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A cinquant’anni dalla chiusura dell’ospedale psichiatrico femminile di via Carlo Ignazio Giulio 22, oggi sede dell’Anagrafe centrale e dei Servizi sociali, questa mattina si è svolta la cerimonia commemorativa con la partecipazione di Annibale Crosignani, psichiatra che, nel 1973 a Torino, si è adoperato per la chiusura del manicomio.
Il 13 febbraio scorso la Città ha conferito il Sigillo civico al professor Crosignani ‘per l’impegno profuso in prima linea dalla parte degli ultimi, di coloro che non hanno voce, a fianco dei malati senza usarli né guidarli’, così recita la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale.
“Ricordare la chiusura del manicomio femminile di via Giulio a distanza di 50 anni significa dare importanza al tema della dignità umana e porre l’accento sulla valorizzazione del nostro Sistema Sanitario pubblico. La salute mentale deve essere al centro dell’agenda politica, nel solco dell’eredità della riforma psichiatrica basagliana, espressione dei valori di uguaglianza e libertà della Costituzione" ha sottolineato Jacopo Rosatelli, Assessore al Welfare e Diritti della Città di Torino.
L’edificio progettato da Giuseppe Talucchi, è stato inaugurato nel 1834 dal re Carlo Alberto e destinato ad accogliere uomini e donne. Successivamente, dato il crescente numero di persone ricoverate, è stata individuata una nuova realtà a Collegno e in via Giulio sono rimaste le seconde.
Nel luglio 1975 l’edificio è stato completamente liberato e destinato a diverso uso.
Alla cerimonia sono intervenuti l’Assessore Rosatelli, Monica Lo Cascio, Direttrice del Dipartimento Servizi sociali comunali, Giuseppe Luciano, psichiatra, già primario
nei Servizi di salute mentale della Regione Piemonte, Massimo Rosa, Direttore del Dipartimento Salute mentale ASL Città di Torino, Vincenzo Villari, Direttore del Dipartimento Neuroscienze e salute mentale Città della Salute e della scienza Città di Torino. (ma.co.)