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Rispondendo a una richiesta di comunicazioni in aula da parte del consigliere Domenico Carretta, il vicesindaco e assessore all’urbanistica Guido Montanari ha relazionato in merito agli sviluppi della vicenda inerente il complesso edilizio storico della “Cavallerizza Reale”. Il vicesindaco ha ricordato come questa amministrazione, sulla base del proprio mandato elettorale, stia lavorando per la decartolarizzazione del bene, il suo restauro e la sua riappropriazione pubblica e destinazione ad attività socio-culturali con il coinvolgimento di cittadini e associazioni con particolare riguardo alla ricerca artistica e alla formazione dei giovani. Montanari ha quindi elencato i molteplici soggetti con i quali sono in corso contatti: Cartolarizzazione Città di Torino, Polo Reale, Edisu, Teatro Stabile, Cassa Depositi e Prestiti, Università, Demanio, Soprintendenza, Accademia delle Belle Arti. Dal confronto con Polo Reale e Soprintendenza, a questo proposito, è uscita una precisazione per la quale i cinque milioni destinabili alla Cavallerizza saranno usati solo per restauri. Ai suddetti contatti, ha poi aggiunto Montanari, si sono affiancati anche incontri con associazioni di artisti, l’Assemblea della Cavallerizza, professionisti e cittadini per individuare i percorsi da seguire per giungere ad una gestione partecipata del bene. Quando vi sarà il nuovo quadro completo delle disponibilità e dei paletti, sarà possibile redigere un nuovo masterplan con il quale avviare un progetto partecipato, ha concluso Montanari.
Intervenendo dopo l’assessore, Domenico Carretta (PD) ha fatto notare come invece di un masterplan alternativo a quello delineato da parte della precedente amministrazione, da parte della giunta ci si limiti all’ennesimo elenco di buone intenzioni inconcludenti. I concetti di “decartolarizzare” e “partecipazione”, ha poi aggiunto l’esponente dem, si legano a numeri importanti: 8 milioni per la decartolarizzazione, 40 milioni per la sola ristrutturazione, sui quali nulla è stato detto. Il Teatro Stabile ha lanciato un grido d’allarme legato a quello spazio, ora inutilizzabile, ha poi detto Carretta, chiedendo poi conto di presunti lavori in corso non autorizzati e domandandosi chi si renda responsabile delle eventuali conseguenze.
Damiano Carretto (M5S) ha stigmatizzato il fatto che all’attuale maggioranza venga richiesto di risolvere la situazione in pochi mesi, quando le amministrazioni precedenti, a partire dal 2009, non ha fatto che decidere una cartolarizzazione e a produrre un fantomatico protocollo e un masterplan assolutamente non condivisibile.
Massimo Giovara (M5S) ha da parte sua ricordato come il direttore artistico del Teatro Stabile, Mario Martone, abbia parlato di una Cavallerizza “strappata via”, nella quale gli occupanti hanno avviato un percorso virtuoso sottraendola all’abbandono. Giovara ha anche sottolineato come l’asta per la Cavallerizza sia andata deserta.
Torino è una città viva e pulsante, ha sostenuto Viviana Ferrero (M5S), rievocando le 150 assemblee pubbliche tenutesi nello storico complesso, nel quale sono state attive più di duemila persone. Auspicando la decartolarizzazione, Ferrero ha poi sostenuto che la nostra città deve essere un laboratorio di partecipazione, cultura e cittadinanza attiva.
Un concetto ripreso anche da Daniela Albano (M5S), che ha evidenziato come si tratti di persone che non hanno occupato la Cavallerizza ma se ne sono in realtà occupate, mettendola a disposizione della cittadinanza.
Fabrizio Ricca (Lega Nord) si è augurato una dimostrazione di coerenza da parte di una maggioranza che troppo volte ha fatto cose diverse rispetto ai propri impegni annunciati (come nel caso della Westinghouse) chiedendo un preciso cronoprogramma che possa essere verificato in sede di commissione consiliare.
Infine, il vicesindaco Montanari ha replicato osservando di avere l’impressione che tutta l’aula concordi sul fatto che la Cavallerizza Reale debba ritornare ai cittadini, diventando un polo culturale. Questo emerge anche dalla minoranza, ha aggiunto il vicesindaco, pur se l’amministrazione precedente si era mossa in senso opposto, cioè verso ma privatizzazione. Sui presunti lavori abusivi, il vicesindaco ha precisato che se vi sono state illegalità non verranno certo sostenute, fermo restando che prendersi cura di un bene e riportarlo all’attenzione dei cittadini è stata un’operazione meritoria. Le nostre scelte saranno difficili – bisognerà reperire i fondi per la decartolarizzazione e i restauri – ma ce ne assumiamo la responsabilità, ha concluso Montanari, auspicando che tutta l’aula sia disponibile a seguire il percorso di restituzione alla città del bene ed a un’oculata gestione partecipata.
C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale