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Comunicato stampa

VENDITA AZIONI IREN, LE PREVISIONI DI BILANCIO DI FCT HOLDING SONO STATE RISPETTATE

La recente scelta dell’Amministrazione comunale – secondo quanto riportato da alcuni quotidiani locali - di alienare circa 33 milioni di azioni Iren di proprietà della società controllata della Città Fct Holding, è stata oggetto di un’interpellanza generale sottoscritta dai Consiglieri dei gruppi di minoranza Stefano Lo Russo, Silvio Magliano, Francesco Tresso ed Enzo Lavolta.
L’assessore comunale al Bilancio, Sergio Rolando, ha risposto a nome della Giunta alle sette domande presenti nel documento: “In merito ad alcune notizie apparse sui quotidiani, si osserva come nessun riferimento alla mancata corrispondenza fra entrate previste ed entrate riscosse possa essere associato all’indicato ammontare di 20 milioni di euro. Le previsioni di Bilancio, riguardo alle entrate derivanti da Fct holding, sono state completamente raggiunte e non si sono determinate minori entrate nel Bilancio della Città.
“La sindaca ha formalmente comunicato a FCT Holding l’indicazione di vendita delle azioni, in conformità a quanto deliberato a suo tempo; la vendita stessa non determinato minusvalenze nel Bilancio della società controllata, ma ha anzi consentito alla stessa di realizzare una plusvalenza pari a circa 7,79 milioni.
“Il ruolo della Città di Torino sarà garantito da un nuovo Statuto della società e da un nuovo patto parasociale, in approvazione entro il mese di gennaio 2019, e si può certamente escludere che la Città sia estromessa dal patto di sindacato tra i soci che designano i vertici di Iren.
“Non ci sono ragioni allo stato attuale per ritenere che la vendita di cui si tratta possa avere effetti rilevanti, rispetto a futuri piani industriali di Iren, per quanto attiene agli investimenti sul territorio torinese e piemontese”.

Al dibattito in Aula hanno partecipato alcuni Consiglieri comunali: Qui di seguito dettagliamo una sintesi degli interventi.

Stefano Lo Russo (PD): Per l’importanza della questione, avremmo voluto l’intervento in Aula della sindaca Appendino, che ha anche la delega alle Partecipate. Con un indotto di 1 miliardo di euro e migliaia di posti di lavoro, Iren è il soggetto più importante del territorio. Mentre Appendino vendeva il 2,5% della azioni (con una minusvalenza di 20 milioni di euro) Genova decideva di acquistarne il 2,5%: quando scadranno i patti parasociali e si dovrà decidere il nuovo assetto societario, saremo penalizzati nei confronti del Comune di Genova. Di conseguenza, gli investimenti annunciati potranno essere rivisti dal nuovo Consiglio di Amministrazione; inoltre, diminuendo le nostre quote, scenderà anche il dividendo che la Città incasserà. Non si può svendere Iren un pezzo alla volta, con danni economici diretti, indebolendo la nostra posizione e mettendo a serio rischio un miliardo di investimenti sul nostro territorio.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): Sono preoccupato per questa svendita a rate di Iren. Rischiamo di smantellare un sistema costruito nel tempo e di fare uscire la Città dalla “stanza dei bottoni” per fare cassa e cercare di pareggiare il Bilancio. Serve chiarezza sulle strategie della Città, senza lavorare in affanno, solo per far quadrare i conti. Serve un serio approfondimento.

Antonio Fornari (M5S): Oggi abbiamo rettificato le informazioni errate riportate dai mass media: non c’è stata una minusvalenza, ma una plusvalenza di 7,79 milioni! Non credo che una multiutility quotata in borsa cambi piano industriale da un giorno all’altro, sulla base delle indicazioni di un politico di una città piuttosto che di un’altra. Iren investe sulle Città se ha un ritorno, economico e di immagine, non in base al 2,5% di azioni in più o in meno. In passato, la Città ha venduto quote importanti di Amiat, Trm, Farmacie comunali, Sagat, ecc. e ora c’è chi fa le barricate per la vendita del 2,5% di Iren? Quanto incassato da questa vendita ci servirà per ripagare in parte i 25 milioni di euro di agevolazioni non riconosciute in passato dalla Città a Gtt.

Enzo Lavolta (PD): Cosa direte ai 4.000 dipendenti Iren (su 8.000) che lavorano a Torino? Siamo preoccupati non solo per gli aspetti economici, ma anche per l’assenza di politica. Grazie a tale assenza, da qualche settimana si è spostata a Reggio Emilia la governance della società che gestisce il nostro patrimonio immobiliare, gli impianti termici, i semafori e l’illuminazione pubblica.
Non c’è politica, i processi non sono accompagnati; dobbiamo difendere le competenze e le maestranze che vivono sul nostro territorio.

Monica Amore (M5S): Non mistifichiamo la realtà! La vendita delle azioni Iren fa parte del piano di interventi approvato dal Consiglio Comunale, seguendo la direzione auspicata dalla Corte dei Conti.

(R.T. - M.Q.) - Ufficio stampa Consiglio comunale


Pubblicato il 10 Dicembre 2018

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