltre che di cure medico-sanitarie, assicurando contestualmente turni di lavoro sostenibili ad operatori ed operatrici sanitari, in rispetto di quanto previsto dai CCNL.
Altra esigenza ribadita, quella di favorire la presenza di psicologhe e psicologi all'interno delle Unità operative e al fianco delle famiglie dopo la dimissione, oltre che di promuovere l'inserimento all'interno dei LEA e di conseguenza l'adozione di un modello regionale di un Piano del Parto, come già avviene in alcune Regioni quali l'Emilia-Romagna, all'interno del quale la donna partoriente possa esprimere le proprie preferenze relative al parto e al post partum.
Infine, il documento approvato in Sala Rossa afferma la necessità di favorire l'assistenza domiciliare post partum per tutte le neomamme, potenziando la rete e il personale dei consultori familiari; andrebbe inoltre potenziata la rete cittadina di servizi per i neogenitori favorendo la sinergia tra consultori, presidi e personale sanitari e associazioni, potenziando i canali di informazione con materiali informativi per il post partum in almeno 5 lingue.
L’assemblea elettiva di Palazzo Civico ha poi approvato un secondo ordine del giorno (primo firmatario Silvio Viale) che segnala una serie di azioni necessarie per fare della gravidanza la priorità del Sistema sanitario regionale.
In particolare, si sostiene che l’assistenza in gravidanza, intra partum, post partum e puerperale debba essere una priorità nella spesa sanitaria della Regione Piemonte, includendo in essa anche la diagnosi prenatale e l’assistenza alle donne che hanno un aborto spontaneo o decidono per una interruzione volontaria della gravidanza. In questa prospettiva, si segnala nel documento, deve essere resa disponibile ogni informazione sui vari punti nascita mediante la pubblicazione di una relazione annuale dell’assessore regionale alla sanità sui parti, sugli aborti spontanei, sulla PMA, sulle IVG e altri dati dei vari punti nascita al fine di favorire la scelta della donna indipendentemente dal percorso assistenziale seguito.
E mentre ogni punto nascita deve pubblicare su proprio sito web i dati relativi ai parti, agli aborti spontanei, alla PMA e alle IVG dell’anno precedente, si deve garantire la possibilità dell’analgesia in travaglio e della peridurale in tutti i punti nascita. Si sostiene inoltre la necessità di verificare il rapporto tra personale e parti a livello di ogni singolo punto nascita, per migliore l’efficacia e l’efficienza dell’assistenza ostetrica. L’ordine del giorno delinea poi come necessarie alcune minuziose prescrizioni, come la diagnosi del DNA fetale su sangue materno (NIPT) a carico del Servizio Sanitario Regionale, la possibilità di eseguire l’ecografia morfologica nelle strutture pubbliche e convenzionate, salvo per chi desidera eseguirla privatamente, dovendosi preventivare 26.000 esami a livello regionale, circa 100 esami per giorno lavorativo nell’intera regione. Si chiede inoltre che sia garantita a tutte le donne una ecografia del terzo trimestre, aumentando la disponibilità di ecografi a basso costo nei consultori e negli ambulatori.
Richiesto anche l’inserimento nell’Agenda della Gravidanza le impegnative per le consulenze dietologica, psicologica e anestesiologica da potere essere utilizzate dai professionisti che assistono la gravidanza. Si ribadisce inoltre la necessità di tornare velocemente alla situazione precedente al Covid per quanto riguarda orari di visita e possibilità di rimanere accanto alla puerpera per l’intera giornata. Infine si chiede il potenziamento del ’assistenza domiciliare in puerperio, razionalizzando l’efficacia della rete dei consultori pubblici, compresi i dodici aperti a Torino, il cui numero andrebbe probabilmente valutato sulle base delle ore, del personale e delle prestazioni effettuate.
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