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Dopo la manifestazione d’interesse inviata al CONI, nei giorni scorsi, dall’Amministrazione cittadina, il Consiglio comunale ha discusso la mozione “Giochi Olimpici invernali 2026” primo firmatario il consigliere Domenico Carretta del gruppo PD. La votazione dell’atto, respinto con 23 voti contrari e 13 a favore, è stato preceduta da un ampio dibattito in aula.
Di seguito si riportano gli interventi dei consiglieri e la replica finale della sindaca Chiara Appendino.
Domenico Carretta (Partito democratico)
Anche se tutto quello che era necessario dire e tacere è stato detto e taciuto, era necessario portare il dibattito nell’unico posto dove queste cose si devono affrontare: in Consiglio. Le Olimpiadi erano una grande occasione per Torino dopo il 2006 e i contraccolpi della deindustrializzazione e lo sono anche per la Torino di oggi e per questa amministrazione che ha l’occasione per rimettersi in sintonia con la Città Le occasioni vanno incoraggiate i processi vanno governati, Sindaca. I suoi silenzi hanno pesato molto ma lei adesso ha una grande opportunità, uscire dai labirinti della vecchia politica in cui si era infilata e diventare la sindaca di tutta la Città. Temiamo però che tutto ciò che si farà rischi di essere inutile. Già prevedo che Lei dirà che le responsabilità non sono sue ma del Coni o del Cio, invece sono sue. L’unica cosa che fate è distruggere.
Roberto Rosso (Noi con l’Italia)
Beppe Grillo ha fischiato la fine della ricreazione. Lui che l ha sempre contrastato le grandi opere definendole occasioni di corruzione e di fenomeni mafiosi oggi, comica finale, dice che sono opportunità eticamente compatibili. Due anni fa Appendino dichiarava inammissibile la TAV opera che più utile non potrebbe essere per una città come Torino, per contrastare il sistema Torino oggi prevale il sistema Torino e ci si allinea. Il presidente del Coni, Malagò, porta oggi la sua attenzione su Milano tenendo Torino in funzione gregaria spero che il vostro atteggiamento ondivago non comprometta questa possibilità. La mozione Carretta non la prevede e rivendica le olimpiadi ma le osservazioni 5 stelle sulla necessità di salvaguardare i bilanci sono utili. Mi auguro che lei, sindaca, interpreti nei prossimi mesi una parte sola in commedia.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino)
La vicenda Olimpiadi ha messo in luce le difficoltà politiche della maggioranza. Finora lei, sindaca, ha preso tempo e mi è sembrata più mancante come sindaca metropolitana che sindaca di Torino. Le Olimpiadi interessano il territorio metropolitano. Eppure questa è forse l’opportunità di ricucire ferite su quel territorio, come la pista di bob. La decisione di scrivere al Coni da lei presa è poco democratica perché non si è consultata. Il contesto oggi è diverso da quello del 2006, più complesso, caratterizzato da un forte indebitamento. Ma abbiamo hardware e software importanti già collaudati e questa deve essere un’occasione per ridefinire una vocazione di queste valli. Si pensi per esempio alla banda ultralarga. Anche le tempistiche possono essere favorevoli perché se si parte per tempo si possono prevedere le valorizzazioni delle strutture e degli impianti o le soluzioni di problemi come l’impianto di bob, che potrebbe essere adottato per le gare future o smantellato con costi già preventivati tra quelli della manifestazione.
Eleonora Artesio (Torino in Comune)
La mozione di cui discutiamo è stata depositata a fine novembre e da allora nessuna Commissione è stata convocata dalla Maggioranza per discuterne contenuti e dubbi: la responsabilità è tutta in capo alla Maggioranza se alcuni nodi sono oggi rimasti irrisolti. L’Olimpiade sarà sostenibile dal punto di vista ambientale per le valli olimpiche? Esiste uno studio di lungo periodo sui benefici economici? Sarebbe poi utile anche coinvolgere la cittadinanza.
Stefano Lo Russo (Partito Democratico)
Le Olimpiadi 2006 sono stato un fulgido esempio di efficienza amministrativa. Certo sono stati fatti errori, ma il giudizio è ampiamente positivo. È un vanto nazionale ospitare i Giochi olimpici, con ricadute importanti. Ci saremmo aspettati un’adesione entusiasta della sindaca alla candidatura di Torino: una sparuta minoranza di consiglieri 5 Stelle non può tenere in scacco una città intera. La sindaca deve rappresentare tutti e deve andare avanti con chiarezza di posizioni e attivare una cabina di regia per predisporre una proposta di candidatura.
Osvaldo Napoli (Forza Italia)
Non capisco la Maggioranza: ha colpito il Sindaco e la Città di Torino, quando sarebbe bastato venire in aula e votare contro. Le Olimpiadi 2006 sono state una vittoria per Torino, frutto di un lavoro portato avanti da tutta la città, da tutte le Istituzioni. Per la prima volta ha vinto una grande città vicino ai campi da sci. Ora dobbiamo essere di nuovo uniti e proporre la nostra candidatura.
Fabrizio Ricca (Lega)
Meglio tardi che mai, sindaco. Forse però abbiamo rischiato troppo, abbiamo soprattutto rischiato di deludere le persone che in città si aspettano da noi responsabilità nella volontà di replicare una manifestazione che ha lasciato un ottimo ricordo. Persone che sperano di poter rivedere la stessa identica città vista nel 2006. Sapendo che abbiamo esperienza e strutture adatte a fare bella figura, non possiamo sprecare un'occasione storica per un nuovo rilancio di Torino. L'onda lunga di quell'evento aveva permesso non solo un cambio di look ma, anche la costruzione di un'identità internazionale di città non più periferia di Milano. E così le valli che, colpite in modo pesante dalla crisi, chiedono con forza di non farsi rubare da Milano un'altra importante iniziativa. Sindaca, non si faccia frenare dal parere contrario di poche persone. Torino merita di vivere nuovamente un'onda lunga come quella del 2006, per renderla città importante a livello internazionale, città dove venire e dove vivere. Le chiedo di andare avanti su questa strada.
Deborah Montalbano (Gruppo Misto)
Mai vista una così grande condivisione su una proposta del Movimento 5 Stelle. Se a livello nazionale tutte le forze politiche avessero appoggiato allo stesso modo la proposta del reddito di cittadinanza, oggi i disoccupati italiani vivrebbero giorni più felici. Ho trovato un documento datato 2005 che parlava di Olimpiadi ecosostenibili, contenimento dei costi, sviluppo economico, sostegno dei privati, utilizzo di proprietà pubbliche in stato di abbandono. Abbiamo visto com'è andata a finire. Era una valutazione degli effetti economici dei Giochi Olimpici invernali 2006 redatta dall'Unione industriale. Conteneva interessanti dati sui livelli occupazionali: per ogni milione di euro spesi si prospettava la produzione di ventuno nuovi posti di lavoro, in condizione duratura nel tempo. Più avanti, lo stesso documento dimostrava già allora che questo dato era concentrato solo negli anni 2005 e 2006 e sarebbe andato a scemare nel tempo. Occupazione precaria. Altro punto forte rispetto a questa nuova visione orientata verso le Olimpiadi si muove sulla considerazione che costeranno meno perché ci sono già le strutture. E' vero che ci sono, ma versano in stato di abbandono. Già oggi non riusciamo a sovvenzionare la manutenzione ordinaria e straordinaria, il cui fabbisogno è di 40 milioni di euro, 8 milioni solo per interventi urgenti, per mettere in sicurezza gli stabili. Si parla di ristrutturazioni, i costi lieviteranno, ma qui i soldi si troveranno e se anche riuscissimo a ristrutturare, cosa ne faremmo dopo? Chi coprirà quei costi: la Città, il Cio, il Coni? E ricordo che solo pochi mesi fa abbiamo licenziato una delibera 'dismissioni' che metteva all'asta unità abitative per fare fronte alle esigenze di Bilancio e perché troppo oneroso intervenire sulla loro sistemazione. Infine: oltre le buone intenzioni, sbagliare è umano, perseverare è diabolico, Torino non dovrebbe perseverare negli errori ma, guardare ai bisogni reali e concreti.
Alberto Morano (Lista Civica)
Apprezzo la decisione presa dal sindaco di presentare l'intenzione di candidare Torino per ospitare i Giochi olimpici invernali del 2026, perché ha operato nell'interesse della Città e della Città metropolitana. Le Olimpiadi, se gestite in modo corretto e bene organizzate, sono una grande occasione per la nostra città e Torino ha tutti i requisiti per essere candidata alle Olimpiadi. Ma serve un suo passo in più. Oggi e nei prossimi giorni serve che il sindaco faccia concertazione, che operi con tutte le forze e le risorse della città. Una candidatura per essere vincente deve avere il supporto della città e non un voto risicato in Consiglio. Personalmente, oggi avrei ritirato le mozioni presentate, evitando questo dibattito. Se si vuole il bene della città, la mozione che andiamo a votare deve passare con il voto unanime di tutte le forze politiche, in ogni altro caso la candidatura risulterebbe indebolita.
Chiara Giacosa (Movimento 5 Stella)
Ringrazio quella parte di minoranza che ha ritirato la propria mozione, facilitando la discussione, e chiedo al PD di fare responsabilmente altrettanto col proprio documento, ormai superato. In questo momento parliamo di una manifestazione d’interesse – non una candidatura – che è già stata espressa. L’approfondimento chiesto dalle minoranze avverrà da oggi in poi. Il nostro gruppo non si sottrae al dialogo e non teme certe strumentalizzazioni dei fatti che non fanno bene alla città. Rispettiamo le posizioni di tutti i consiglieri e appoggiamo la nostra sindaca: lavoreremo in modo critico per capire se saranno presenti i requisito di legalità e sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) necessari per poter procedere. Alla sindaca chiedo di coinvolgere tutto il Consiglio comunale, da oggi in poi, nell’elaborazione e nell’analisi di ciò che accadrà.
