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L’assessore Marco Giusta ha oggi effettuato una comunicazione in aula, nel corso della riunione del Consiglio comunale e su richiesta della consigliera Maria Grazia Grippo, sulla vicenda della mancata partecipazione della Città di Torino ad un bando europeo sui progetti di contrasto al terrorismo. L’assessore, premettendo come della vicenda si fosse data inesatta informazione, ha evidenziato le difficoltà derivate dai tempi strettissimi intercorsi tra la conoscenza del bando (31 gennaio) e la sua scadenza (15 marzo) ed alla difficoltà di reperire città partner in tempi ristretti. Solo il 22 febbraio il Forum Europeo per la Sicurezza Urbana (EFUS), che allora non conoscevamo, ha spigato Giusta, proposto alla Città un partenariato, ma con scadenza dopo soli 2 giorni lavorativi. Dopo aver riscontrato l’impossibilità di avere una proroga, nonostante la nostra dichiarata disponibilità, abbiamo ottenuto l’assicurazione che Torino verrà ritenuta in considerazione per altre iniziative. In ogni caso, ha aggiunto l’assessore, partecipare non avrebbe significato necessariamente aggiudicarsi il bando e i relativi finanziamenti. Escono centinaia di bando ogni anno ed è impossibile partecipare a tutti. Le motivazioni indicate dai nostri uffici per velocizzare la partecipazione al bando non erano legate ad “arresti di jihadisti”, come si è letto (peraltro successivi), ma dai fatti di Macerata. In queste settimane la città sta perfezionando la propria adesione alla rete EFUS e alla sua articolazione italiana, il Forum per la Sicurezza Urbana (FISU), ha spiegato Giusta.
Alla comunicazione dell’assessore ha replicato la consigliera Maria Grazia Grippo (PD), che ha stigmatizzato la tendenza a minimizzare il problema e il ritardo nella ricostruzione della vicenda, che pare essere ordinaria nell’assessorato di Giusta, l’assessore avrebbe dovuto contribuire ad un’informazione corretta. Restano senza risposta alcune domande, ha sottolineato Grippo. Il Comune, poco prima che si insediasse questa amministrazione, aveva partecipato ad un bando analogo. E che ne è stato del Tavolo per contrastare la radicalizzazione violenta, sul quale l’assessore e la presidente della commissione Legalità avevano messo la faccia, ha chiesto la consigliera. E’ passato un anno, ha commentato Grippo, e nulla si è concretizzato. Occorre tentare tutte le strade per accedere ai finanziamenti, dando progettualità e concretezza alle intenzioni, visto che si ripete sempre che mancano risorse, ha concluso la consigliera.
Carlotta Tevere (M5S) si è rammaricata del fatto che alcuni organi di informazione non abbiano dato lo stesso rilevo al successo ottenuto dalla Città con il progetto triennale Trivalent nell’ambito di Horizon 2020, l’anno scorso. Un progetto che analizza, non a fini investigativi, i linguaggi della radicalizzazione violenta utilizzati in rete, tramite analisti della Polizia Municipale, in partnership con Università di Roma III, Ministri Interno e giustizia, polizie di vari paesi Europei, il tutto con con fondi UE e personale del Comune. Può capitare per motivi tecnici di non riuscire a partecipare a un bando o non vincerlo. Il tavolo sulla radicalizzazione non c’entra nulla coi bandi europei, ha concluso Tevere, ringraziando il personale comunale che opera quotidianamente nel campo dei bandi europei.
L’assessore Giusta ha poi concluso ricordando l’impegno della Città su questi temi, esemplificando azioni come il protocollo d’intesa con i responsabili delle carceri torinesi per l’assistenza spirituale interconfessionale e l’analoga iniziativa in collaborazione con la Prefettura per quando riguarda i Centri di Permanenza per i Rimpatri. Il Tavolo è rallentato perché abbiamo chiesto all’Università un parere per meglio formulare la delibera di istituzione: ci sono tanti tipi di radicalizzazione e fondamentalismi e dobbiamo occuparci ad ognuno di essi. I nostri uffici, ha concluso l’assessore, presentano continuamente progetti internazionali e in genere li vincono.
C.R. - Ufficio stampa del consiglio comunale