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In apertura della seduta odierna, il Consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime delle mafie e del razzismo. Il rituale momento di raccoglimento è stato preceduto dalla lettura di due testi da parte del presidente Francesco Sicari, a nome dell’assemblea elettiva di Palazzo Civico.
Di seguito, i testi letti dal presidente:
1)
Ieri, 21 marzo 2021, si è celebrata la ventiseiesima “Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, giornata che con legge n. 20 del 8 marzo 2017 è stata ufficialmente riconosciuta dallo Stato.
La data del 21 marzo fu scelta da Libera nel 1996, perché “in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale”. E da allora ogni 21 marzo il profumo della primavera è ancora più intenso, respiriamo un'aria diversa, intrisa di consapevolezza, ricordo, voglia di legalità e giustizia.
Giornata della Memoria e dell'Impegno, due parole sulle quali dobbiamo soffermarci a riflettere. Il nostro paese ha pagato e purtroppo paga ancora un prezzo molto alto in termini di perdita di vite umane e non solo. Negli anni le mafie hanno ucciso tante, troppe persone. 1031 uomini, donne e bambini innocenti.
L'elenco che ogni anno viene letto e purtroppo aggiornato durante le manifestazioni in tutta Italia è tristemente lungo. Ogni vittima aveva un nome ed un cognome, una famiglia, una storia, sogni e desideri che si sono infranti in maniera violenta ed inaspettata. Il loro ricordo deve essere per tutti noi, cittadini ed Amministratori pubblici, lo sprone per impegnarci su due fronti:
-da una parte continuare nel lavoro di promozione della cultura della legalità e del rispetto delle regole nelle scuole, dove ogni classe rappresenta una piccola comunità, una società in miniatura, la prima all'interno della quale gli studenti imparano a convivere con gli altri. Insegnare loro a riconoscere diritti e doveri, diffondendo il rispetto dell’altro, delle regole e delle leggi nei diversi contesti urbani e all’interno delle comunità scolastiche è di fondamentale importanza. Insegnare loro il significato profondo delle parole “Stato”, “Giustizia” e “Legge”. Borsellino sosteneva che “se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”;
-dall'altra fornire alle forze dell’ordine, alle polizie locali ed ai magistrati, che non devono mai essere lasciati soli, tutti gli strumenti legislativi necessari per contrastare seriamente le mafie.
Sempre Borsellino sosteneva che “..quando la lotta alla mafia viene delegata solo alla magistratura ed alle forze dell'ordine, non si incide sulle cause di questo fenomeno criminale”.
Quest'anno lo slogan scelto è stato “A ricordare e riveder le stelle”. Questi nomi e le loro storie devono “essere ricordate”, devono stare dentro le nostre anime, nelle quali la speranza di vivere in un mondo diverso è viva e combatte ogni giorno affinché questo si realizzi.
Il desiderio di “riveder le stelle” è lo sprone che ci deve dare la forza di superare la pandemia e di mantenere alta l’attenzione alla fine della medesima. Le stelle che brillano, la necessità di buoni auspici, di luce che illumina e ci dà energia serviranno perché sappiamo bene che dopo ogni epidemia, catastrofe naturale ed in generale dopo ogni calamità le mafie, uniche ad avere a disposizione liquidità immediate, sono pronte ad insinuarsi nel tessuto economico della società durante la fase di ricostruzione.
Le stelle che brillano siamo, dobbiamo essere anche noi, cittadini ed amministratori pubblici, che rispettiamo le regole, che educhiamo i nostri figli alla legalità, spiegando loro che le soddisfazioni più grandi si ottengono, e gli obiettivi si raggiungono, solo con l'impegno ed il sacrificio e che se qualcuno dovesse indicare loro una scorciatoia, una strada più veloce e/o più facile, un aiuto per raggiungerli non dovranno accettarlo ed anzi dovranno cercare di far capire a quella stessa persona che non è corretto. Siamo tutti protagonisti e testimoni di una società migliore che esiste quando ricordiamo le vittime innocenti ed i magistrati che hanno perso la vita per offrirci un mondo giusto ed onesto.
Falcone riteneva che “La mafia è un fenomeno umano e come tutti fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione, e avrà quindi anche una fine”. Un giorno arriverà la fine, non avremo più vittime innocenti, respireremo a pieni polmoni l'aria di primavera e sentiremo solo “la bellezza del fresco profumo di libertà”.
2)
Il razzismo non riguarda solo chi ne è vittima.
Al contrario: esattamente come per sessismo e omofobia, una società equa e giusta si può raggiungere solo se tutti e tutte, in particolare chi vive in una situazione di sicurezza e di privilegio, fa la sua parte.
A partire dalle istituzioni.
Non commettiamo l’errore di considerare come razzismo soltanto i casi più eclatanti, come le aggressioni, gli insulti sull’autobus, i comportamenti individuali; è importante riconoscere e affrontare fenomeni di razzismo strutturale e istituzionale che ostacolano l’accesso al lavoro, alla casa, alla partecipazione sociale, ad avere una propria voce nel dibattito politico, e che riguardano, solo a Torino, più di 150.000 concittadini e concittadine potenziali vittime di razzismo.
La nostra Costituzione ci ricorda che è compito della Repubblica, nelle sue diverse articolazioni, rimuovere ogni ostacolo alla piena realizzazione delle persone.
Per questo, in occasione del 21 marzo, giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, vogliamo osservare un minuto di silenzio per tutte le persone vittime di razzismo, in questa città e in ogni parte del mondo.
(C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale)