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La Sala Rossa ha approvato oggi pomeriggio una mozione sulle linee guida per la redazione del Piano unitario di riqualificazione per la Cavallerizza Reale. Il documento è stato approvato con 21 voti favorevoli del gruppo di maggioranza.
L’atto chiede alla Giunta di perseguire il rispetto delle seguenti linee guida all'interno del Pur, il Piano unitario di riqualificazione predisposto per la Cavallerizza Reale:
- Avviare, sulla base del nuovo Regolamento Beni Comuni della Città di Torino, la forma di negozio civico denominato “uso civico collettivo e urbano” per tutte le porzioni di proprietà pubblica del complesso, tra cui il maneggio Alfieriano. Analoghe modalità di usi collettivi verranno concordate attraverso apposite convenzioni per altre porzioni del complesso immobiliare di proprietà di CDP e CCT.
- Prevedere nel PUR, per la massima parte del complesso in ogni caso per tutte le porzioni di proprietà pubblica, destinazioni d’uso culturali e tese ad evitare ogni forma di uso esclusivo non coerente con il progetto di Polo delle Arti. In tal senso, nel Piano, non siano comprese: residenze private o funzioni ricettive (ad eccezione di un modello di ‘residenza temporanea d’artista’, residenze universitarie e ‘case-bottega’ coerenti con la finalità artistica/culturale della Cavallerizza); attività commerciali. Siano quindi presenti esclusivamente destinazioni espositive, culturali, residenziali temporanee, artigianali e relative a servizi pubblici.
- Prevedere nel PUR, per le parti di proprietà della Città di Torino e di CCT, l'accessibilità e la fruizione degli spazi, a tutti i cittadini, della Cavallerizza Reale di Torino;
- Eliminare ogni previsione di parcheggio interrato (previsto sotto la zona del parcheggio dell'Auditorium RAI e Giardini Reali Bassi) a servizio del complesso della Cavallerizza Reale.
Il documento della Sala Rossa impegna inoltre la Giunta a:
- proseguire le attività amministrative, sulla base del Modello definito e proposto dall'Assemblea attraverso il percorso di autoregolamentazione predetto, per richiedere alle Istituzioni sovraordinate - regionali, nazionali, europee - i fondi necessari a garantire la condizione basilare per il realizzarsi del Modello stesso, ovvero le risorse necessarie per il reintegro totale della Cavallerizza Reale al Patrimonio della Città.
- riproporre al MIBACT il progetto inviato ad aprile 2019 al precedente Governo come base di partenza per l'utilizzo dei 5 milioni di euro promessi dal ministro Franceschini.
- dare avvio, con la massima celerità, alla fase di “partecipazione e coinvolgimento della popolazione interessata” al fine di definire i contenuti progettuali del PUR, anche alla luce dei contenuti della presente mozione.
- Predisporre un piano progressivo di reintegro della Cavallerizza nel patrimonio pubblico coinvolgendo anche le istituzioni regionali, nazionali ed europee al fine di preservare il bene per le future generazioni.
Al dibattito che ha preceduto il voto della mozione sono intervenuti i seguenti consiglieri:
Damiano Carretto (M5S) in qualità di primo firmatario del provvedimento ha illustrato il documento e gli emendamenti, in particolare la richiesta di riproporre al Mibact il progetto inviato nel 2019 al precedente Governo e di dare avvio alla fase di partecipazione con la popolazione interessata.
Viviana Ferrero (M5S) ha sottoscritto la mozione e, anch'essa, ha illustrato gli emendamenti richiamando, durante l'intervento, gli errori della precedente amministrazione comunale: la Compagnia di San Paolo – ha detto – farà quello che non è stata capace di fare la politica. Purtroppo soltanto quattromila mq rimarranno in mano pubblica.
Massimo Giovara (M5S) ha affermato che nel documento del Consiglio comunale non c'è alcuna contraddizione con la delibera di Giunta sulla proposta per la Cavallerizza. Il progetto è un test di rilievo – ha concluso – in materia di innovazione sociale e culturale.
Stefano Lo Russo (Pd) si è detto contrario al documento presentato dalla maggioranza, definendola un’iniziativa senza coerenza alcuna con il progetto della Cavallerizza. “Ritengo significativo politicamente – ha concluso – che la sindaca sia costretta a votare un atto che non condivide”.
Valentina Sganga (M5S): presentando i miei emendamenti, vorrei ribadire la necessità di salvaguardare per un utilizzo collettivo notevoli porzioni dell'area. Uso civico dei beni comuni quindi, che blindano in particolare il maneggio Alfieriano e il piano terreno. Infine la predisposizione di un piano progressivo di reintegro della Cavallerizza reale nel patrimonio pubblico coinvolgimento le istituzioni regionali, nazionali ed europee.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): Una diatriba tutta interna alla maggioranza. E’ evidente la mancanza di una visione politica, di un progetto. Ci voleva un'idea forte ma avete speso quattro anni a difendere gli occupanti nell'ottica di costruire un percorso sui beni comuni che non aveva nulla a che vedere con quel compendio. Nel nulla progettuale, arriva l'interesse della Compagnia di San Paolo. Adesso serve interlocuzione, non un atteggiamento passivo.
Antonino Iaria (Assessore all'Urbanistica): Vale la pena di sfatare un mito: questo progetto non è identico a quello della Giunta precedente. Perché c'è un nuovo Regolamento dei beni comuni, motore e modalità per fare diventare la Cavallerizza Reale un polo culturale di livello internazionale. Non valorizziamo il bene con semplici destinazioni d’uso, diamo un vincolo per la creazione di un polo culturale sinergico tra pubblico e privato. Noi poniamo un vincolo che esclude ai promotori immobiliari di acquistare la Cavallerizza con lo scopo di una valorizzazione economica.
Chiara Appendino (sindaca): Quel bene va restituito alla collettività. Su linee guida ben precise che noi stiamo già attuando. Più precisamente: avere la maggior parte possibile di quota parte pubblica, operando nell'ambito delle risorse che abbiamo. Con la sperimentazione dei beni comuni, un ottimo lavoro svolto sul Regolamento che vedrà la prima sperimentazione nel Cortile delle Guardie. Un percorso non semplice per l'Amministrazione e per i soggetti coinvolti, ma elemento importante che ci permetterà di ragionare sui futuri sviluppi del Regolamento dei beni comuni. Farlo su un bene Unesco ci dà maggiore responsabilità. Un terzo punto riguarda il tentativo di coinvolgere altre istituzioni pubbliche. La restituzione di questo spazio deve passare attraverso uno sforzo congiunto di tutta una serie di soggetti che fanno parte della città.
(r.t. - m.l.) Ufficio stampa Consiglio comunale