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Perché insistere nel dissuadere gli automobilisti dall’attraversare il centro cittadino con strumenti di regolazione degli accessi? È vero che il centro è con un tasso di inquinamento atmosferico più elevato? E che la ragione è l’alto numero di veicoli che l’attraversa?
Una serie di applicazioni di dati prelevati da diverse fonti ha permesso di avere un quadro più approfondito di come i cittadini si spostano in città e come disincentivando l’uso dell’auto privata si possano ottenere sensibili miglioramenti nella qualità dell’aria. I risultati di questa attività sono stati presentati oggi nella seduta della seconda Commissione permanente del Consiglio comunale dall’assessora Maria Lapietra e dai tecnici della società Aizoon Consulting che ha svolto l’indagine.
Si tratta del progetto Seta realizzato nell’ambito del programma europeo Horizon 2020, con un contributo della Commissione europea di oltre 5,5 milioni di euro, di cui 220mila destinati alla Città di Torino. Capofila è l’Università inglese di Sheffield, con il coinvolgimento delle città di Torino, Santander e Birmingham e la partecipazione di dieci partner tecnologici continentali. Progetto che si è già concluso nel gennaio scorso dopo tre anni di lavoro in comune per sviluppare tool di ricerca e di monitoraggio utili a migliorare il controllo e la valutazione dei flussi di traffico e del loro impatto sull’ecosistema urbano.
L’obiettivo del progetto era di verificare se, e se gestiti adeguatamente, i dati generati dalla mobilità possano essere utilizzati per comprenderla, ottimizzarla e governarla rendendola più efficiente, sostenibile e resiliente. Una analisi dei bigdata permette una programmazione più coerente dei trasporti.
Attraverso una serie di tecnologie – l’app per tracciamento dei ciclisti SetaApp, software per videoanalisi, valutazione carichi sui bus pubblici e del traffico privato, datamining per il supporto decisionale (Dss) implementato da dati eterogenei quali celle telefoniche, Bip, ToBike e MoBike, strumento di calcolo del percorso in bici e app per gli operatori logisti professionali – è stato possibile estrapolare alcune tendenze e porre la base per nuovi strumenti e migliorare i processi decisionali. Ad esempio, l’app per i trasportatori merci può fornire informazioni su dove sia meglio posizionare i parcheggi riservati al carico-scarico; una mappa dei percorsi in città potrebbe offrire ai ciclisti la possibilità di visualizzare percorsi meno inquinati, evitando quelli più a rischio.
“Questo progetto è molto importante per la città perché dimostra, per esempio attraverso il flusso fornito dalle celle telefoniche, perché è necessario intervenire nel centro cittadino per ridurre il traffico: perché è il centro il grande attrattore e anche nel centro abbiamo alto tasso di inquinanti – spiega l’assessora Maria Lapietra -. L’obiettivo è una visualizzazione in tempo reale di come si presenta il flusso degli spostamenti in città, con qualsiasi mezzo ci si sposti”. Altri aspetti importanti nello sviluppo futuro di questi strumenti, la possibilità di pianificare e direzionare il traffico e la loro condivisione con i cittadini, per adottare politiche basate su una reale partecipazione.
L’analisi dei flussi delle celle telefoniche dimostra che nel centro cittadino i flussi in entrata si avvicinano a 9mila passaggi alle 9 del mattino, 10mila in uscita alle 17. In periferia, ad esempio, tra 3mila e 3500 a Parella, tra 2mila e 2500 al Lingotto, mentre notevole è il flusso a Mirafiori Sud, poco meno che in centro.
(mm)