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Comunicato stampa

TORINO-LIONE, LA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA

La Corte dei Conti europea il 16 giugno, ha pubblicato (da una richiesta del Parlamento europeo del 2017) una nuova relazione su otto grandi progetti (il costo di ognuno è superiore a un miliardo di Euro) sui trasporti transfrontalieri cofinanziati dall'Unione europea.
Tra le otto infrastrutture c'è anche la linea prevista Torino-Lione. La Corte aveva già fatto riferimento all'urgente necessità di rivedere il regolamento TEN-T per renderle fattibile il progetto. Poi, sempre nella relazione, la Corte sostiene l'alta improbabilità di chiudere i lavori (Torino-Lione) entro il 2030, considerati i ritardi di attuazione già subiti. Quest'opera nel giro di 7 anni ha accumulato ritardi per 15 anni, con l'aumento dei costi al doppio della cifra iniziale.
L'Ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale (primo firmatario Roberto Malanca, Mov5stelle) pone l'accento sull'emergenza climatica dichiarata lo scorso anno dal Parlamento europeo che invita i Paesi membri a mettere in campo politiche anche in materia di infrastrutture. Le emissioni di CO2 del cantiere Torino-Lione potranno essere compensate solo in tempi molto lunghi (25-50 anni) e ciò è in netto contrasto con le politiche di contrasto all'emergenza climatica.
L'atto chiede alla Giunta comunale di intervenire in ogni occasione per uno stop dell'opera; sollecitare il Governo a stabilire un dialogo con le autorità francesi ed europee per riconsiderare il progetto; si chiede al Governo e alla Commissione UE di utilizzare i fondi per le economie della popolazioni colpite dal Covid-19 e, infine, di relazionare al Consiglio comunale su quanto emergerà da queste azioni.
Il Consiglio comunale ha approvato anche una mozione (prima firmataria Viviana Ferrero, Movimento5Stelle) sugli stessi temi. L'atto definisce che in questo momento stanno per essere affidati i primi veri lavori della Linea Torino-Lione quindi necessita una presa di posizione contro l'opera e preoccupa il giudizio di Amnesty International sull'Italia, asserendo che la libertà di manifestazione delle proprie idee in modo pacifico non può essere punita con il carcere. La mozione chiede all'Amministrazione di promuovere un incontro con il sindaco di Lione per sottoscrivere un documento comune che possa esercitare una pressione politica sul prossimo finanziamento europeo e quindi indirettamente sulla non realizzazione dell'opera.
Prima della votazione c'è stato un dibattito in sala Rossa su quanto espresso dai due atti (entrambi approvati con 23 voti favorevoli e 9 contrari).
Dopo l'illustrazione dell'Ordine del giorno del consigliere Roberto Malanca e della mozione della consigliera Viviana Ferrero, sono intervenuti:

Federico Mensio (M5S) - L'opera dal punto di vista ambientale è dannosa, le emissioni di CO2 sono più alte di quelle che saranno risparmiate. La Tav è figlia di un'economia lineare, il mondo è cambiato dai 30 anni fa in cui è stata elaborata. Faccio un appello a tutte le istituzioni affinché si ripensi a questa infrastruttura.

Marina Pollicino (Misto di minoranza – Con.Ci) - Questi atti arrivano in aula dopo molti rinvii. Sono votati da una maggioranza diversa a quella originaria, con diverse forze e orientamenti. L'Ordine del Giorno si rivolge al Governo in modo blando e ciò che si chiede con la mozione difficilmente si concretizzerà.

Viviana Ferrero (M5S) - Restituiamo voce ai cittadini e ai territori, la Torino-Lione non ha caratteristiche di sostenibilità ambientale ed economica, in questi 30 anni il mondo è cambiato. Questa amministrazione è contrari al TAV, come i sindaci di Lyon e Grenoble. Ricordo che Dana Lauriola, portavoce No Tav, è in carcere per il suo pacifico dissenso come segnalato anche da Amnesty International.

Francesca Parlacino (Lega) - La signora Lauriola è in carcere per violenza privata e interruzione di servizi di pubblica utilità, la legge è uguale per tutti. Gli elettori torinesi non si sono mai espressi contro la Tav, non lo dimostra la vittoria del M5S alle elezioni comunali. Torino rischierebbe di essere tagliata fuori da un progetto importante.

Eleonora Artesio (Torino in Comune) - Aderisco alle motivazioni dei due documenti, devo però dire, per coerenza e chiarezza, che dubito dell’efficacia di questi atti. Si chiede alla sindaca di attivarsi in un'ottica contraria alla TAV ma questa maggioranza, nei mesi scorsi, ha votato un atto urbanistico coerente con quelli di Regione e Città metropolitana, che prevedono la TAV. Inoltre, la sindaca ha detto che come prima cittadina di Torino rispetta il mandato no Tav del Consiglio comunale ma che come sindaca della Città metropolitana deve farsi interprete di una maggioranza che sostiene posizioni opposte.

Deborah Montalbano (Gruppo Misto di Minoranza – DemA) - Non avevamo bisogno della Corte dei Conti europea per scoprire l'impatto ambientale della Tav, il Movimento 5 stelle lo ha detto e portato avanti da sempre. La sindaca Appendino è stata almeno coerente nel momento in cui ha detto che in qualità di sindaca non poteva pronunciarsi sulla Tav. Avete preso in giro il comitato No Tav.

Infine sono intervenuti l'assessore all'urbanistica Antonino Iaria per precisare che il tracciato inserito nel Piano regolatore era un atto dovuto e parlare di un ripensamento non è corretto perchè il Prg si può sempre cambiare e la sindaca Chiara Appendino che ha informato il Consiglio che ci sono già state relazioni con Grenoble e con il suo nuovo sindaco (come chiede la mozione) per le politiche ambientali, non c'è stato ancora un incontro per l'emergenza Covid-19.

(tdn-cr) - Ufficio stampa del Consiglio comunale


Pubblicato il 23 Novembre 2020

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