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La Città di Torino proroga al 31 luglio 2023 la scadenza dell’ottavo bando per l’assegnazione degli alloggi di edilizia sociale, inizialmente prevista per mercoledì 31 maggio. Tale decisione è stata assunta per consentire, in attesa che venga decisa l’azione civile davanti al Tribunale di Torino intentata dall’Associazione degli studi giuridici sull’immigrazione ASGI contro la Regione Piemonte e la Città di Torino, l’ammissione “con riserva” anche dei cittadini residenti a Torino alla data di approvazione del bando, ossia al 27/02/2023 (o esercitanti attività lavorativa in Torino alla stessa data), ma privi del requisito “dei 5 anni di residenza o attività lavorativa nel territorio regionale con almeno tre anni, anche non continuativi, a Torino”, previsto dalla legge regionale.
Nel predisporre il bando la Città aveva infatti inserito tra i requisiti che i partecipanti dovessero possedere quello previsto dalla normativa regionale (legge 3/2010) di “avere la residenza anagrafica o prestare attività lavorativa esclusiva o principale da almeno cinque anni nel territorio regionale, con almeno tre anni, anche non continuativi, a Torino oppure essere iscritti all’AIRE”. Nel corso della raccolta delle domande, l’ASGI ha notificato alla Città un’azione civile contro la discriminazione davanti al Tribunale di Torino. Con tale azione, solleva il tema della legittimità costituzionale di tale requisito e chiede alla Città, che ha indetto il bando in applicazione della norma regionale, di rimuoverlo dal bando e di riaprire le graduatorie per una durata di tempo consona a permettere la presentazione di nuove domande anche a coloro che non ne fossero in possesso.
Pertanto, in attesa del pronunciamento del Tribunale di Torino, la Città ritiene opportuno prorogare il bando, fissando una nuova scadenza per consentire anche ai cittadini non in possesso del già citato requisito di essere ammessi nell’elenco dei partecipanti “con riserva”. Questo consentirà di prevenire ogni possibile condanna a carico della Città nel caso di accoglimento del ricorso proposto dall’ASGI e di rendere maggiormente efficiente la gestione delle graduatorie del bando generale, nel rispetto del principio di non discriminazione.
“Come ha più volte riconosciuto la Corte costituzionale, la passata residenza non ha alcun collegamento col bisogno che l’edilizia popolare intende soddisfare, e non è un indice di stabilità futura sul territorio” commenta l’assessore al welfare Jacopo Rosatelli. “Non solo: sono proprio i lavoratori più fragili, che hanno contratti poveri e precari, a doversi spostare sul territorio nazionale alla ricerca di opportunità di lavoro migliori. La Città di Torino non ha il potere di modificare il requisito della residenza pregressa, previsto da una legge regionale, ma vuole farsi trovare pronta all’esito del probabile intervento della Corte costituzionale. Per questo scegliamo di dare fin d’ora a tutti i potenziali beneficiari la possibilità di presentare domanda”.
Ulteriori informazioni circa la proroga dei termini e la modalità di presentazione della
domanda saranno pubblicate sul sito della Città nella sezione Informacasa.
(p.v.)