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L’assessore all’Ambiente, Alberto Unia, ha risposto questo pomeriggio ad una interpellanza relativa al percorso di trasformazione di Smat S.p.a. in azienda di diritto pubblico consortile, presentata dai consiglieri Montalbano (Uscita di sicurezza), Artesio (La Sinistra), Lavolta e Foglietta (PD) e Albano (Movimento 5 Stelle).
Unìa ha spiegato che il Bilancio di esercizio rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell’esercizio, che deve essere portato in approvazione in Assemblea. L’ipotesi di trasformazione, ha sottolineato, è sì oggetto di dibattito tra i soci ma non è direttamente pertinente ai temi del bilancio.
Nell’assemblea del settembre 2017, la sindaca di Torino aveva sottolineato l’importanza di uno studio di fattibilità condiviso tra i soci in merito alla trasformazione societaria da avviare. Nella successiva assemblea del 29 giugno 2018 la Città ha ribadito la volontà di voler intraprendere un percorso il più possibile condiviso tra i soci e i comuni dell’Ato3 che porti alla redazione di uno studio di fattibilità che sarà commissionato da Smat, sulla base delle indicazioni che saranno fornite nell’assemblea dei soci, nella prima settimana di dicembre.
Dopo l'intervento dell'assessore Unia si è aperto il dibattito.
Deborah Montalbano (Uscita di Sicurezza): La natura dell’interpellanza serviva proprio a capire quali iniziative siano state intraprese nel concreto per ottemperare ad una delibera del Consiglio comunale votata più di un anno fa per la trasformazione di Smat in azienda di diritto pubblico. Lo studio di fattibilità si sta svolgendo per definire le modalità condivise per attuare la trasformazione o per decidere se procedere alla trasformazione oppure no.
Enzo Lavolta (PD): l’arroganza e la presunzione di autosufficienza di alcuni componenti di questo Consiglio comunale portarono, a poche settimane dall’insediamento, a stravolgere un atto di indirizzo che avevamo presentato io, il consigliere Tresso ed altri. Atto che avrebbe impegnato la Sindaca a proporre la redistribuzione fra i soci degli eventuali utili dell’azienda, destinandoli al reinvestimento per il miglioramento delle strutture o alla diminuzione delle tariffe al pubblico. Lo stravolgimento portò alla richiesta di trasformazione di Smat in società consortile di diritto pubblico. Mi rasserena vedere oggi che, a distanza di due anni, quell’atto di arroganza non è stato recepito dalla Sindaca e dalla Giunta, che non si sono mosse per ottemperare a quella richiesta. Forse perché hanno capito che a Torino abbiamo il miglior servizio idrico integrato d’Italia e che gli utili non possono essere utilizzati dai Comuni per fare cassa, ma vincolati agli investimenti sui territori o dare beneficio economico ai cittadini in difficoltà. Un servizio pubblico e di qualità di cui dobbiamo essere orgogliosi.
Eleonora Artesio (Torino in Comune): nell’ottobre del 2017 il Consiglio comunale di Torino deliberava la trasformazione di Smat in società consortile di diritto pubblico e richiedeva che l’Amministrazione procedesse per la definizione attraverso uno studio di fattibilità, tempi e modi della trasformazione. Sapendo che serviva il coinvolgimento di tutti i soci dell’assemblea ATO3. Avvenuto nel giugno del 2018, otto mesi dopo, con l’auspicio da parte dell’Amministrazione che tale coinvolgimento avvenga anche per ambiti territoriali omogenei. Con queste premesse, mi pare si possa escludere che lo studio di fattibilità sia pronto per dicembre. Trovo che la convinzione con cui si sta procedendo sulla strada indicata dal Consiglio comunale, sia perlomeno incerta. Non voglio essere portatrice di un pregiudizio ma, la questione assume, non per la complessità del procedimento, una tempistica che i promotori non desideravano. Insoddisfacente la risposta odierna dell’assessore ritengo anche io, come altri colleghi, necessario un approfondimento in commissione.
Daniela Albano (M5S): Condivido la scelta della Giunta di strutturare il percorso di trasformazione insieme agli altri soci di Smat. Ma, nel caso non si trovasse il consenso degli altri soci, credo che la Città di Torino, in qualità di socio di maggioranza, debba comunque iniziare questo percorso. Un piano di trasformazione da sviluppare con tecnici capaci, da condividere con il Consiglio comunale, un percorso trasparente che metta le basi per avviare la discussione anche con gli altri soci. D’accordo anche io per l’approfondimento in commissione.
In conclusione di dibattito, la replica dell’assessore Unia. Il percorso condiviso con gli altri Comuni è stato effettuato. Siamo soci di maggioranza in Smat, ma lo statuto prevede per i provvedimenti ordinari il 75 per cento delle quote e il 40% delle teste, cioè dei Comuni soci. Per le variazioni di statuto, poi, viene richiesto il consenso del 90% delle quote e del 60% dei Comuni. Un percorso di condivisione è quindi necessario. Lavoriamo in questo senso e senza debolezze o incertezze come qualcuno ha affermato.
Ufficio stampa Consiglio