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Comunicato stampa

NOMINA DIRETTORE AL MUSEO DEL CINEMA, DISCUSSA L’INTERPELLANZA GENERALE

La Sala Rossa ha discusso l’Interpellanza generale sulla nomina del direttore del Museo nazionale del cinema di Torino, presentata da sette consiglieri dei gruppi di opposizione.

Per la Giunta di Palazzo civico, è intervenuta l’assessora alla Cultura Francesca Paola Leon, che ha ricostruito i fatti e spiegato quanto accaduto negli ultimi mesi riguardo le procedure di selezione per l’individuazione di un nuovo direttore del Museo.

“Il nocciolo della questione è il seguente – ha detto l’assessora: Il museo nazionale del Cinema è una delle istituzioni più importanti della Città, ma oggi è regolato da uno Statuto inadeguato rispetto alla complessità delle attività gestite.

“La Città di Torino ritiene si debba lavorare a una revisione del modello organizzativo e di governance che dia risposte ai moltissimi problemi che oggi affliggono il Museo.

“Le attività del Museo Nazionale del Cinema si sono ampliate negli anni senza che le sue regole di funzionamento siano sostanzialmente cambiate in ragione delle nuove esigenze che le nuove necessità hanno via via fatto emergere. Questa situazione caotica si ripercuote sul funzionamento del museo e delle sue attività e deve essere risolta in un percorso che prevede:
• Assessment del personale, ovvero un’analisi dell’organizzazione fino alla definizione di un organigramma che ridisegni la catena del comando, le funzioni, le mansioni, le competenze;
• La predisposizione e la messa in atto dei Regolamenti indispensabili per il corretto funzionamento della struttura dal punto di vista del personale, della trasparenza, degli affidamenti;
• Verifica su bilanci e consistenza di debiti, crediti e patrimonio;
• Valutazione circa l’attuale assetto delle attività attualmente gestite dalla Fondazione.

“Tra qualche mese questo programma di lavoro sarà proposto al Comitato di gestione. Riteniamo che la sospensione della nomina di un direttore e l’attribuzione temporanea al conservatore capo dei poteri di ordinaria amministrazione, con il supporto del Segretario Generale di Regione Piemonte, permetterà di mettere mano all’attuale modello organizzativo e definire quale sia la figura direttiva più utile alla gestione della futura Fondazione”.

Al dibattito in Aula sono intervenuti i seguenti Consiglieri comunali:

Stefano Lo Russo (PD): “Questa Amministrazione ha interferito in maniera scorretta nella procedura per la selezione del direttore del Museo del Cinema. Ai giornali il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino ha spiegato che il criterio usato per bocciare le candidature presentate è stato quello dell’appartenenza politica. A queste parole la Sindaca Appendino non ha mai replicato…
Non ho poi trovato traccia della graduatoria che l’assessora Leon cita: c’erano sei idonei selezionati dalla Praxi, a cui si è aggiunta una settima persona, e non una graduatoria. La versione che l’assessora cita oggi in aula non corrisponde alla verità dei fatti. Non avete fatto nessuna operazione innovativa o meritocratica, ma solo lottizzazione partitica, senza rispettare le procedure del bando. Questa Amministrazione agisce come la peggior partitocrazia della Prima Repubblica”.

Chiara Foglietta (PD): “Ho fatto richiesta di accesso agli atti, ma gli atti non mi sono mai arrivati. Nel 2015 la consigliera Appendino scalpitava sulla Fondazione Prolo e chiedeva un bando per il direttore del Museo del Cinema. Il bando c’è stato a fine giugno 2016, per trovare il direttore entro ottobre 2016. Avete sprecato sei mesi e più di 50mila euro. La gestione dei bandi non è certo il punto forte di questa Amministrazione… Il Torino Gay & Lesbian Film Festival, di cui speriamo si svolga quest’anno la 32esima edizione, ci dimostra che “c’è del marcio in Danimarca”.

Damiano Carretto (M5S): “Come può il consigliere Lo Russo dire che abbiamo fatto in modo di far ritirare la gente dal bando? È un’affermazione molto grave che andrebbe adeguatamente motivata. Vada in Procura se lo ritiene”.

Osvaldo Napoli (Forza Italia): Quando sento parlare di bandi di questo genere, rabbrividisco. Io sono per la politica che deve riacquistare la forza e la capacità di scegliere. La politica deve assumersi le proprie responsabilità. Lasciate stare i bandi, assumetevi la responsabilità di scegliere le persone più adatte.

Massimo Giovara (Mov5Stelle): La scelta che sembrerebbe come sofferta, da parte nostra, in realtà è una scelta concertata, è stato difficile mettersi d’accordo perché evidentemente ci sono interessi molto forti. La scelta è stata fatta dal comitato attraverso passaggi ormai chiari a tutti. Bisognerebbe riconoscere corresponsabilità.

Piero Fassino (Partito Democratico): Mi stupisce che la Città si privi di Alberto Barbera e l’assessora non ritiene ringraziarlo per quello che Barbera ha rappresentato nel sistema del Museo del Cinema di Torino e nel sistema cinematografico italiano e internazionale. Barbera non è uno dei tanti esperti di cinematografia; è stato scelto come direttore del più prestigioso Festival internazionale del Cinema che si svolge a Venezia. Quel ruolo ha rappresentato per Torino un valore aggiunto. Grazie a quella esperienza a Torino si è costruito un sistema di festival che hanno arricchito il panorama cinematografico nazionale ed internazionale facendo di Torino una capitale della cinematografia. La verità è che ci si è voluti privare di Barbera sulla base di un pregiudizio, perché non c’è nessuna ragione di merito dal punto di vista dell’esperienza e della competenza che giustifichi la decisione di cambiare il direttore del Museo del Cinema. Chiunque sarà scelto non avrà, almeno in partenza, l’autorevolezza, la riconoscibilità e l’esperienza di Alberto Barbera che voglio ringraziare, al contrario della Giunta.

Una breve replica dell’assessora Leon ha concluso il dibattito: “Oggi abbiamo indicato una strada, un percorso per avviare la risoluzione dei problemi del Museo”.
Riguardo la posizione dell’ex direttore Alberto Barbera l’assessore ha rinnovato: “l’apprezzamento per le sue competenze e la sua professionalità. Ma esisteva un problema: Barbera vive sei mesi l’anno a Venezia per dirigere la mostra del Cinema e gli altri sei mesi a Torino. Ma per risolvere i complessi problemi del Museo occorre oggi un’altra figura professionale”.

R.T. - M.Q. - F.D'A. - Ufficio stampa Consiglio comunale


Pubblicato il 16 Gennaio 2017

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