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Il Consiglio comunale ha oggi dato il via libera definitivo ad una delibera presentata dall’assessore Sergio Rolando, riguardante alcune modifiche statutarie per le società TRM SpA (che gestisce il termovalorizzatore del Gerbido) e Farmacie Comunali Torino SpA. La delibera approvata oggi fa seguito a precedenti atti votati in Sala Rossa nei mesi scorsi, con i quali era già stata approvata a maggioranza la dismissione di quote societarie comunali, pari al 17.36% nel caso di TRM (con la conservazione da parte della Città di una quota del 1%), dismissione che con questa delibera non è più vincolata all’acquisto dell'intero pacchetto azionario posto in dismissione. Per quanto riguarda Farmacie Comunali SpA, la dismissione riguarda invece tutte le quote in capo alla Città, pari al 20, con la permanenza nell’organo amministrativo aziendale di un rappresentante di Palazzo Civico, oltre ad un membro supplente per il collegio dei sindaci.
Nel corso del dibattito che ha preceduto la votazione, conclusasi con 22 voti a favore del provvedimento, 12 contrari e 2 astenuti, le opposizioni hanno criticato fortemente il provvedimento.
I consiglieri di opposizione intervenuti hanno espresso il loro disappunto per un atto che, secondo quanto hanno sostenuto, priva il Comune delle necessarie facoltà di indirizzo rispetto a società che forniscono servizi essenziali per la nostra comunità, in particolare laddove, è il caso delle Farmacie, venga azzerata la presenza azionaria pubblica.
Enzo Lavolta (PD), a proposito delle Farmacie Comunali ha espresso la propria contrarietà all’operazione e lamentato il mancato confronto con gli operatori sanitari, sottolineando come le farmacie private non sono assimilabili a quelli comunali in termini di servizio ai cittadini, avendo queste ultime una Carta dei servizi alla quale devono ottemperare. Eleonora Artesio (Torino in Comune) ha ricordato l’importanza di quella che era stata la gestione diretta delle farmacie comunali fino alla SpA a capitale 100% pubblico del 2000 e la progressiva espansione della partecipazione privata a scapito di quella pubblica, che finisce oggi per essere annullata con un’operazione politicamente arretrata e non necessariamente vantaggiosa. Lorenza Patriarca (PD), da parte sua, ha invitato la maggioranza a non avere troppa fretta su un tema così delicato, sottolineando come le Farmacie comunali siano un appoggio alle fasce deboli della popolazione e che il 20% delle quote rendeva la Città ancora essenziale nelle scelte aziendali. Marina Pollicino (Connessione Civica) ha criticato la liquidazione del controllo pubblico come un elemento di criptoliberismo introdotto dall’appoggio dato dalla destra all’elezione di questa amministrazione. Aldo Curatella (Gruppo misto di minoranza) ha ricordato che in questi quattro anni non si è operato per tornare in possesso del controllo pubblico delle società, era un compito in primo luogo della Giunta. Stefano Lorusso (PD) si è detti stupito del fatto che il M5S sostenga l’irrilevanza di una quota del 20%, ironizzando sulle posizioni sostenute in alcuni interventi della maggioranza, da lui definite liberiste. La delibera, ha aggiunto il capogruppo dem, riguarda anche TRM, da sempre avversato dal M5S e oggi dallo stesso praticamente privatizzato, come altri asset. La vendita delle quote è stata definita inopportuna anche da Chiara Foglietta (PD), che ha citato le posizioni del M5S nel 2014, chiedendosi quale sia l’interesse reale della Città nel fare questa operazione. Dal tenore generale degli interventi delle opposizioni si è distaccato quello di Osvaldo Napoli (FI), favorevole alla privatizzazione poiché corrisponde alla filosofia politica del suo partito, che ha però espresso dubbi sulla possibilità di trovare un acquirente e preconizzato un’alleanza fra M5S e PD per le prossime elezioni comunali, invitando a guardare al futuro. Francesco Tresso (Lista Civica per Torino) ha scelto di non entrare nel merito di scelte passate, preferendo concentrare l’attenzione sulla mancanza di una politica complessiva sulle società partecipate, sostituita da uno stillicidio di vendite in un’ottica confusa. Occorrono forme di governo societario misto, ha aggiunto Tresso, con un ruolo reale della parte pubblica. Deborah Montalbano (DemA) ha stigmatizzato l’incoerenza del M5S nella difesa nello sviluppo della proprietà pubblica dei servizi essenziali, che era uno dei suoi cardini. Federica Scanderebech (Rinascita Torino) ha ricordato di avere sempre sostenuto le privatizzazioni, ma ha denunciato l’assenza di una politica degli investimenti definendo la delibera in discussione quale atto estemporaneo.
Tesi smentite dalla maggioranza pentastellata, che difeso la delibera e sottolineato come la maggioranza precedente avesse più volte proceduto a massicci cessione di quote societarie, in particolare scendendo dal 51% al 20% in Farmacie Comunali SpA nel 2014.
Monica Amore ha difeso la scelta della vendita di azioni per recuperare fondi necessari alla Città, che comunque già aveva perso il controllo delle società a causa di scelte delle amministrazioni precedenti. Anche Antonio Fornari ha sottolineato come lo schieramento politico che contesta il provvedimento odierno abbia portato avanti a più riprese le privatizzazioni, aggiungendo che non esiste differenza tra i servizi offerti da farmacie private o comunali. Nessuna fretta da parte della maggioranza, ha precisato Roberto Malanca, ma tante inesattezze negli interventi dell’opposizione, precisando poi che Farmacie Comunali ha comunque un contratto di servizio in vigore sino al 2099. Enzo Napolitano ha definito surreali le tesi dell’opposizione, che aveva privatizzato l’80% delle quote di Farmacie Comunali. Fabio Versaci ha rivendicato la coerenza del M5S sottolineando quanto l’eredità negativa delle amministrazioni passate pesi ancora oggi e accusando l’opposizione di incongruenza e di fare polemiche sterili. Dal canto suo, Federico Mensio ha voluto chiarire il concetto di controllo pubblico di una società, ribadendo come questo richieda una maggioranza delle quote azionarie, maggioranza dismessa negli anni passati da altre amministrazioni. Questa amministrazione, ha concluso il consigliere, lavora per mettere a posto i conti della città.
In conclusione, l’assessore Sergio Rolando ha ricordato come la delibera in aula non riguardi la cessione delle quote, già deliberata nel 2019, ma le modifiche statutarie conseguenti.
Numerosi emendamenti presentati dalle opposizioni, di merito e “ostruzionistici”, sono stati respinti dalla maggioranza con una serrata serie di votazioni.
(C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale)