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Comunicato stampa

SALA ROSSA, SEMAFORO VERDE ALL’ACCORDO CON IL GOVERNO PER I CONTRIBUTI STATALI 2022-2042

Via libera dalla Sala Rossa alla sottoscrizione da parte del sindaco, già domani, dell’accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri che consentirà al Comune di avvalersi, nell’arco di un ventennio, di una quota rilevante del contributo nazionale stanziato a favore delle quattro Città metropolitane – Torino compresa - con un disavanzo superiore a 700 euro pro capite.

Il contributo statale disponibile per Torino è approssimativamente stimato in circa un miliardo di euro (ripartiti annualmente, in maniera variabile, sino al 2042), dei quali 70 milioni erogabili già nell’anno in corso. Ottenere questi fondi è tuttavia subordinato all’impegno da parte del Comune ad assicurare risorse proprie - pari ad almeno il 25% della cifra ricevuta - da destinare al ripianamento del disavanzo e al rimborso di debiti finanziari.

Il Comune dovrà presentare al Governo un proprio cronoprogramma, il cui mancato rispetto porterebbe al blocco del contributo.

La delibera, varata dalla Giunta tre giorni fa e oggi approvata dal Consiglio, definisce le linee di indirizzo da seguire nel reperimento delle suddette risorse aggiuntive, nel quadro della normativa nazionale che stabilisce quali possano essere le modalità utilizzabili dai Comuni per realizzare nuovi introiti o riduzioni di spesa.

In primo luogo, l’Addizionale Irpef comunale aumenterà al massimo dello 0.10% per classe per i redditi superiori ai 28.000 euro annui, mentre l’aumento percentuale per classe non sarà superiore allo 0.25% per i redditi oltre i 50mila euro annui.

Inoltre, la Città si impegna ad incrementare la riscossione delle entrate, riducendo la massima rateizzazione a 36 mensilità per il primo biennio di attuazione dell’accordo e successivamente a 24 (restano invariate le rateizzazioni già in corso): sarà accelerata anche la costituzione del ruolo. Altra decisione, quella di procedere all’ottimizzazione delle risorse umane e delle procedure nella “macchina comunale”, incrementando al tempo stesso la qualità dei servizi erogati alla cittadinanza. Il tutto, contenendo la spesa per il personale, al netto degli aumenti contrattuali, alla media del triennio 2017-2019, cosa che consentirà di procedere comunque a nuove assunzioni.

Nell’accordo con il Governo, la Città si impegnerà a realizzare tutti i propri investimenti tramite le risorse assegnate da PNRR, fondo complementare ed altri fondi nazionali ed europei. Ancora, vi è l’impegno alla graduale riduzione del debito da finanziamento e alla riduzione dell’utilizzo degli anticipi di tesoreria (diminuendo così gli interessi passivi rispetto a quelli sostenuti nel 2019). Previste anche riduzioni delle spese per trasferimenti e dei costi per interessi passivi verso i fornitori, tramite il rispetto dell’indicatore annuale di pagamento e dell’obbligo di riduzione dello stock del debito.

La delibera, presentata in aula dall’assessora Gabriella Nardelli, è stata approvata con 24 voti a favore (oltre al sindaco Lo Russo, PD, Lista Civica per Torino, Sinistra ecologista, Moderati) e 12 contrari (FI, Lega, Fd’I e Torino Bellissima). Non ha partecipato al voto il M5S.

L’approvazione del documento ha avuto luogo dopo un serrato dibattito, di seguito riportato in sintesi.

Fabrizio Ricca (Lega) ha sostenuto che il Pd riparte da dove ha finito, aumentando le tasse alla Città più indebitata d’Italia. Ha definito il PD partito delle tasse che si aumentano mentre stanno aumentando i costi per l’energia ed evidenzia come la delibera certifichi che Torino si avvicina al dissesto.

