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Il dibattito in aula seguito alle comunicazioni della sindaca Chiara Appendino sul trasferimento del Salone dell’auto e sulle questioni politiche relative alla maggioranza.
Valentina Sganga (M5S): Siamo a un punto di stallo e, al tempo stesso, di svolta del mandato amministrativo; riteniamo che a questo punto sia opportuno un confronto interno. Ma, in linea di principio, occorrerà ascoltare sempre le posizioni di tutti, comprese le posizioni eterodosse. Riguardo il Salone dell’Auto evidenzio non ci sia mai stata la volontà da parte nostra di mandarlo via; prendiamo atto al riguardo la scelta di non confermare Montanari, una decisione della Sindaca non condivisa con il gruppo consiliare.
Roberto Rosso (Fratelli d’Italia): Mi è piaciuto il tono di Appendino, ora vedremo la parte giacobina del gruppo di maggioranza verso quali scelte si indirizzerà.
I tre anni di amministrazione Appendino sono stati obbrobriosi, l’Amministrazione attuale ha fatto più danni di tutte le giunte di centro sinistra che hanno guidato Torino per periodi molto lunghi. Spero sia vicina la parola fine per questa giunta; dopo aver imposto il disonore alla Città non vorrei assistere a un biennio di lotte intestine.
Osvaldo Napoli (Fratelli d’Italia): Siete una giunta in crisi: mancano 7/8 consiglieri in Aula, alcuni addirittura sono andati via dopo aver ascoltato la comunicazione della sindaca. Occorrono scelte nette, servirebbe un rinnovo dell’intera giunta con l’inserimento anche di esponenti della società civile. La situazione amministrativa della Città è molto grave; la politica è mediazione e in questo rappresentate un fallimento come dimostra l’assenza di una trattativa con le parti nella gestione della futura ZTL.
Alberto Morano – Lista civica Morano La sua Giunta, sindaca Appendino, è in crisi così come la maggioranza della città ed emerge un quadro preoccupante per il futuro di Torino. Non apprezzo l’intervento della sindaca perché si nasconde dietro la realtà. Ciò che mi irrita maggiormente è che non sa scegliere le persone che dovrebbero amministrare la città, e questo è un danno per Torino.
Fabrizio Ricca – Lega Nord Oggi la sindaca Appendino per la prima volta ha ammesso di aver ceduto a troppi compromessi con la sua maggioranza, questo lo hanno pagato i torinesi. Ora aspettiamo un impegno dalla sindaca Appendino in collaborazione con la Regione altrimenti si dimetta.
Eleonora Artesio – Torino in Comune La sindaca ha citato più volte della responsabilità istituzionale, che significa anche non usare un grosso evento come il Salone dell’auto per il pretesto di rivedere la maggioranza. L'atto sugli eventi da organizzare al Valentino è depositato dal 2018 e impegna la Giunta di non utilizzare più il parco per eventi. Si dovevano cercare alternative e ciò non è stato fatto, dimostrando così l’incapacità di gestire un evento importante.
Stefano Lo Russo (PD): La sindaca, che ha lanciato un ultimatum alla sua stessa maggioranza, ma non può pensare di farci credere che il Salone dell’Auto sia stato perso per le dichiarazioni del vicesindaco Montanari, ennesimo capro espiatorio di chi non ha mai ammesso di avere sbagliato. In questa aula dovremmo parlare di infrastrutture e grandi eventi, noi siamo disponibili al confronto ma temiamo che non avverrà perché questa è una città oggi senza una guida. La sindaca, invece di scaricare assessori, si dimetta: torniamo alle urne, così che si possa verificare se la sua percezione di questa città corrisponde a quella dei torinesi, che meritano rispetto.
Francesco Tresso (Lista Civica per Torino): La sindaca ha detto alla sua maggioranza “chi non è con me è contro di me”. La vicenda del Salone dell’Auto è emblematica della mancanza di una visione, dell’incapacità progettuale della giunta. Si poteva legare al salone dell’Auto ad una riflessione generale sul futuro della mobilità e dell’automobile, si poteva impostare una strategia. Le scelte, o l’incapacità di scegliere, della sindaca denotano l’incapacità di dialogare con la società civile, con le categorie produttive. Servirebbe invece un confronto per fare di Torino una città attrattiva, mente oggi perde pezzi.
