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In apertura della seduta odierna del Consiglio comunale, la sindaca Chiara Appendino ha risposto ad un’interpellanza generale (primo firmatario, Alberto Morano) in relazione ai rilevi mossi dalla Corte dei conti sull’utilizzo dei fondi derivati dalla vendita delle azioni Iren per spese correnti nel Rendiconto 2017, con conseguente invito a regolarizzare la relativa posta di entrata. Di seguito, la sintesi dell’ampio dibattito che ha seguito la relazione della sindaca.
Sindaca Chiara Appendino:
L’assessore al Bilancio e le Direzioni competenti hanno già avviato un confronto con la Corte dei conti per approfondire le tematiche evidenziate e trovare una soluzione condivisa. Secondo il nuovo Ordinamento contabile degli Enti locali, l’imputazione dell’entrata delle spese a bilancio avviene sulla base di uno specifico Piano dei conti approvato a livello nazionale ed obbligatoriamente approvato da tutti gli Enti locali. Tale piano consente la rilevazione integrata dei fatti contabili sia sotto il profilo finanziario che economico-patrimoniale. In applicazione tali principi, un’entrata derivata dalla distribuzione di utili e avanzi, trova la propria collocazione al titolo III, “Entrate extratributarie“. Non appare quindi possibile iscrivere tale entrata al Titolo V, “Entrate da riduzione di attività finanziarie” ove è prevista l’iscrizione degli introiti da alienazioni di partecipazioni, in quanto tale scrittura presuppone la movimentazione in contropartita del valore azionario iscritto a patrimonio. Considerato che le azioni IREN risultano iscritte nel patrimonio FCT e non sono contabilizzate nel conto patrimoniale del Comune, la scrittura contabile in tal senso non può essere effettuata per mancanza della relativa contropartita. Parimenti, in contabilità economica, dovrebbe essere rilevata la plusvalenza ricavi piuttosto che la minusvalenza costi che in assenza del corrispettivo valore iscritto al patrimonio, non può essere rilevata.
Peraltro tale rilevazione è coerente con la natura degli importi oggetto di distribuzione a favore della Città. FCT nel 2017 e 2018 ha ritenuto di suffragare le proprie valutazioni in merito avvalendosi di un esperto indipendente sulla natura giuridica dell’avanzo derivante dalla scissione non proporzionale di FSU, partecipata da FCT al 50% ed estinta nel luglio del 2018 nel contesto del piano di ricognizione sulle società partecipate.
L’improprio finanziario del quale si parla si riferisce alla distribuzione da parte di FCT a favore della Città di Torino di parte di tale avanzo. Il parere reso dal professor Devalle (Università di Torino) conferma che detto avanzo debba essere iscritto nel bilancio di FCT in apposita “Riserva avanzo di fusione” e che detta riserva debba essere trattata contabilmente al pari di una riserva formata con utili distribuito dal socio a seguito di incasso dalla vendita di partecipazioni. Dal punto di vista formale, le scritture effettuate sulla gestione 2018 da parte dell’Ente appaiono corrette considerato che le somme non potevano essere che essere contabilizzate tra le entrate correnti di bilancio. Dal punto di vista sostanziale, non si può che concordare con quanto evidenziato dalla Corte dei Conti sulla natura straordinaria dell’entrata e sulla necessità che la stessa venga utilizzata a finanziamento di spese di natura straordinaria, patrimoniale o per la riduzione del debito.
Peraltro, nel piano di interventi approvato dal Consiglio comunale nell’ottobre del 2017, nelle entrate straordinarie si faceva proprio riferimento all’attivazione di entrate straordinarie del periodo 2018-2021 attraverso vendite di immobili, attività finanziarie ed oneri di urbanizzazione. Il fatto che avremmo utilizzato entrate straordinarie per coprire il disavanzo strutturale di 80 milioni che abbiamo ereditato era cosa nota. Il medesimo testo specificava che entrate derivate da attività finanziarie avrebbero avuto in parte natura di entrate straordinarie in conto capitale e i parte di natura di parte corrente in quanto connesse a dividendi erogati da Holding FCT. Il piano prefigurava l’impiego di tali entrate straordinarie per finanziamento dei debiti verso GTT e InfraTo, che abbiamo dovuto risistemare e per il funzionamento degli enti culturali. Sarà pertanto cura dell’ente evidenziare in sede di rendiconto 2018 l’utilizzo di tali entrate a finanziamento di spese cdi natura straordinaria, patrimoniale o per la riduzione del debito. Se risultassero delle eccedenze, l’Ente le utilizzerà per un accantonamento destinato a pagamento di contributi in favore di GTT e InfraTo in scadenza nei prossimi esercizi. Tale via consentirà di assicurare che la destinazione delle somme di cui si discute siano riservate ad attività coerenti col piano di interventi deliberato dalla Città e con i contenuti del pronunciamento della Corte dei Conti
Alberto Morano (lista Civica Morano):
oglio ricordare che la Corte dei Contri non è stata tenera, usando termini come “elusione normativa “e “abuso di diritto”. Non si tratta di condotte penalmente rilevanti, ma situate al confine di liceità e legittimità, comunque sono indice di sciatteria amministrativa. La Corte dei Conti ha stigmatizzato l’uso dei proventi IREN per la spesa corrente, ritenendo che si tratti di un artificio contabile, ed ha chiesto alla Giunta di porvi rimedio. Non è una questione di interpretazione. La sindaca non ha detto come si pensi di sanare le irregolarità. Il Collegio dei revisori dei conti, certo più amichevole del precedente nei confronti della Giunta, non ha detto nulla sulla questione, rendendosi complice di atteggiamenti che sconfinano nell’elusione normativa e dell’abuso di diritto.