Andrea Russi (M5S) ricorda come la situazione fosse critica nel 2016 e come nel 2017 si sia intrapresa la strada del piano di rientro. La precedente Giunta aveva invertito la rotta, in presenza di bilanci critici anche per le partecipate, e restituito equilibrio ai conti. Questa delibera, ha affermato, dimostra come i conti non fossero in ordine, manca un cronoprogramma e non si sa come saranno spesi i soldi.

Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia): Ha espresso disaccordo con la delibera in presenza di una fiscale già enorme. Si tratta di una buona notizia, ha spiegato, per le casse dell’Amministrazione ma non per i torinesi, in un contesto drammatico per le famiglie. Si pensava, ha evidenziato, che i 18 milioni potessero essere recuperati da altre voci, anziché dall’innalzamento dell’Irpef.

Il consigliere Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) si è chiesto come mai altri Comuni in analoga situazione, come Napoli, abbiano invece scelto di non intervenire sulla tassazione: i cittadini sono messi in difficoltà da pandemia e bollette, ha aggiunto, occorreva individuare soluzioni alternative, puntando alla crescita del Pil e così facendo diminuire la tassazione

Giuseppe Catizone (Lega) ha apprezzato che il sindaco si sia scusato con i cittadini, aggiungendo che però a scusarsi dovrebbero i suoi predecessori, le cui scelte sbagliate hanno portato all’indebitamento da record. L’aumento dell’Irpef è evidentemente apparsa la via più semplice, ha attaccato Catizone, segnalando come invece Soris si sia mostrata incapace di un’efficace riscossione dei crediti e sostenendo che in primo luogo si sarebbe dovuto intervenire su questo e sulle spese.

Domenico Garcea (FI) ha esordito ricordando le critiche del suo partito al sindaco per la mancanza di una visione strategica, confermata da questo ennesimo aumento dell’Irpef, con il quale, secondo Garcea, il centrosinistra mette le mani nelle tasche dei torinesi come suo solito. Questo, ha concluso il consigliere, mentre le periferie restano insicure e il tessuto economico- produttivo è lasciato solo, l’Amministrazione dovrà rendere conto ai torinesi di come saranno usate le nuove risorse.

Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) evidenzia come il Comune, pur avendo più opzioni, abbia scelto quelle giuste, incentivando riscossione e aumentando quota Irpef per redditi medio alti, che non impattano su ceti medi e popolari, evitando di vendere parte del patrimonio o di aumentare canoni che avrebbero avuto impatto sociale ad esempio sul terzo settore.

Paola Ambrogio (Fratelli d’Italia): Il Governo, ha sostenuto, aveva offerto altre opzioni, oltre all’innalzamento dell’Irpef. Ha evidenziato come questo fosse il momento di dare ai torinesi e non di chiedere in un momento nel quale i cittadini devono affrontare grandi sforzi, considerando che un reddito di 28 mila euro annui sopporta difficilmente tutti gli aumenti.

Nadia Conticelli (PD): ha spiegato come la Città stia siglando un accordo con il MEF per impegni per i prossimi anni che rappresenta un cambio di marcia, perché per la prima volta si affronta il debito in modo strutturale, senza dover tagliare i servizi, a favore di una politica di rilancio.

Simone Fissolo (Moderati) ha rievocato l’approvazione delle linee programmatiche, seguita presentazione da parte del sindaco dei progetti per il PNRR, sottolineando come prima o poi alla questione del disavanzo si dovesse arrivare, visto che la giunta precedente non aveva risanato i conti comunali, diversamente da quanto affermava. Il consigliere ha poi evidenziato l’impossibilità contingente di praticare scelte alternative, tipo la vendita di partecipazione societarie, esprimendo soddisfazione per la riduzione dell’aumento di aliquota inizialmente prospettato per la fascia 28.50mila euro/anno

Elena Apollonio (Lista Civica per Torino) ha invitato a evitare ogni demagogia, dando atto alla Giunta e all’assessora al Bilancio di un grande lavoro fatto in poco tempo e raccomandando un’adeguata informazione ai cittadini per spiegare i benefici che ne deriveranno per la città. Apollonio ha poi ricordato la prossima discussione sul Bilancio di previsione, convinta che la maggioranza saprà prendersi la responsabilità di risposte adeguate alle necessità.

