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Snater, Cgil, Cisl e Uil, in rappresentanza dei lavoratori Tim, sono stati auditi in mattinata dalla Commissione lavoro presieduta da Andrea Russi, e dall’assessore al lavoro e al commercio, Alberto Sacco.
L’azienda, diretta da Flavio Cattaneo, che in Piemonte conta 4.000 dipendenti (quasi 90% a Torino) ha rescisso unilateralmente il contratto di secondo livello, facendo decadere le condizioni economiche e di trattamento di maggior favore rispetto alla cornice contrattuale nazionale.
Mentre Tim, evita di interloquire con i lavoratori, spiegano i sindacalisti, procede a demansionamenti di due livelli ( il Jobs act consente un solo livello di demansionamento) con corrispondente riduzione di stipendio, assieme a riduzione delle ferie, blocco degli scatti di anzianità, collegamento della parte variabile del salario alla produttività, flessibilità oraria a gestione unilaterale, geolocalizzazione dei veicoli di servizio per tracciare gli spostamenti del personale, estensione dei reparti con bollatura in postazione.
Secondo i sindacalisti l’obbiettivo di Cattaneo è chiudere il suo mandato, nel 2018, con risparmi di spesa per 1,6 miliardi di euro ed una buonuscita personale di 55 milioni di euro.
Le preoccupazioni espresse non riguardano solo il peggioramento delle condizioni lavorative ma il futuro dell’azienda che da anni conta 30.000 dei suoi 45.000 dipendenti in contratto di solidarietà e che dalla privatizzazione ad oggi ha perso 70.000 dipendenti.
Secondo i sindacalisti l’assegnazione da parte del Governo a Enel dell’introduzione e diffusione in Italia della banda ultralarga (previsti investimenti per 4,6 miliardi di euro), oltre ad aver causato nell’immediato una migrazione di tecnici, manager, e know-how verso Enel Open Fiber, crea per Tim e per il sofferente mercato delle telecomunicazioni una concorrenza particolarmente minacciosa che nel tempo andrà a toccare la stabilità occupazionale.
Russi ha espresso forte preoccupazione per la soppressione della contrattazione di secondo livello, che potrebbe rappresentare un modello molto negativo per le aziende italiane.
Sacco ha ricordato che è stato firmato recentemente un protocollo di intesa con Tim che dal 2018 farà di Torino la città pilota in Italia per la sperimentazione della rete 5G. Tale circostanza dovrebbe facilitare, ha detto Sacco, un interlocuzione sui problemi evidenziati durante l'audizione, tra la Città e Tim, con il coinvolgimento della Regione Piemonte.
Ufficio stampa del Consiglio Comunale (S.L.)