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La Città di Torino si rivolge ai e alle dipendenti, nelle ricorrenza del Coming Out Day, suggerendo alcuni atteggiamenti e comportamenti per favorire un clima attento e sensibile alla pluralità, per viverla come una ricchezza e un’opportunità di capire meglio gli altri e i loro bisogni, le loro potenzialità, siano essi colleghi e colleghe o utenti dei suoi servizi alle persone.
Lo strumento scelto è una circolare interna inviata anche tramite posta elettronica a tutti i dipendenti con allegato un volantino – “Liberi/e di essere se stessi/e sul luogo di lavoro” - che invita tutti e tutte a interrogarsi sulle proprie azioni. Il volantino contiene un breve vademecum (“I nostri atteggiamenti sono importanti”) il cui scopo è di accompagnare la creazione di un clima positivo negli uffici, sia verso i colleghi sia versi gli utenti, realizzato dal Comune di Bologna e gentilmente concesso in uso alla Città di Torino.
L’11 ottobre è la data in cui si celebra il Coming out day. La data fu scelta durante un workshop della comunità Lgbt di Los Angeles l’11 ottobre del 1988 in occasione della ricorrenza del primo anniversario della seconda marcia nazionale su Washington per i diritti delle lesbiche e dei gay, tenutasi l'11 ottobre 1987.
Il coming out (venire fuori) è il processo attraverso il quale una persona prende coscienza della propria omosessualità, l'accetta, inizia a vivere delle relazioni sentimentali e si dichiara all'esterno. Si tratta di un processo graduale, che corrisponde a un percorso di consapevolezza, accompagnato da una crescita interiore, soprattutto in termini di sicurezza in se stessi.
“Vivere con serenità le ore vissute sul posto di lavoro, che occupano una parte importante della nostra giornata, è un fattore di benessere dell’individuo e dell’organizzazione di cui si è parte –spiega l’assessore Marco Giusta -. Sul posto di lavoro le persone comunicano e condividono la loro quotidianità, raccontano le ore dedicate alla famiglia, agli affetti, alla vita sociale. Esprimere liberamente la propria personalità, senza pregiudizi e preconcetti, e ottenere accettazione e rispetto è quindi un forte elemento di motivazione e di qualità della vita”.
Il lavoro rappresenta un contesto in cui la visibilità appare più rischiosa e nel quale le persone omosessuali si percepiscono come più vulnerabili alle discriminazioni. A ogni ingresso in un posto di lavoro esse si trovano a fronteggiare un dilemma: se e come manifestare il proprio orientamento sessuale; detto in altri termini “posso raccontare la mia vita e parlare di quello che sono e di come vivo la mia vita fuori dall’ufficio senza che questo abbia ripercussioni sul mio posto di lavoro”?
A questa domanda il Comune ha risposto chiaramente di sì.
(mm)