La Corte dei conti ha parlato di non corretto impiego di risorse, invitando l’Amministrazione comunale a rimediare: per usare una metafora calcistica, ha sventolato un cartellino giallo. Ricordo che al secondo cartellino c’è l’espulsione. Occorre porre fine ai comportamenti elusivi, anche perché la Corte dei Conti ha di fatto certificato uno sbilancio tra entrate e spese correnti che non è stato sanato.
Stefano Lo Russo (PD:
La Corte dei Conti scrive di meri artifici contabili, di strumenti elusivi di un vincolo normativo. Fatico a comprendere come si possa conciliare una pronuncia di questo tipo con la risposta della Sindaca oggi in quest’Aula. Noi rimaniamo critici verso la sua gestione del Bilancio e la disinvoltura contabile che la contraddistingue. E dopo le riserve espresse dalla Corte dei Conti, invito la sindaca ad un supplemento di riflessione. Il continuo evocare l’interesse della città, poi, ci lascia perplessi: se la sindaca non ritiene di potere governare il Bilancio lasci l’incarico. Non ricorra a strumenti elusivi di vincoli normativi e a meri artifici contabili. Se così non fosse, applichi provvedimenti di trasparenza e correttezza amministrativa e ci eviti pronunciamenti della Corte dei Conti.
Fabio Versaci (M5S):
Sono inaccettabili le critiche al nostro operato da parte di chi ci ha preceduto e, dopo oltre vent’anni di cattiva amministrazione, ci ha lasciato in eredità un disequilibrio strutturale di ottanta milioni di euro. Siamo la città più indebitata d’Italia, sull’orlo del fallimento. Ed è imbarazzante che gli stessi che hanno contribuito all’indebitamento adesso ci vogliano fare la morale su come si amministra una città. La sindaca non può fare altro che continuare responsabilmente su questa strada, noi siamo consapevoli che non sarà facile, ma che sia l’unica possibile.
Antonino Iaria (M5S:
Noi governiamo per l’interesse della città e non per il consenso elettorale. Sono due cose completamente diverse. Correremo il rischio di perdere il consenso elettorale, ma riteniamo indispensabile pensare prima al bene della città e, per questo, attivarci per manovre di rientro che permettano di rendere stabile il Comune dal punto di vista economico e finanziario. Qualcuno dai banchi dell’opposizione fa poi notare che il governo dovrebbe aiutarci solo perché dello stesso partito che amministra la città. Ma io non credo sia corretto, per un governo, aiutare una città piuttosto che un’altra solo sulla base dell’omogeneità politica con l’amministrazione locale.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino:
La risposta della Sindaca non è rassicurante rispetto alle osservazioni della Corte dei Conti, che sono state molto nette riguardo la gestione delle partire contabili di Iren da parte della Città. La situazione rischia di aggravarsi vista la riduzione dei trasferimenti dello Stato. E al di là dei continui escamotage contabili, la questione di fondo è che non si capisce dove si stia andando.
Enzo Lavolta (PD):
Oggi sento discutere a proposito delle responsabilità sui debiti del bilancio della Città; io ricordo che la precedente amministrazione ha ridotto i debiti da 3,3 a 2,9 miliardi. E per riuscire in risultati di questo tipo occorre una seria politica delle entrate, occorre una strategia e occorre una visione. Oggi invece ci troviamo in una situazione di assenza di visione; non si discute e non ci confronta aumentando le tasse e le imposte, e si spera di far quadrare i conti grazie a qualche ‘regalo’ proveniente dalla stessa parte politica oggi al Governo.
Massimo Giovara (M5S):
Sono trascorsi oltre due anni di mandato del Movimento 5 Stelle in Comune e il Pd continua a dire le stesse cose. In realtà il debito della Città si è creato nei 23 anni di amministrazioni di sinistra alla guida dell’amministrazione prima della vittoria del Movimento 5 Stelle. E gli esempi di cattiva gestione non mancano, basti pensare al debito milionario accumulato dal Virtual Reality & Multi Media Park. Ma ovviamente secondo il Pd non si sta facendo nulla di buono e lo squilibrio dei conti è una colpa tutta addebitabile all’attuale gestione della Città.
Damiano Carretto (M5S:
Si può parlare delle attuazioni di alcune politiche ma io ricordo di una raccolta differenziata ferma per 5 anni, di una Ztl mai affrontata dal 1996 perché avrebbe indispettito e non si sarebbero presi voti e così come tutti metri cubi di cemento…Spina 3, Spina 4. Forse noi sbagliamo a ricordare sempre di chi è la colpa, dopo 2 anni si è capito e lo hanno capito anche i cittadini. Noi guardiamo al futuro, cercando di impegnarci al meglio e non prendendo decisioni che impegneranno i cittadini per i prossimi 40 anni.
Osvaldo Napoli (FI):
Mi piacerebbe ci fosse un clima diverso in questa sala, un dialogo vero se si cerca il buono della città sedendoci intorno a un tavolo e affrontare la situazione insieme. Oggi non c’è un’Amministrazione che stia bene e non abbia debiti, Roma è al primo posto poi Torino e al terzo posto il Comune di Livorno. Ci troviamo in un momento di grossa difficoltà e questo impone un confronto leale e non scontri ideologici
C.R. - M-L. - R.T. - T.D.N.(Ufficio stampa del Consiglio comunale)