Monica Canalis (Partito Democratico)
Nel 2006 abbiamo vissuto un’esperienza che ha permesso a Torino di credere in sé stessa, mostrando la bellezza propria e delle sue valli, riscoprendo l’orgoglio di una comunità. I fatti ci dicono che questa manifestazione d’interesse riguarda tutto il nostro territorio, anche le valli, dalle quali è arrivata la richiesta corale di procedere. Io ho visto grande debolezza da parte di chi dovrebbe guidare la comunità e invece ha permesso che le divisioni interne al proprio movimento politico si ripercuotessero sulla città, che ha attraversato difficoltà ma non è certo debole. Questa è una città senza guida, abbiamo bisogno di un sindaco, non di una “lady tentenna”. Questo Consiglio comunale non può ignorare la richiesta che sale dai territori.
Piero Fassino (Partito Democratico)
Spesso si è detto che gli eventi costano e le ricadute economiche non pareggiano i costi: ma queste ricadute vanno valutate nei tempi lunghi: Le olimpiadi hanno rilanciato Londra e Milano gode ancora del traino dell’Expo. E se a Torino le Olimpiadi invernali fossero davvero state solo un costo, di cosa stiamo discutendo oggi? Le scelte devono essere fatte con convinzione, una candidatura esistente e senza entusiasmo è una candidatura debole. A proposito dei riferimenti al "low“cost” e agli “sprechi del 2006”, ricordo che se a Torino si potranno fare Olimpiadi spendendo meno sarà perché ci sono gli impianti e le infrastrutture dei giochi invernali del 2006, i quali sono stati anche un’occasione di modernizzare la città, si pensi alla metropolitana e a tanti altri investimenti sul territorio. I costi di un evento olimpico non ricadono mai sulla sola città che lo ospita, si discuterà con il CONI e con il Governo sulle risorse, ma l’importante è decidere. La posizione della maggioranza è invece debole, mentre altre città dicono a gran voce che le Olimpiadi invernali le vogliono.
Maria Grazia Grippo (Partito Democratico)
Si continua ad aver paura di usare la paura candidatura. Io invito ad interrompere i tatticismi e ad esprimere un sì convinto alla candidatura della Città.
Chiara Appendino sindaca
E’ bello e divertente dire Torino è candidata. A differenza di anni fa è cambiato il percorso con cui le città si avviano alla candidatura. Scrivere in una lettera “eventuale candidatura” non significa indebolirsi, ma seguire esattamente l’iter previsto. Esiste una fase in cui le città manifestano l’interesse, il Coni porterà la manifestazione in sede Cio e successivamente si aprirà una fase di dialogo nella quale gli enti locali e il Coni stesso valuteranno, insieme al Cio, quali sono le condizioni e quale può essere la forma di candidatura da portare avanti. Parlare oggi di candidatura, quindi, è sbagliato tecnicamente, che non significa che politicamente non si avvii un percorso. La Città di Torino, la sindaca anche per la Città Metropolitana, ha manifestato l’interesse. C’è dialogo aperto col Coni. Prima di parlare ancora di manifestazione di interesse reale, bisogna poi valutare due aspetti: se il Coni avrà possibilità di avere la deroga e quale sia la posizione del Governo, se sia interessato a candidare il Paese Italia rispetto alle Olimpiadi.
Ritengo quindi che questa forma di strumentalizzazione candidatura/manifestazione di interesse non sia un valore aggiunto per la nostra città e comunità. Oggi non è possibile dire se la candidatura sia corretta o meno, perché non conosciamo ancora le condizioni contrattuali. Le valutazioni si faranno quando inizierà la fase di dialogo che, nel 2006, probabilmente non esisteva. Nessuno è in grado di dire al momento se la Città di Torino sarà in grado di soddisfare tutte le condizioni ambientali, economiche, finanziarie (tutti gli enti locali pongono le condizioni di non fare debito). Dire sì o no, oggi, è un atteggiamento ideologico. Un’Amministrazione corretta deve valutare le carte e vedere quali sono le condizioni.
Mi sono assunta la responsabilità di manifestare l’interesse ma chiedo a tutto il Consiglio Comunale di evitare strumentalizzazioni perché oggi nessuno è in grado di dire se la Città di Torino sia nelle condizioni o meno di portare avanti una candidatura, senza conoscere condizioni, deroghe e gli elementi di sostenibilità.
La discussione parte da domani. Sono la prima a mettermi a disposizione del Consiglio Comunale per discutere nel merito di quale tipo di Olimpiade vogliamo. Per questo chiedo alle minoranze di ritirare la mozione, richiesta che non significa che la sindaca non sarà a disposizione per discutere nel merito. Oggi non si può dire sì o no a una scatola chiusa.
(Ufficio stampa del Consiglio comunale)