Silvio Magliano (Moderati): Nella maggioranza le tensioni tra assessori scelti dalla sindaca e consiglieri sono continue. Con un gruppo consiliare di maggioranza che, come i bambini, fa quel che vuole, come pensa la sindaca di poter portare avanti delibere importanti? La maggioranza regge perché alcuni consiglieri non vogliono tornare alla vita che facevano prima La sindaca ha di fatto detto alla sua maggioranza che si governa secondo una chiara linea o si va a casa. Torino non ha tempo per continue “verifiche di maggioranza” e gli eccessi ideologici frenano lo sviluppo di questa città.
Claudio Lubatti (PD): Dobbiamo prendere atto che non c’è una piena consapevolezza del ruolo assegnato all’Amministrazione dai torinesi: basti pensare che oggi ci sono tre consiglieri in vacanza. Il Salone dell’Auto è diventata una questione ideologica: perderlo per miopia e incapacità significa perdere importanti ricadute economiche per la città.
Monica Canalis (PD): Dopo tre anni di debolezze, ci aspettavamo discontinuità dalla sindaca, non una vocazione al martirio. Ha attribuito stallo e battute di arresto alla sua maggioranza, a cui ho oggi ha fatto una bella lavata di capo. E invece di rilanciare la sua azione amministrativa, è venuta in aula a fare una paternale, come fosse in una riunione interna. Non ha dimostrato leadership e capacità di proposta: i suoi consiglieri accetteranno tutto questo?
Mimmo Carretta (PD): Oggi, sindaca, non ha parlato alla città, ma solo alla sua maggioranza. Torino sta andando a fondo e Lei pensa a salvare la poltrona. Quale sarà il cambio di marcia? Approvare la mozione sui frutteti in periferia? Deve dimettersi, sindaca. Deve farlo per la città, che si è rivoltata contro, che non rappresenta più: non è più la sindaca della città.
Chiara Foglietta (PD): Con uno slalom pazzesco ha tenuto tutti sulla corda per un fine settimana: si dimette, non si dimette? In aula ha letto un copione scritto dagli uffici, con tono strappa lacrime o strappalike. Ha usato l’intervento per una resa dei conti con i suoi fidati consiglieri rimasti in aula, una decina in questo momento. Dal 2016 lei è sindaca di tutti ma ostaggio della sua maggioranza consiliare. Non riesco a cogliere la sua visione della città. Non la vedevo prima e non la vedo oggi. Lasci le chiavi della città sul tavolo ed esca con i fedelissimi della sua Giunta.
Deborah Montalbano (DemA): Registro un elemento fondamentale. L’esperienza del M5S a Torino si sia conclusa oggi. Ed è un’esperienza fallimentare. Non ho sentito interventi in merito a possibili alternative per coloro che si troveranno con un mancato introito a causa del trasloco del Salone dell’Auto. Nessuna autocritica sulle mancate relazioni fra Giunta ed organizzatori dell’evento. Infine, ai consiglieri dissidenti, coraggiosi e sempre contrari su facebook ma pronti a votare qualsiasi cosa in Sala Rossa e oggi assenti: volete fare battaglie, fatele fino in fondo e prendetevi le vostre responsabilità.
Enzo Lavolta (PD): Siamo di fronte all’ennesima contraddizione, ha parlato di freno a mano tirato ma il vero problema è la retromarcia inserita. Stiamo tornando indietro, una decrescita infelice che si sta praticando da tre anni e vede lei da una parte, i consiglieri dall’altra, e la macchina ferma. Oggi ci saremmo aspettati, più che lamentele verso la sua maggioranza, un rilancio nei confronti delle forze politiche, economiche e sociali della città in discontinuità con il recente passato. Lei ci avrebbe dovuto proporre una visione programmatica favorevole alle infrastrutture e al TAV, allo scambio sinergico con gli altri territori (competizione e cooperazione con Milano, Genova), a rendere attrattivo il territorio per investitori locali e stranieri. Perché la città ha bisogno di ripartire.
Ufficio stampa Consiglio Comunale