L’importanza di una corretta e chiara comunicazione nei confronti dei torinesi è stata sottolineata anche da Ivana Garione (Moderati), la quale ha sostenuto che l’amministrazione ha verificato se potessero esserci altre possibilità, prima di ricorrere a questa scelta. Spiegare la situazione, ha concluso, potrà consentire ai cittadini di comprendere le ragioni di queste decisioni.

Pierino Crema (PD) ha evidenziato come si arrivi da cinque anni di tagli, di vendite di quote di partecipate, di tagli ai servizi e come ora, invece, ci si trova di fronte alla possibilità di affrontare il deficit in modo strutturale. Si aspetta che si apra un dialogo con le parti sociali per capire come spendere le risorse, che si migliorino i servizi e che si pensi a progetti sui quali si investa senza ipotizzare tagli.

Rivolgendosi ai consiglieri di opposizione i cui partiti di appartenenza governano la Regione, Silvio Viale (Lista Civica per Torino) ha invitato a prevedere, a livello regionale, un aumento di risorse per i torinesi, se proprio ritengono che l’Amministrazione comunale stia creando nuovi poveri. Questa delibera, ha concluso, rappresenta un interesse collettivo.

Enzo Liardo (Fratelli d’Italia) ha sostenuto che i debiti del passato non hanno reso la città più bella, non solo in periferia ma anche in centro ed ha auspicato che le risorse piuttosto non arrivino, se devono essere spese con investimenti sbagliati come avvenuto in passato.

Andrea Tronzano (FI) ha ricordato come il debito della città sia esploso dal 2002 e in regione nel 2005-2010, sempre con il PD al governo degli enti. Preoccupato per il ritorno alla corsa della spesa corrente, il capogruppo di FI ha proposto al sindaco di riferire semestralmente al Consiglio, oltre che al governo, chiedendosi se non fosse possibile ad esempio cedere quote di GTT piuttosto che varare un pur lieve aumento dell’IRPEF in un momento difficile per le famiglie.

Amiamo questa città siamo consci del ruolo importante dei Comuni, oggi in sofferenza, ha affermato Elena Maccanti (Lega), aggiungendo che però non si sarebbe aspettata un aumento dell’Irpef in questa situazione difficile, un aumento che esclude i torinesi dai benefici del taglio delle tasse a livello nazionale. Un fatto che umilia i torinesi, ha concluso, auspicando che vengano loro date spiegazioni sulle vere ragioni del “buco” nelle casse comunali.

Il sindaco Stefano Lo Russo, intervenendo al termine del dibattito, ha ringraziato il Governo, che con questa operazione permette alla Città di Torino di affrontare in maniera strutturale il tema del disavanzo e di pareggiare il bilancio 2022-2024 della Città di Torino. Scusandosi con i torinesi toccati dal provvedimento, ha comunque spiegato che si tratta di un sacrificio sostenibile, richiesto al 28% di cittadine e cittadini, e che toccherà maggiormente i redditi sopra i 100mila euro (in tutto, circa 12mila contribuenti). Non c’erano però alternative, ha aggiunto. In questo modo verranno garantiti i servizi della città, mettendo in sicurezza i conti – ha spiegato – senza dismettere quote delle società partecipate e senza tagliare il piano di assunzioni, indispensabile per innovare la macchina comunale. L’intenzione è quella di dare un futuro alla città e mettere Torino nelle condizioni di ripartire, ha concluso il sindaco, dichiarando che i miglioramenti dei servizi si vedranno già nell’arco di 6/8 mesi.


(C.R. - F.D'A. - M.Q /Ufficio stampa del Consiglio comunale)


Pubblicato il 14 Febbraio 2022

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